Mazzarino – L’11 febbraio 2013 successe un fatto clamoroso che non si registrava dai tempi del Medioevo con il ‘gran rifiuto’ di Celestino V: Papa Benedetto XVI annunciò le proprie dimissioni che, stando alla vulgata mainstream, ebbero effetto alle ore 20 del successivo 28 febbraio. Ratzinger sarebbe stato il primo Papa dell’era moderna a rinunciare al soglio pontificio. Cosa lo avrebbe spinto a farlo? E soprattutto, ci siamo mai chiesti se in effetti avesse davvero voluto abdicare?
La Declaratio, con cui annunciava le proprie intenzioni presenta enormi problematiche giuridiche che, a detta di vari studiosi, la rendono nulla e invalida se interpretata come abdicazione. Come noto, fu pubblicata con alcuni inspiegabili errori di latino, cosa impensabile per Ratzinger, che era un raffinatissimo latinista. Lascia interdetti, quindi, come lui stesso avesse potuto scrivere tre anni dopo che aveva scritto la Declaratio in latino “per non commettere errori”. Tutto ciò si spiega perfettamente, ma solo comprendendo a fondo lo sconvolgente congegno antiusurpazione preparato dal card. Ratzinger e da Giovanni Paolo II fin dal 1983.
Su questo tema si terrà una conferenza dell’autore Andrea Cionci, vincitore Premio internazionale Cartagine 2023, II Edizione Premio Mameli 2023 per la Saggistica.
Partecipano Don Alessandro Maria Minutella, Prof. Diego Fusaro, patrocinato dall’avv. Antonino Ficarra si terrà Sabato 6 Aprile 2024, alle 17:00 nella ex Chiesa Sant’Ignazio di Loyola in via Collegio 8 a Mazzarino.
“Codice Ratzinger” edito da ByoBlu (340 pagg.), pubblicato il 25 maggio 2022, è un bestseller italiano secondo le classifiche di Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, Mondadori e Rizzoli.
Il 14 luglio 2023 l’autore Andrea Cionci è stato insignito del Premio Internazionale Cartagine 2023 con una cerimonia svoltasi in Campidoglio, nella Sala della Protomoteca.
Il 3 dicembre 2023 Andrea Cionci ha vinto il Premio Mameli 2023 – II Edizione – per la Saggistica, assegnato da ENAC – Ente Nazionale Attività Culturali.
Il Libro riassume l’inchiesta condotta dal giornalista Andrea Cionci, basata sul Diritto Canonico, le dichiarazioni di papa Benedetto XVI e comprovata da pareri di insigni studiosi italiani e stranieri.
L’indagine, durata due anni e mezzo, ricca di oltre 900 articoli e di 670 podcast svela la verità sulla “sede totalmente impedita” di papa Benedetto XVI e illustra il raffinatissimo sistema comunicativo usato da Sua Santità, esiliato nel recinto di Pietro, scoperto dall’Autore: il codice Ratzinger, ovvero l’uso della “restrizione mentale larga”, concetto tratto dalla teologia morale.
La presentazione fa parte di un ciclo di 112 conferenze organizzate, da settembre 2022, in tutta Italia in modo spontaneo dai lettori.
E’ durata due anni l’inchiesta dello storico dell’arte e giornalista romano Andrea Cionci, condotta sulle pagine di Libero, Byoblu e RomaIT. “Ho cominciato a interessarmi della questione – commenta l’autore – dopo aver appreso che da otto anni papa Benedetto ripeteva: «Il papa è uno solo», senza mai spiegare quale. Ho capito che ci doveva essere qualcosa sotto, e di grosso”. Le conclusioni dell’indagine, raccolta in “Codice Ratzinger” (Byoblu maggio 2022) oggi fra i dieci bestseller italiani, si possono riassumere in uno scenario dalla portata millenaria.
