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Cosa aiuta la coppia a durare nel tempo

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Nuovo appuntamento con la rubrica di approfondimento di psicologia applicata ai valori cristiani.

“Qualche volta ci viene chiesto, dai giovani che incontriamo, se abbiamo un segreto da condividere considerato che stiamo insieme da 44 anni: otto da fidanzati e il resto da sposati. Non abbiamo la presunzione di offrire ricette, ma la domanda su cosa
aiuti una coppia a durare nel tempo è stata ed è occasione di riflessione.
Pensando alla nostra storia, e a quella delle coppie che abbiamo accompagnato, ci pare che la benevolenza, l’accudimento, il perdono, la intimità, la capacità di negoziare le differenze, la sensibilità spirituale, la comune vocazione siano alcune delle dimensioni che hanno protetto la nostra coppia. Ne siamo più consapevoli,oggi, leggendo la nostra storia con sguardo retrospettivo. Proviamo a descriverle.
-La benevolenza è la capacità di riconoscere il buono e il bello nel partner. Non si tratta di buonismo che nega la realtà, né di colorare di rosa quello che accade. È liberare l’altro dalle nostre pretese. È imparare a cogliere e verificare insieme le intenzionalità positive che il partner desidera esprimere anche quando, in un primo momento, lo fa in un modo sofferto, indiretto o impulsivo. È disattivare dentro di noi la propensione a criticare nella consapevolezza che siamo cresciuti con una pedagogia più attenta a sottolineare colpe ed errori che a valorizzare il positivo e a incoraggiare. Benevolenza è ricordare che l’altro fa del suo meglio, quello di cui è capace e nel modo in cui lo ha appreso. È ricordare che tanti dolori, che le coppie si infliggono, sono frutto di inconsapevolezza e non di cattiveria.

Accudimento è prendersi reciprocamente cura dei bisogni, della fatica, dei problemi che la vita pone. La vita è squilibrata. Ti richiede cambiamenti e nuovi adattamenti. Ti impone degli stop che richiedono nuove ripartenze. Ci sono tanti snodi e tanti momenti di crisi in cui abbiamo bisogno di poter contare sulla forza del partner e non solo sulla nostra. Ci sono momenti in cui abbiamo bisogno di una mano. Accudire è risparmiare al partner ferite emotive rassicurandolo nelle sue paure, nelle sue gelosie. “Come stai? Hai bisogno di qualcosa? Vuoi che ti aiuto? In cosa vorresti sentirti più capito/a? Cosa ti fa stare meglio?…” Sono alcune domande del prendersi cura.

Il perdono. Senza perdono non c’è coppia. Il perdono è la festa della coppia e della famiglia. A volte non c’è niente da perdonarsi, ma solo la necessità di chiarirsi.
Perdonarsi gli inevitabili errori, i torti inconsapevoli, i momenti in cui ci ritroviamo ad essere più miserabili di quello che vorremmo aiuta la coppia a ripartire. Perdonare settanta volte sette. Tutte le volte che è necessario senza tenere la contabilità, perché se tengo il conto delle volte che ho perdonato rischio di prepararmi ad un litigio finale in cui rinfacciare i miei meriti e la mia…”superiorità morale”.

Intimità è essere capaci di nudità emotiva, di nudità del cuore. È affidarsi reciprocamente le vulnerabilità senza pretendere dall’altro impossibili perfezioni. È fare spazio ai vissuti che abbiamo nel cuore, lasciandosi raggiungere dalla tristezza, dalla rabbia, dalla paura dell’altro senza giudicare. È l’arte di essere liberi e autentici di fronte all’altro. È occasione di guarigione dalla grande paura di non piacere e di perdere la faccia perché abbiamo imparato ad avere compassione reciproca. L’intimità, la nudità emotiva dà profondità e novità all’intimità sessuale perché i corpi si consumano, ma l’incontro tra i corpi e le anime regala novità infinite. L’intimità è aver maturato amore incondizionato, amore “senza se e senza ma”.

Negoziare. Le differenze non vanno negate. Vanno riconosciute e negoziate. Una delle cose più difficile per la coppia è imparare a sentirsi uguali senza vivere le differenze con vissuti di superiorità o inferiorità. È imparare un’arte faticosa, ma necessaria: continuare a darsi la parola anche quando le differenze sembrano irriducibili. La coppia per funzionare è chiamata ad una negoziazione permanente sulle grandi scelte e su una infinità di piccole scelte quotidiane. Le grandi scelte, quelle su una casa da acquistare, su un trasferimento, su un nuovo lavoro, sui figli non si possono imporre. Bisogna darsi tutto il tempo necessario per maturarle insieme. Ma anche le piccole scelte su come “sopravvivere” ogni giorno, su come organizzare la vita all’interno e all’esterno della casa richiede negoziazione, regole esplicite e concordate, chiarezza dei compiti…
Saper trovare un compromesso, saper cedere per amore, saper delegare, saper farsi carico, sapersi fidare e affidare, chiedere all’altro di fidarsi e affidarsi sono le opzioni flessibili che possono fare diventare le differenze una opportunità.

