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Cronaca

Ipab: domani gli interrogatori. Indagato il notaio Bartoli

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Si allarga l’inchiesta ‘Avaritia’ che ha portato agli arresti un sacerdote di Gela. Ci sarebbe anche il notaio Andrea Bartoli, 52 anni tra i 15 indagati dell’inchiesta della Procura di Gela.

Domani mattina è in programma l’interrogatorio di garanzia del sacerdote, difeso dall’avvocato Giovanna Zappulla, mentre venerdì toccherà all’ingegnere Mauro, amministratore della società “La Fenice”(difeso dall’avvocato Giacomo Ventura), e ai consiglieri comunali Sandra Bennici (con il legale Flavio Sinatra) e Salvatore Scerra (rappresentato dall’avvocato Valentina Lo Porto).

Il notaio Bartoli, è titolare di uno studio a Gela, sarebbe stato il referente del sacerdote. Le ipotesi di reato sarebbero: tentata truffa e falsità ideologica aggravata nella posizione di pubblico, ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Nella vicenda sono coinvolti  don Giovanni Tandurella e i due collaboratori del notaio Bartoli: Rosario Moscato, 54 anni di Favara e Giovanni Tirrito 28 anni originario di Enna, collaboratore al tempo dei fatti.

La posizione di Bartoli è emersa per caso durante l’attività investigativa, cominciata dopo alcune denunce dei familiari della casa di riposo, in seguito al sequestro di alcuni documenti nella struttura e di un dispositivo informatico del sacerdote. La vicenda che lo riguarderebbe sarebbe legata alla professione di notaio e al testamento di un’anziana ospite della casa di riposo. La donna aveva manifestato la volontà  di lasciare in eredità tutti i suoi beni immobili (dal valore di circa 1 milione di euro) e una somma quantificata in 312 mila euro con la volontà di destinarli  alla casa di riposo dove viveva da qualche anno per effettuare lavori di manutenzione, ampliamento e per la creazione di un nuovo padiglione che si occupasse di riabilitazione e fisioterapia.

Di questi 312 mila euro – secondo la ricostruzione degli inquirenti – soltanto 118 mila euro sono stati spesi venendo così distratta la somma di circa 112 mila euro in favore del sacerdote. In qualità di notaio e pubblico ufficiale, a Bartoli viene contestato dunque l’aver indotto “in errore la donna in quanto il suo silenzio anti-doveroso era artificiosamente preordinato a far sottoscrivere alla testatrice un atto testamentario difforme dalle sue volontà”.

In particolare avrebbe attestato falsamente (anche con l’ausilio dei suoi collaboratori in qualità di testimoni, oggi indagati), e contrariamente alle volontà dell’anziana benefattrice, che il beneficiario dell’eredità fosse il sacerdote Tandurella e non la casa di riposo.

La donna, dopo una iniziale difesa del sacerdote, iniziò a ravvedersi dichiarando ai carabinieri di voler cambiare al più presto il testamento e di essersi accorta del raggiro convinta di aver donato i beni alla casa di riposo e non alla persona fisica del parroco.

La donna il 14 luglio 2020 revocò ogni antecedente disposizione testamentaria.

Queste le ipotesi di reato contestate a Tandurella, Bartoli, Territo e Moscato: perché con più azioni ed omissioni, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro  alfine di procurare un ingiusto profitto a Giovanni Tandurella, inducevano  in errore Angela C., facendole compiere un negozio giuridico diverso da quello voluto.

