L’assessore Cristian Malluzzo toglie dai cassetti del Comune, in cui erano chiuse da lungo tempo, la Consulta della Cultura e quella del Turismo. La prima seduta della Consulta della Cultura si è tenuta da remoto mercoledi sera mentre domani sarà la volta della Consulta del turismo.
Al primo incontro ne seguiranno altri per la definizione della composizione e l’elezione degli organismi di vertice (presidente, vice presidente e segretario) e solo dopo i due organismi potranno entrare in fase operativa. Il loro compito sarà quello di formulare programmi, proposte sul campo di azione da inviare all’ amministrazione comunale. Ma potranno anche esprimere parere su attività progettate dalla pubblica amministrazione. Un solo nodo da sciogliere: è quello di definire bene le competenze di queste due commissioni. Già negli ambienti politici si paventa il rischio che le due consulte siano un doppione e che si possano pestare i piedi a vicenda.
Due consulte al prezzo di una? Succederà facilmente se per attività culturali si intendono solo gli spettacoli estivi di un certo livello e se la Consulta al turismo dovesse limitare la sua azione a proporre al Comune quali spettacoli fare e quali no. Cultura non è sinonimo di spettacoli e un piano di rilancio turistico può considerare lo spettacolo una parte residuale del campo di intervento. Soprattutto quando, come a Gela, non di rilancio turistico si può parlare ma di lancio. E’ sempre l’anno zero per noi riguardo al turismo. E se poi tutti puntassero gli occhi sulla nave greca per progetti di rinascita della città? A chi la titolarità della proposta? Alla Consulta alla Cultura o a quella del Turismo?
L’approccio sarà sicuramente diverso. Un conto è l’aspetto culturale un altro quello turistico. La capacità però dei due presidenti deve essere quella di fare interagire le due consulte, di provare a creare due organismi operativi, propositivi, collaborativi, capaci anche di dialogare con la città sulle scelte importanti da fare. Diversamente sarà il solito buco nell’acqua. Avremo le Consulte del nulla e dopo qualche mese i componenti cominceranno a disertare le riunioni, o scoppieranno le solite liti che creano lo stagno dell’ immobilismo.