Spiritualità. La relazione si nutre di pause, di silenzio, di interiorità, di preghiera, di intimità con Dio, di capacità di togliersi i sandali per accostarsi al mistero della vita. Ritagliarsi momenti spirituali personali e di coppia è una risorsa straordinaria. Siamo essere materiali, biologici, psicologici, spirituali e la coppia ha bisogno di nutrimento fisico, mentale, affettivo, spirituale. Ci sono preghiere che attraversano le diverse stagioni della vita di coppia. Preghiere di gratitudine, di lode, di intercessione, di perdono, di lamentazione, di imprecazione che danno voce, profondità, sollievo alla nostra anima. Spiritualità è dare senso al dolore, all’amore, alla morte, ai limiti invalicabili che la vita ci pone. È ricordarsi che siamo creature e non divinità. È permettere a Dio di abitare con il suo amore la stanza più grande del nostro cuore per sostenere ogni nostro amore: per il partner, per i figli, per i genitori, per i fratelli, per gli amici, per i… nemici.

Vocazione. Amarsi non è un fatto solo privato. È vivere la responsabilità di appartenere ad una comunità per costruirla con le altre coppie e le altre famiglie. È questa la vocazione di cui ogni coppia con la sua originalità è chiamata a farsi carico.
Non chiudersi al mondo esterno, partecipare in modo attivo alla vita sociale, sentirsi protagonista e responsabile del destino collettivo è un fattore protettivo e nutriente per la coppia. Condividere gli stessi orizzonti di senso, battersi per gli stessi ideali, perseguire alcuni obiettivi comuni è una straordinaria risorsa. Per noi lo è stata. La comune vocazione che ci ha visti impegnati insieme nell’animazione di gruppi giovanili, nella formazione dei genitori e degli educatori, nel servizio alla comunità ecclesiale, nella carità culturale e politica ci ha regalato tanti momenti appassionanti, creativi anche se faticosi e persino dolorosi. Ma il bilancio lo sentiamo di gran lunga in attivo perché quello che abbiamo ricevuto è molto di più di quanto abbiamo dato…
Si, la coppia può durare anche se in questo tempo di liquidità l’amore per sempre può sembrare impossibile.
Ci colpisce che quando, ai giovani che ce lo chiedono, diciamo che siamo insieme da 44 anni e che ci vogliamo ancora molto bene, da una parte ci guardano come marziani, ma dall’altra hanno negli occhi una luce che sembra voler dire che, nonostante le disillusioni e i fallimenti, desiderano amare per sempre: con benevolenza, accudimento, perdono, intimità, accoglienza delle differenze, sensibilità spirituale e con una missione da condividere”.

Tonino Solarino- Rosaria Perricone

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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Panchine: la guerra continua…

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Ha sollevato un polverone la nota dei residenti di Borgo Valentina sulla rimozione delle panchine della piazzetta dell’amicizia. Hanno preso la parola anche esponenti della politica locale, valutando l’ episodio con parole altisonanti. Adesso riceviamo una risposta di un altro residente, Antonio Cipolla, che fornisce la sua versione diametralmente opposta.

“Mi preme chiarire la vicenda delle panchine di Borgo Valentina. Partendo dal fatto che quelle panchine sono state apposte abusivamente non dall’amministrazione, ma da un residente senza chiedere autorizzazione alcuna e tramite conoscenze, perché quelle panchine erano state spostate da qualche altra parte per fare dei lavori comunali (da qualche informazione presa in passato quando ce le siamo trovate installate lì), e mai più ritornate nel posto dove dovevano andare.

Aggiungo che quelle panchine non erano assolutamente frequentate da famiglie con bambini del quartiere, ma da ragazzi che a tutte le ore della notte soprattutto, ma anche del giorno, gruppi anche numerosi, arrivavano addirittura quasi come fosse un appuntamento fisso alle 2, 3 di notte per riunirsi lì, se non altre volte alle 22/23 per rimanere là anche fino alle quattro di mattina, addirittura oltre gli schiamazzi giocando al pallone a notte fonda e sentendosi la musica dalle auto oppure con casse portatili molto forti (e ho video che lo dimostrano), comodi in piazzetta, costringendoci ogni notte a chiamare la polizia che purtroppo non sempre viene, costringendo noi residenti a non dormire la notte e andare al lavoro l’indomani senza sonno.

Ormai molti residenti come me, specialmente quelli che siamo limitrofi a quel luogo, eravamo totalmente esasperati e tanti a differenza di quello che c’è scritto, abbiamo tirato un bel sospiro di sollievo del fatto che finalmente le panchine se ne sono andate. Il Comune occorre precisare che penso si sia solo ripreso quello che era di sua appartenenza per rimetterle sicuramente in luoghi comunali, e non privati non autorizzati dove soprattutto vi è molta gente che, al contrario, non ne poteva più”.

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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Le panchine della discordia….