In particolare, il notaio Bartoli, dopo aver concordato con il sacerdote Giovanni Tandurella l’appuntamento per la redazione del testamento della donna e aver eseguito le condotte di cui al capo precedente, con la complicità degli altri indagati, induceva in errore la donna, in quanto il suo silenzio anti-doveroso era artificiosamente preordinato a far sottoscrivere alla testatrice un atto testamentario difforme dalle sue reali volontà; condotta eseguita con la complicità dei due testimoni, Moscato e Tirrito, che agevolavano la commissione del reato omettendo di intervenire e prestando falsa testimonianza, e di Giovanni Tandurella, il quale, presente nello studio del notaio, concorreva e profittava della condotta; Fatto commesso profittando delle circostanze di persona, anche in riferimento all’età, di cui all’art. 61 n.5 c.p., tali da ostacolare la pubblica o privata difesa, in quanto lo stato di solitudine e l’età anagrafica (ultra-ottantacinquenne) della vittima, nonché la particolare devozione verso la Chiesa e i suoi rappresentanti; permettevano al sacerdote Giovanni Tandurella di riuscire agevolmente nella sua opera di persuasione e suggestione. Per tutti, con l’aggravante di aver, nei delitti contro il patrimonio, o che comunque offendono il patrimonio, ovvero nei delitti determinati da motivi di lucro, cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità; Per Andrea Bartoli, con l’aggravante di aver commesso con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione, a Gela il  26.09.2019 proprio mentre il sacerdote veniva nominato parroco nella prima chiesa della Diocesi, la cattedrale di Piazza Armerina.  

L’indagine, condotta dai carabinieri guidati dal colonnello Vincenzo Pascale e coordinata dal procuratore della Repubblica, Fernando Asaro, si concentra sulla gestione dell’Ipab “Antonietta Aldisio” di Gela e, in particolare, sul passaggio dal pubblico al privato con la cessione alla società “Fenice Srl”.

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Cronaca

Il cordoglio del sindaco per la morte di Papa Francesco

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Il sindaco Terenziano Di Stefano ha diffuso questo messaggio per la scomparsa del Pontefice:

“Ci lascia un uomo che ha fatto la storia.La morte di Papa Francesco ci colpisce profondamente. Se ne va non solo il Pontefice, ma un padre, una guida, una coscienza viva del nostro tempo.Da fedele, lo ringrazio per averci mostrato il volto più autentico del Vangelo: quello dell’amore, della misericordia, dell’umiltà.Da cittadino, lo ringrazio per la sua voce instancabile in difesa della pace, della giustizia sociale, degli ultimi e dei dimenticati. Per aver acceso la luce nei luoghi più bui dell’umanità.Da uomo, lo ringrazio per l’esempio: semplice, diretto, profondo. Ha parlato al cuore del mondo con gesti che resteranno per sempre.

Papa Francesco ha tracciato un cammino che ci impegna tutti a fare la nostra parte.
Il suo spirito, la sua visione, il suo coraggio non moriranno mai.Grazie di tutto, Santo Padre

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E’ morto Papa Francesco

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Ieri, nel giorno di Pasqua, l’ultima apparizione tra i fedeli per la benedizione Urbi et Orbi.Qualche minuto prima delle 10 le agenzie hanno diffuso la triste notizia della morte di Papa Francesco. Ecco il testo diffuso dall’Agi:

Poco fa Sua Eminenza, il Card Farrell, ha annunciato con dolore la morte di Papa Francesco, con queste parole: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma,Francesco, e’ tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera e’ stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedelta’, coraggio e amore universale, in modo particolare a favore dei piu’ poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesu’, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amoremisericordioso di Dio Uno e Trino”.

Papa Bergoglio, il primo successore di Pietro, che veniva dall’Argentina aveva 88 anni.

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Imprenditore agricolo si considera miracolato

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Si sente un miracolato l’imprenditore Franco Cassarino. Alla vigilia di Pasqua stava lavorando nel suo terreno in Contrada Bulala. Un terreno che conosce bene. Per anni e anni è stato coltivato. Stavolta l’imprenditore stava effettuando lavori di fresatura. Rivoltando il terreno è emerso un ordigno bellico.

È andato tutto liscio. L’ordigno poteva esplodere ma così non è stato. Cassarino perciò ringrazia Dio per ciò che non è accaduto. Ha subito chiamato le forze dell’ordine. Sono intervenuti polizia e vigili. L’ordigno sarà disinnescato nei prossimi giorni mentre Cassarino ha potuto trascorrere una Pasqua serena con moglie, figli e nipoti.

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