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Politica

De Luca: “chiediamo al Governo regionale di rinegoziare l’accordo col Ministro Giorgetti”

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“In queste ultime settimane abbiamo evidenziato più volte le criticità dell’accordo sottoscritto il 16 dicembre tra il Presidente della Regione Siciliana ed il Ministro dell’economia e delle finanze.  Più passano i giorni e più emergono anche le contraddizioni del presidente Schifani rispetto a questo argomento.  Cronologicamente abbiamo ricostruito l’iter di questo accordo che inchioda il presidente Schifani alle proprie responsabilità.

Lo afferma il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca.

Il Presidente della Regione Siciliana nella seduta numero 6 dell’Assemblea Regionale Sicilia tenutasi in data 1 dicembre 2022, ha reso le proprie dichiarazioni programmatiche, affermando in particolare in riferimento ai rapporti economico-finanziari in via di definizione tra lo Stato e la Regione Siciliana che un “confronto è già stato avviato con il Ministero per l’economia, con l’obiettivo innanzitutto di richiedere il dovuto riconoscimento finanziario, per la mancata attuazione dei commi 830, 831 e 832 dell’articolo 1 della legge 296 del 2006 che è stata già oggetto di riconoscimento in sede tecnica nel confronto tenutosi tra i rappresentanti regionali e i rappresentanti ministeriali” e che “nonostante la mancata attuazione di tali disposizioni, che prevedevano un accordo tra le parti, per il completo trasferimento della spesa sanitaria a carico del bilancio della Regione, a fronte della corrispondente retrocessione delle accise, a nostro favore, lo Stato in assenza dell’accordo e senza alcuna compensazione ha unilateralmente aumentato la quota di cofinanziamento regionale, la nostra, alla spesa sanitaria dal 42 per cento al 49,11 per cento con un maggiore onere annuo di oltre 600 milioni di euro. Complessivamente, la Regione, dal 2006, ha sostenuto un maggiore onere di circa 8 miliardi di euro”.

L’incontro cui fa riferimento il presidente Schifani come si evince da una nota stampa diramata dalla Presidenza della Regione, si è svolto il 24 novembre scorso, alla presenza del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Proprio in quell’occasione il Presidente della Regione pomposamente affermava la propria soddisfazione dell’esito dell’incontro, tra l’altro sottolineando in maniera tragicomica, alla luce dei fatti avvenuti successivamente, “l’apertura e la sensibilità del ministro Giorgetti che, una volta preso atto delle aspettative della Regione, ha manifestato la disponibilità a valutare idonee iniziative per la stabilizzazione finanziaria della Sicilia”.

Idonee iniziative che di fatto si sono tradotte nell’accordo sottoscritto il 16 dicembre che come più volte abbiamo ripetuto affossa la Sicilia accettando di rinunciare a 8 miliardi in cambio di appena 200 milioni.

Ci chiediamo se il Presidente Schifani sia forse transitoriamente affetto da un disturbo dissociativo di identità anche noto nella letteratura psichiatrica come disturbo di personalità multipla, dal momento che a seguito delle legittime prese di posizione delle forze politiche parlamentari contro un accordo che può senza alcun tema di smentita definirsi una vera e propria truffa ai danni della Sicilia e dei siciliani, ha a più riprese a mezzo stampa smentito sé stesso affermando “Sono stato preso anche per pazzo perché, secondo qualcuno, ho rinunciato a 9 miliardi di crediti” e “Sciocchezze. Quei miliardi non sono scritti da nessuna parte, perché il credito non viene riconosciuto”.

Alla luce di tutto questo già nelle scorse settimane avevamo presentato una mozione di sfiducia che si è però fermata alle 8 firme dei nostri due gruppi parlamentari. Comprendiamo che magari per le pseudo opposizioni fosse una mossa troppo coraggiosa da compiere. Oggi però pretendiamo che l’aula affronti la questione. Pretendiamo che il Governo regionale fornisca chiarimenti e soprattutto pretendiamo che agisca presso le competenti sedi istituzionali affinché si giunga celermente alla rinegoziazione dell’Accordo tra il Presidente della Regione siciliana ed il Ministro dell’economia e delle finanze sottoscritto il 16 dicembre 2022. Sud chiama Nord e Sicilia Vera hanno presentato una mozione chiedendo proprio questo. Non accetteremo compromessi e non siamo pronti ad assistere passivamente a questo strozzinaggio di Stato”.

 

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Flash news

L’on Falcone tra sindaci, ex sindaci e azzurri delusi continua a mettere radici in città

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L’eurodeputato Marco Falcone conferma di avere un suo nutrito seguito in città. Lo dimostra la folta partecipazione venerdi sera ad una riunione convocata via chat e con il passaparola.  Tra i presenti gli ex consiglieri Carlo Romano e Saro Trainito, l’ex sindaco Lucio Greco, l’ex presidente del consiglio Totò Sammito, l’ex assessore Totò Incardona. Amici storici dunque ma anche nuovi amici tra i delusi della gestione mancusiana.

