Tasse alle stelle, incandidabilità per gli amministratori e spese ridotte al minimo. Sono solo alcune delle conseguenze a cui va incontro un ente locale in caso di dichiarazione di dissesto finanziario. L’informazione è utile viste le condizioni cui è esposto adesso il Comune di Gela. Ne abbiamo parlato con il deputato all’Ars di Fratelli d’Italia, on. Giuseppe Catania, per le sue competenze professionali, laurea in Scienze Economiche e Gestione aziendale Consulente aziendale titolare di uno studio specializzato e dal 23 novembre scorso componente della Commissione bilancio della Regione Sicilia.
Il dissesto finanziario di un comune è una procedura che coinvolge la politica e l’apparato economico-finanziario.
Il dissesto è diverso dal fallimento di un’impresa privata in quanto non si può determinare l’estinzione del Comune proprio perché gli enti locali non possono cessare di esistere come una semplice impresa privata, ma bisogna garantire la continuità amministrativa.
Procedura che crea di fatto una frattura tra la precedente amministrazione e l’amministrazione controllata, permettendo al comune in dissesto di ripartire libero dai debiti, ma libero anche dai crediti e dal suo patrimonio, che verranno ceduti per consentire la liquidazione.
Tutto ciò che concerne il “pregresso” viene estrapolato dal bilancio comunale e trasferito alla gestione straordinaria che si occupa della liquidazione e che ha competenza su tutti i debiti correlati alla gestione entro il 31/12 dell’anno precedente a quello dell’ipotesi di bilancio riequilibrato, anche se venissero accertati successivamente.
L’art. 244 del Testo Unico sull’ordinamento locale stabilisce che si ha dissesto finanziario quando un ente non è più in grado di assolvere alle “ordinarie” funzioni ed ai servizi definiti indispensabili, quando nei confronti dell’Ente esistono crediti di terzi ai quali non si riesce a far fronte con il mezzo ordinario del riequilibrio di bilancio né con lo strumento straordinario del debito fuori bilancio.
La mancata definizione di un piano di rientro espone dunque un’amministrazione ai tanto temuti interessi passivi sul debito: giorno dopo giorno infatti, anche se non si contraggono nuovi debiti, l’esposizione debitoria aumenta, proprio per effetto degli interessi. I mutui vengono rinegoziati allungando i tempi di pagamento ma aumentando le rate, le finanziarie erogano prestiti ad interessi del 14%; insomma, più o meno ciò che succede a qualsiasi famiglia che abbia bisogno di liquidità.
Nel momento in cui viene dichiarato il dissesto del comune, sindaco, giunta e consiglio resterebbero in carica ma verrebbero coadiuvati da una commissione espressamente designata dal Ministero degli Interni.
La commissione si occuperebbe del disavanzo pregresso, mentre l’amministrazione gestirebbe il bilancio “risanato” come è successo per l’Alitalia.
La sola ipotesi di commissariamento del Comune si verificherebbe nel caso in cui l’amministrazione non dovesse approvare il bilancio di previsione (la cui scadenza è alla fine del mese di maggio).
L’eventuale dichiarazione del dissesto di fatto congelerebbe invece la scadenza del bilancio stesso, mettendo in moto una procedura diversa per la definizione e l’approvazione del bilancio; le conseguenze maggiori del dissesto finanziario si hanno sotto il profilo contabile.
Viene chiesto all’Ente locale di “contribuire” al risanamento attraverso l’adozione di provvedimenti eccezionali.
L’Ente dissestato è tenuto ad approvare un nuovo bilancio, basato principalmente sull’elevazione delle proprie entrate al livello massimo consentito dalla legge, vale a dire che tutte le tasse comunali (IMU, addizionale comunale, TARSU) saranno aumentate il più possibile fino ad arrivare al tetto massimo consentito dalla legge, basato, inoltre, sul contrasto all’evasione e sul contenimento di tutte le spese.
