Gli effetti dell’inchiesta Avaritia sulla politica locale: dopo le dimissioni dal consiglio comunale di Sandra Bennici, negli ambienti politici corre voce che si dimetterà anche Totò Scerra.
Sabato scorso il consigliere ha inviato una lettera al presidente del consiglio Totò Sammito annunciando che si dimetterà dalla presidenza della commissione Servizi Sociali. Inoltre si è autosospeso dal partito di Fratelli d’Italia a cui aveva aderito in pompa magna appena due mesi fa.
Pare però che dopo la scelta più netta della Bennici, Scerra ci abbia ripensato.Sono solo indiscrezioni che circolano negli ambienti politici che attendono di essere confermati o smentiti dall’iniziativa che Scerra potrebbe assumere ( o non assumere) oggi. Eletto nelle liste di Avanti Gela, le eventuali dimissioni di Scerra non cambierebbero la presenza numerica di Fratelli d’Italia in aula perché la prima dei non eletti Sara Cavallo già da 2 anni ha aderito al partito della Meloni.
Successo dell’iniziativa proposta dalla Fidas Gela in occasione dell’8 marzo: “Donna che Dona” ha visto un’ottima partecipazione di donatrici. Presso l’Unità di Raccolta di via degli Appennini, è stato registrato l’afflusso di persone pronte a fare la differenza, dando il loro contributo concreto alla causa della donazione di sangue. In particolare, per questa occasione, le donne hanno risposto con entusiasmo all’invito a partecipare, dimostrando ancora una volta il loro impegno nella cura degli altri e nella solidarietà.
L’iniziativa, che ha avuto come obiettivo sensibilizzare la comunità sull’importanza della donazione di sangue, ha visto il coinvolgimento di molte donne, che con un semplice gesto hanno contribuito a salvare vite umane. La giornata è stata un omaggio alla forza e generosità femminile, un esempio di come il volontariato e la solidarietà possano unire le persone in nome del bene comune.
Complessivamente sono state registrate 31 presenze: 25 donazioni, 5 pre-donazioni ed 1 controllo. “Sono felice dell’andamento della giornata – commenta il presidente di Fidas Gela, Enzo Emmanuello – e soprattutto della dimostrazione di grande attaccamento e senso civico dimostrato dalle donne presenti, per un gesto importante quale la donazione di sangue. L’augurio è che questo esempio possa portare tanta altra gente ad avvicinarsi alla nostra realtà”.
Niscemi – Il secondo sit-in dei niscemesi Giuseppe Maida e Rosario Ristagno, di venerdì e sabato scorsi dentro due casse da morto davanti alla sede della Provincia regionale di Caltanissetta per chiedere la messa in sicurezza della Sp 11 Niscemi-Bivio Priolo, si è rivelato un’esperienza dura e nel contempo un’occasione di alta spiritualità.
La singolare protesta era finalizzata a sollecitare l’Amministrazione provinciale, il Comune di Niscemi e la Prefettura a mettere in atto tutte le procedure per evitare la strage di giovani vite, perdute per lo più in incidenti autonomi, lungo la Sp 11 che collega Niscemi alla strada statale 115 Gela-Vittoria.
L’ultima tragedia si è consumata il 28 gennaio scorso nel tratto terminale di questa “strada assassina”, quando una mamma che stava accompagnando i tre figlioletti a scuola, ha perso il controllo dell’autovettura che si è schiantata contro un muro di cinta. Nell’urto, perdeva la vita la piccola figlia Aurora, 9 anni, mentre la madre e altri due figli, di 7 e 4 anni, riportavano gravi traumi e ferite e venivano ricoverati in ospedale.
Ma i morti sulla Sp 11 non sono solo questi. È una lunga scia di sangue che si perde nel tempo. Negli ultimi 4 anni, 7 giovani niscemesi hanno perso la vita nel tratto terminale di questa strada, quasi alle porte di Niscemi. Il sit-in del fine settimana scorso, è stato svolto dentro le bare collocate in un furgone davanti alla sede della Provincia. «Il tempo è stato inclemente – riferisce Maida – con pioggia battente e basse temperature.
Però molti nisseni si sono fermati davanti alla nostra “camera ardente” per informarsi sui motivi della protesta e per fare qualche selfie. Il sit-in ci ha riservato anche una piacevolissima sorpresa. Il vescovo di Caltanissetta Mario Russotto, venuto a conoscenza della nostra insolita manifestazione, ha voluto conoscerci, invitandoci tramite gli agenti della Digos a raggiungerlo nella vicina sede vescovile. Monsignor Russotto si è rivelato una persona meravigliosa, sensibile e affettuosa».
Dopo aver spiegato i motivi della loro protesta, Maida e Ristagno hanno chiesto al pastore nisseno di poter pregare per le ultime sette giovanissime vittime della “strada killer”. Nella piccola e accogliente cappella della sede vescovile, sul cui altare erano state sistemate le foto delle povere vittime, i due niscemesi, monsignor Russotto e gli agenti della Digos hanno rivolto anche una fervida preghiera perché «il Signore consoli i familiari che stanno vivendo in silenzio nel dolore e nello sconforto».
Al termine dell’incontro, il vescovo Russotto ha promesso “una sua amichevole intercessione presso il Prefetto Chiara Armenia, affinché possa definitivamente contribuire alla messa in sicurezza della Sp 11”.
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