È stato commemorato il 34° anniversario della morte del Carabiniere
Roberto Ticli, Medaglia d’Argento al Valor Militare “Alla Memoria”, occorsa la notte
dell’1 Ottobre 1990, a Porto Ceresio (VA), dove il giovanissimo Carabiniere,
originario di Niscemi (CL), espletava il proprio servizio quale addetto alla Stazione
Carabinieri.
Capo-pattuglia nell’ambito di un servizio per la ricerca e la cattura di latitanti, il
Car. Ticli procedeva al controllo di un individuo, che alla vista dei militari tentava di
defilarsi. Alla richiesta dei documenti, il sospettato consegnava una carta di identità falsa.
Resosi conto delle perplessità sull’autenticità del documento, l ‘uomo si è dato alla fuga e esplodeva 2 colpi di revolver, uno dei quali attingeva al torace il Carabiniere Ticli. Il militare, prima di accasciarsi, riusciva a rispondere al fuoco con le armi d’ordinanza in dotazione; soccorso e ricoverato presso l’ospedale di Varese, il Car. Ticli alle 3:00 è morto per arresto cardiaco dopo essere stato sottoposto ad intervento chirurgico.
I Carabinieri si sono messi alla ricerca e all’arresto del malvivente: un
cittadino svizzero colpito da mandato di cattura internazionale per rapina. L’uomo, condotto in caserma, ammetteva le proprie responsabilità e forniva indicazioni per il recupero della pistola utilizzata.
La semplice ma toccante cerimonia commemorativa, alla presenza dell’anziano padre e del fratello del caduto, del Colonnello Alessandro Mucci, Comandante Provinciale dei
Carabinieri di Caltanissetta, del Ten. Col. Marco Montemagno, Comandante del Reparto
Territoriale dei Carabinieri di Gela, di una rappresentanza dell’amministrazione comunale di Niscemi e di una rappresentanza di tutte le Forze di Polizia locali, si è svolta dapprima presso il locale cimitero, con la deposizione di una corona d’alloro sul monumento funebre che accoglie le spoglie mortali del militare e, successivamente, nella Chiesa Madre di Niscemi, con la celebrazione di una Santa Messa officiata da Don Salvatore Falzone, Cappellano Militare del Comando Legione Carabinieri Sicilia e dal parroco della Chiesa Madre Don Massimo Ingegnoso