Spese comunali significa innanzitutto personale, la legge prevede che gli impiegati comunali devono essere nella misura di 1 su 93, pertanto da questa procedura scaturiranno esuberi di personale che verrà posto in mobilità.
Il comune è tenuto a contribuire all’onere della liquidazione in particolare con l’alienazione del patrimonio disponibile non strettamente necessario all’esercizio delle funzioni istituzionali, la destinazione degli avanzi di amministrazione dei cinque anni a partire da quello del dissesto e delle entrate straordinarie, la contrazione di un mutuo a carico del proprio bilancio.
La dichiarazione di dissesto, in breve tempo, è parsa ai politici locali una negatività da evitare al fine di non essere costretti ad emanare provvedimenti così impopolari.
I provvedimenti da adottare in materia di personale e di tributi locali sono ritenuti così pesanti che gli enti arrivano il più delle volte alla dichiarazione di dissesto solo quando, a seguito delle azioni esecutive dei creditori che pignorano le somme della cassa comunale, non è più possibile pagare neppure gli stipendi al personale dipendente.
La dichiarazione di dissesto produce tre ordini di effetti che riguardano: i creditori, la gestione ordinaria dell’ente locale e gli amministratori dello stesso ente.
Le conseguenze sui creditori operano fin dall’inizio; quelle sugli amministratori sono soltanto eventuali; quelle sulla gestione ordinaria (così come l’inizio dell’attività dell’organo straordinario di liquidazione) sono rinviate all’esercizio successivo nel caso in cui l’ente abbia già deliberato il bilancio di previsione per l’esercizio nel corso del quale è adottata la dichiarazione di dissesto.
A) Le conseguenze sugli amministratori sono limitate a quelli che la Corte dei conti ha individuato come i responsabili del dissesto imputando loro i danni per dolo o colpa grave, nei cinque anni precedenti il verificarsi del dissesto finanziario.
Gli amministratori così riconosciuti responsabili non possono ricoprire, per un periodo di cinque anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali o di rappresentante di tali enti presso istituzioni, organismi ed enti pubblici o privati, quando, valutate le circostanze e le cause che hanno determinato il dissesto, si accerti che questo è diretta conseguenza delle azioni od omissioni per le quali l’amministratore è stato riconosciuto responsabile.
L’interdizione temporanea dai pubblici uffici può essere considerata una sanzione accessoria ed automatica a quella principale della condanna patrimoniale.
B) Le conseguenze sui creditori riguardano i rapporti obbligatori rientranti nella competenza dell’organo straordinario di liquidazione e consistono nella cristallizzazione dei debiti, che non producono più interessi né sono soggetti a rivalutazione monetaria, nonché nell’estinzione delle procedure esecutive in corso, con conseguente inefficacia dei pignoramenti eventualmente eseguiti, e nell’impossibilità di intraprendere o proseguire azioni esecutive nei confronti dell’ente.
In sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla presenza dei Sindaci di Caltanissetta e Gela, sono stati approvati i progetti di videosorveglianza presentati dai Comuni di Caltanissetta e Gela nell’ambito dei finanziamenti del Programma Operativo Complementare “Legalità 2014-2020” . Le progettualità avevano già superato il vaglio della Zona Telecomunicazioni della Polizia di Stato di Palermo e, dopo l’ulteriore e attento esame da parte della competente Autorità di gestione, i progetti di Caltanissetta e Gela sono stati ammessi al finanziamento rispettivamente per € 219.452,08 e per €.234.220,13 in correlazione con la dimensione anagrafica dei due enti locali.