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Il 14 febbraio è ricordato come il giorno dell’amore e dei regali. Ma altro che amore e regali, per i residenti di Borgo Valentina invece, da quest’anno, lo ricordano come il giorno dello scippo. Protagonista le panchine vaganti di Gela che da anni si vedono in vari punti della città e che oggi creano discordia.

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo questa nota a firma dei residenti.

“Ha dell’incredibile quanto accaduto a Borgo Valentina il 14 Febbraio, il Comune di Gela spoglia il quartiere invece di valorizzarlo!

Da anni i residenti si prendono cura, di uno spazio esterno nel periodo primaverile ed estivo con la pulizia e la sistemazione di giochi per bambini con grande sacrificio visto che questo viene fatto a spese dei residenti.

La piccola piazzetta non è ancora stata ceduta ufficialmente al Comune, ma per i residenti è diventata un punto ad uso delle famiglie e dei bambini del quartiere: lo spazio è stato chiamato ‘Piazzetta dell’amicizia’ .

L’ amministrazione Greco aveva pensato di sistemare lì qualche panchina per arricchire la piazzetta: i residenti le hanno poi colorate e abbellite con giochi e scivoli, creando uno spazio sicuro per i figli dei residenti. Hanno tagliato l’erba alta in primavera e realizzando opere di disinfestazione in estate …

E cosa succede il 14 Febbraio ? Un camioncino del Comune, con personale della ditta Ghelas e addirittura un consigliere comunale a bordo, si presenta e porta via le belle panchine, senza una spiegazione plausibile, visto che erano state sistemate lì dall’ amministrazione comunale precedente a questa di cui lo stesso sindaco faceva parte.

Tutto questo senza un motivo. I residenti oggi pensano: “chissà forse per far piacere a qualche amico che abita vicino la piazzetta perché evidentemente il suono delle risate dei bambini da’ fastidio.

Invece di preoccuparsi di migliorare il quartiere e garantire ai nostri figli spazi di socialità e gioco, il Comune di Gela ci leva tutto, lasciando un quartiere già in difficoltà ancora più abbandonato e spoglio. I quartieri non vanno spogliati, vanno curati. Tutti i bambini di Gela hanno gli stessi diritti, e le periferie non possono essere trattate come zone di serie B.

Pretendiamo che il Comune spieghi pubblicamente quanto accaduto e, soprattutto, restituisca ai residenti di Borgo Valentina ciò che è stato tolto senza motivo. Non ci faremo mettere da parte né permetteremo che la voce dei nostri bambini venga zittita così facilmente! Gli anziani e gli adolescenti di Borgo Valentina non si arrendono!”

Il consigliere comunale indicato dai residenti è Massimiliano Giorrannello. Gli abbiamo chiesto lumi.

“È vero, c’ero io quel giorno al Borgo Valentina per assistere al lavoro della Ghelas.

Il fatto è che quelle che indicano i cittadini sono le panchine della legalità regalate da Don Luigi Ciotti a Gela al tempo dell’amministrazione Crocetta che pian piano sono sparite dal centro storico. In questo caso alcune di quelle panchine si trovavano al Belvedere adiacente alla chiesa dei padri Cappuccini a disposizione dei cittadini che godono della vista di quel sito.

Inoltre ci risulta che quell’area sia privata.

Se i residenti hanno l’autorizzazione all’uso dello spazio esterno, facciano regolare richiesta e il Comune sarà ben lieto di assegnare anche perché molte panchine adesso si trovano nei magazzini comunali, ma è necessario seguire la normale procedura e tutto si appiana”.

Le panchine della legalità sono state donate come simbolo di normalità ma, nel tempo, ‘hanno fatto giri immensi’, sparite dal centro storico e avvistate in angoli e viuzze e adesso creano discordie….

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Cucina

Lo chef Totò Catania propone: crema di carote, miso e arancia

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Stavo sperimentando nuove idee per un aperitivo di benvenuto da proporre al ristorante, ed ho cavato dal mio cilindro magico da chef un’idea davvero graziosa e saporita. Una crema di carote che userò su una tartelletta di brisée con una spolverata di sesamo, ma potrebbe essere benissimo gustata come portata principale vegana accompagnata con dei crostini oppure come salsa di accompagnamento per pesce o magari con una carne come l’anatra.

La realizzazione è molto semplice. Pelate delle carote ed affettatele. Tuffate le carote in un leggero soffritto di aglio e peperoncino e lasciate prendere il calore qualche minuto. Allungate la cottura usando del brodo vegetale o anche semplicemente dell’acqua. A metà cottura aggiungete una cucchiaiata di miso, niente sale ma solo qualche goccia di salsa di soia e proseguite la cottura fino a quando le carote saranno morbide.

A fine cottura aggiungete del succo di arancia fresco ed una grattatina della sua scorza. A questo punto frullate il tutto montando leggermente con un olio evo fragrante. Il risultato deve essere cremoso, non troppo liquido. Dolce, piccante, umami, agrumato. Niente male per un aperitivo di benvenuto originale.

Chef Totò Catania

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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