Ed in effetti non sono state poche le lamentele emerse rispetto ai fatti interni di Forza Italia. Il chiacchiericcio che ha sollevato questa riunione è stato notevole: ad esempio la presenza di Trainito molto amico del capogruppo consiliare Antonino Biundo che nelle stesse ore era impegnato nella polemica a distanza con Nadia Gnoffo e Enzo Cirignotta, dell’ex sindaco Lucio Greco che potrebbe ritornare nel suo partito dopo la parentesi civica, un eventuale ingresso anche di Totò Incardona l’assessore più vicino a Greco.

Di certo i falconiani a Gela esistono e il tesseramento e il congresso dimostreranno la loro forza. I mancusiani insomma dovranno darsi da fare. Non possono dormire sonni tranquilli. Dulcis in fundo è arrivato pure il sindaco Terenziano Di Stefano (che di amici politici in comune  con Falcone ne ha diversi)  a chiedere aiuto all’ eurodeputato su alcune questioni importanti per il territorio. Lo stesso Di Stefano che per l’Oiv del Comune nominò la forzista falconiana Anna Comandatore, salvo poi ad essere costretto a ritirare la nomina per mancanza di requisiti.

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Politica

Casse risanate a Mussomeli

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Mussomeli- Nel corso della seduta del consilio comunale di venerdì 22 novembre 2024, il rendiconto 2023 del Comune di Mussomeli è stato approvato, e con esso è garantita la copertura del disavanzo di circa 1,1 milioni di euro.

Questo traguardo segna un passo storico verso il risanamento definitivo e la sostenibilità finanziaria del Comune.

“La gestione oculata delle risorse – dice il sindaco Giuseppe Catania-unita all’impegno costante dell’amministrazione ci permette oggi di guardare con fiducia al futuro.

Mussomeli torna così a essere virtuoso, con una situazione finanziaria solida che apre la strada a nuove opportunità per la crescita e lo sviluppo della nostra comunità.

Rivolgo i miei più sentiti ringraziamenti al presidente del consiglio Gianluca Nigrelli, agli assessori Seby Lo Conte, Jessica Valenza, Michele Spoto e Toti Nigrelli, ai miei consiglieri Yosella Schifano, Salvina Mingoia, Rosalia Morreale, Calogero Misuraca, Salvatore Castiglione, Enzo Vullo, al Segretario Comunale, ai Responsabili di Area, agli uffici e a tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo risultato”.

Questa è la dimostrazione che insieme si può risanare un comune che avevo preso in dissesto e che adesso ha tutte le condizioni per programmare un  futuro migliore per il nostro paese!

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L’on.Mancuso (F.I):”il sindaco,frutto di inciucio politico, non provi più a spaccare il mio partito”

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” Il sindaco espressione scientifica di un inciucio politico, non si permetta mai più di entrare a gamba tesa nella vita interna di Forza Italia che è un partito unito dove ciascuno ha libertà di esprimere il proprio pensiero. Pensarla diversamente su un te ma non significa essere spaccati. Non ci interessa sapere chi Di Stefano riconosce e chi no in Forza Italia. Le elezioni noi le abbiamo perse, tutto il partito le ha perse, io le ho perse a Gela. Chi ha perso ha comunque il diritto di esprimere la propria opinione sui temi che riguardano la città tanto più se si tratta di dirigenti del partito”: interviene duramente sulle vicende locali come mai ha fatto prima l’on. Michele Mancuso.

Prende la parola dopo le vicende di questi giorni. La polemica cioè sul dissesto del Comune, con il capogruppo forzista Antonino Biundo che si dichiara collaborativo, i dirigenti Gnoffo e Cirignotta che prendono le distanze dalla linea morbida, Biundo che replica che la linea del partito la decide il segretario e il capogruppo con l’on Mancuso e , infine,il sindaco che getta legna sul fuoco riconoscendo come Forza Italia solo Biundo, Mancuso e Falcone e non chi ha perso le elezioni e ancora non si rassegna.

Mancuso non ha gradito queste dichiarazioni del sindaco e gli manda a dire che Forza Italia non ha bisogno dei riconoscimenti di un sindaco frutto del peggiore degli inciuci politici.

“Forza Italia è unita e ha le idee chiare.Quando la città ha bisogno e lui chiede aiuto interveniamo. Lo abbiamo fatto e lo faremo.Ma siamo all’opposizione, non abbiamo nulla a che vedere con lui e la sua coalizione. Come opposizione il nostro dovere è controllare e criticare quando necessario fuori e dentro il consiglio.Non ci provi più Di Stefano a mettere zizzania nel mio partito”

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