Lo ha reso noto la Prefettura di Caltanissetta. Nel corso dell’incontro è stato evidenziato l’impegno profuso nella elaborazione dei progetti e ribadita l’importanza di dotare i territori comunali di apparati di videosorveglianza quale imprescindibile strumento per accrescere la sicurezza e per rafforzare, anche grazie alla connessione con le Sale operative delle Forze dell’ordine e dell’azione preventiva. L’impiego di tali strumenti, è stato sottolineato, unitamente ad altri importanti iniziative sul piano della prevenzione, come la recente stipula con i due Comuni del Patto per l’attuazione della sicurezza urbana, concorre a incrementare la sicurezza percepita e reale offrendo, peraltro, un utilissimo strumento di supporto all’attività della polizia giudiziaria. Al termine della riunione, i Sindaci dei due Comuni che hanno ottenuto il finanziamento hanno espresso particolare apprezzamento per l’ulteriore opportunità offerta dal Ministero che ha permesso di accedere a fonti di finanziamento complementari per la realizzazione di dispositivi di videosorveglianza e hanno espresso il loro forte ringraziamento per l’azione di coordinamento e supporto svolta dalla Prefettura e dei tecnici della Zona TLC che hanno contribuito al perseguimento del positivo risultato.
“Alimentazione sana per i nostri bambini”. Questo il tema dell’incontro promosso dai club Lions Gela host e Lions Butera e Terre federiciane all’istituto comprensivo “Romagnoli” diretto da Gianfranco Mancuso. I due club, presieduti rispettivamente da Grazio Di Bartolo e Angela Testa, hanno proposto la riflessione su un’importante tematica.
La corretta alimentazione è infatti un perno nella fase di crescita per bambini e ragazzi: è stato il pediatra nutrizionista Epifanio Battaglia a condurre i presenti sul tema tenendo alta l’attenzione del pubblico, coinvolgendolo con interessanti approfondimenti.
Con la recente apertura della Biblioteca comunale, è possibile consultare una monografia di Giusepor Andrea Alessi dal titolo: “Gela – Mura greche di Caposoprano – Nuove e più ampie considerazioni”.
“Già nel 1992 – dice l’autore- avevo donato una prima monografia sempre sulle Mura di fortificazionigreche, poiché stavano subendo, tra gli anni 80’ e gli inizi del 1990, danni pressochèirreparabili, determinando poco dopo un intervento da parte della Sovrintendenza. Quest’ultima pubblicazione, come si può dedurre dal titolo, approfondisce con nuove e ulteriori considerazioni la loro datazione di fine V sec. a. C., indebolendo l’ipotesi che anche la parte lapidea sia stata realizzata durante il periodo timoleonteo, subito dopo il 339 a. C. Per quanto riguarda la data di costruzione delle Mura non tutti gli studiosi sonod’accordo. Pietro Griffo (ex Sovrint. di Palermo, Agrigento e Sovrintendenza della regione Lazio, che condusse le prime tre campagne di scavo), Massimo Valerio Manfredi (storico, archeologo, accademico italiano, divulgatore culturale televisivo, scrittore), Julius Schubring (topografo tedesco, il quale formulò per primo il luogo dove si svolse labattaglia del 405) e Eugenio Galdieri (architetto, esperto sul restauro del mattonecrudo, che ha effettuato agli inizi del 90’ l’ultimo intervento sulle Mura), concordano tutti, con varie motivazioni che le Mura esistevano ancor prima della battaglia di Gela svoltasi nel 405 a. C., descritta da Diodoro siculo”
Anche Alessi propende di datare la sola parte lapidea delle Mura al V sec. a. C., aggiungendo ulteriori motivazioni, mentre i vari innalzamenti con mattoni crudi, cotti al sole -alcuni decenni fa era possibile osservare tre variazioni di colore diverso- sono da attribuire al periodo timoleonteo e a datazioni successive. Soltanto Piero Orlandini (accademico dei Lincei) li data al periodo timoleonteo. La donazione di questa pubblicazione ha anche lo scopo di sensibilizzare maggiormente i conterranei, compreso la classe politica, nei confronti di questo “unicum” poichè sta attraversando da qualche anno un degrado cavalcante con lesioni e crepe.