È mancata la poetessa Cettina Giudice. Ecco il ricordo di Emanuele Zuppardo.
“La poetessa Cettina Giudice ci ha lasciato. Lascia tanto vuoto e sconforto soprattutto ai tanti suoi amici che ne hanno apprezzato la sua bontà e la sua bellezza. Ne danno notizia il Centro di Cultura e Spiritualità Cristina “Salvatore Zuppardo” e l’Associazione di Volontariato Betania O.d.V., dirette rispettivamente a Andrea Cassisi ed Emanuele Zuppardo. Sorella gemella del nostro amico Rocco Giudice, presidente del Cav di Gela, Gettina Giudice era anche una bravissima pittrice e egli ultimi anni ha realizzato delle bellissime icone in stile bizantino raffiguranti apostoli e madonne stupende.
Insegnante elementare per ben 35 anni nelle scuole di Gela, nel 1975-76 ha iniziato con la scuola sussidiata presso il piccolo centro rurale di Feudo Nobile. Successivamente al centro AIAS di Gela e quindi presso il II Circolo “Antonietta Aldisio.
In pensione dal 2010 ha frequentato l’università della Terza età e dal 2013 ha fatto parte della fraternità francescana Maria Santissima delle Grazie di Gela, divenuta “Professa” nel 2016.
Con sue poesie ha partecipato al Concorso Nazione “La Gorgone d’Oro del Centro di Cultura “Salvatore Zuppardo” ormai alla 25/a edizione conseguendo encomiabili successi di critica.
Con la Betania Editrice ha pubblicato ben due sillogi poetiche: “Apro il mio cuore”, nel 2015 e, “Ad opera compiuta” nel 2022, curati entrambi da Emanuele Zuppardo.
Le sue composizioni poetiche profumano di tanto candore e bellezza e possiedono l’essenzialità della dolcezza delle albe, di acque e di notturni che riportano a galla le testimonianze della sua sempre fervida memoria storica.
La poetessa, infatti, si raccontava con parole sofferte, in modo semplice ma forte, come chi ha combattuto battaglie e vinto la guerra. Donna di fede, le sue opere hanno il sapore della consapevolezza, mai della contrizione e nei suoi versi si coglie la gioia e la malinconia di un passato ancora vivo.
Per Concetta Giudice la poesia oltre che un motivo di ispirazione ha significato un fatto istintivo generato dalla spontaneità di un amore, di un dolore, di una carezza, di una sensazione, di un sentimento e nei suoi componimenti ha rimembrato passioni e situazioni per ricostruire emozioni e sensazioni di un passato che sembra lontano anni luce. Infatti la sua poesia onesta e sincera, così priva di orpelli, è costruita dentro una pacata atmosfera di mediazione, indaga l’animo umano, che s’incunea nelle pieghe di una socialità ferita da drammi e che, tuttavia, non cede alla rassegnazione, sperando sempre in una nuova alba e in nuovi orizzonti luminosi.
Ecco una sua poesia:
Il tuo sorriso
Da quando da me ti sei per sempre allontanato,
un dolce ricordo di te m’è restato,
mai finora dimenticato: il tuo gentil sorriso!
Che come un un’ombra, dentro mi s’è mascherato.
Non mi privar di ciò, ti prego, né soffrirei.
E poi adagiarsi al ricordo di un tuo sorriso,
il sol pensiero m’illumina il viso,
mi porta a tuffarmi nell’ebbrezza
dei sogni vissuti in Paradiso
Vorrei essere come una farfalla,
aver le ali e volar su e giù tra monti e valli
per raccogliere di sera un grappolo di stelle,
e farci una scala con cui aggrapparmi
alla volta del cielo, per rivederti
almeno un istante.
Una canzone sola ti vorrei cantare, colma d’amore,
per fartela ascoltare nella voce del silenzio,
lentamente e farla arrivare fin giù nelle fauci della valle
e poi rimbombar nello spazio tutt’intorno.
E infin risvegliarti, aprire gli occhi per rialzarti
e riprendere il nostro spezzato cammino
insieme nel viale dei Ricordi,
che tante volte abbiamo attraversato.
Caro, i sogni son come desideri, mai dimenticati.
Hanno le ali, attendono un pò di vento,
come i panni pronti per essere asciugati,
sotto questo raggio di un pallido sole.
Da quando te ne sei andato, ho steso al vento
i miei sogni bagnati di pianto e aspetto,
per averli da Te un giorno asciugati.