Papa Benedetto, costretto a togliersi di mezzo dai poteri globalisti e dalla fronda ecclesiastica modernista che sosteneva Bergoglio, nel 2013 non ha affatto abdicato, ma ha “messo alla prova” i suoi nemici con una candida, sincera dichiarazione (la famosa “Declaratio”) in cui, annunciando di rinunciare all’esercizio del potere, si faceva porre dagli stessi cardinali, inconsapevolmente, in Sede totalmente impedita, uno status canonico parallelo alla sede vacante, ma nel quale il papa è prigioniero e impossibilitato a comunicare liberamente. Così, Benedetto XVI è rimasto il papa a tutti gli effetti, benché contemplativo e privato della facoltà di governare, e i suoi nemici, accontentandosi del primo atto che parlasse di “rinuncia”, si sono scismati e annullati da soli convocando un conclave nullo a papa né morto, né abdicatario.
Si svela così il mistero del doppio papato: “una sorta di ministero allargato” fra due papi, sì, ma uno legittimo-contemplativo (Benedetto XVI) e l’altro illegittimo-attivo (Bergoglio). Per distinguersi dall’antipapa, Benedetto è, dunque, l’”emerito”, non “il papa in pensione” (giuridicamente impossibile e, infatti, inesistente), ma “colui che merita”, che “ha diritto” di essere papa, dal verbo latino emereo.
Chi lo dice? Intanto, una ventina di specialisti, teologi, canonisti, giuristi e latinisti che hanno tradotto correttamente la Declaratio dal latino, dove il verbo vacet non sta per “sede vacante”, bensì per “sede vuota”; ma soprattutto è stato lo stesso papa Benedetto che lo ha spiegato con un linguaggio estremamente preciso, ma sottilmente logico, dovuto al fatto che, essendo giuridicamente in prigionia, non poteva parlare liberamente. E’ quello che Cionci ha chiamato il “Codice Ratzinger”, uno stile comunicativo che ricalca quello di Gesù coi suoi nemici ed è destinato a chi “ha orecchie per intendere”.
Andrea Cionci storico dell’arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione per alcune delle più importanti testate italiane come La Stampa, Quotidiano nazionale e Libero. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di ricerca scientifica su Plinio il Vecchio, recensito anche dal New York Times, è stato reporter nei teatri operativi dell’Afghanistan e dal Libano, e da imprese esplorative in Kenya e sull’Himalaya. Nominato a 36 anni Cavaliere al Merito della Repubblica per il suo impegno culturale, ha pubblicato il saggio musicologico “Il tenore collezionista”, di risonanza internazionale, dedicato al primo interprete della Bohème di Puccini; il romanzo “Eugénie” (Bibliotheka), e prodotto vari testi di storia militare inseriti anche in pubblicazioni istituzionali. Ha ispirato la ricostruzione industriale in peso e dimensioni reali del perduto primo carro armato italiano, il Fiat 2000, del 1917, oggi esposto presso il Museo Civico delle Forze Armate di Vicenza.
Scopritore della sede impedita e del codice comunicativo di Sua Santità Benedetto XVI costretto in “sede impedita”, alla fine di maggio 2022 Andrea Cionci ha pubblicato il Libro-inchiesta “Codice Ratzinger” che riassume il lavoro di oltre due anni di indagini, oltre 900 articoli e 670 podcast, lavoro avallato da insigni studiosi italiani e stranieri.
Vincitore del Premio internazionale Cartagine 2023 per l’inchiesta “Codice Ratzinger”. Vincitore della II Edizione del Premio Mameli 2023 per la Saggistica, assegnato da ENAC – Ente Nazionale Attività Culturali.
La Pasqua a Gela è una festa religiosa vissuta intensamente, che coinvolge non solo le comunità ecclesiastiche o i fedeli più attivi ma l’intera popolazione. Le tradizioni sono tramandate di generazione in generazione e restano ancora vivi nella vita dei cittadini che vi partecipano con fede.
Con la domenica delle Palme comincia la Settimana santa. La parrocchia della Chiesa Madre che custodisce le sacre effigi del Cristo e della Madonna Addolorata e che gestisce queste celebrazioni ha reso noto il calendario degli appuntamenti liturgici. Il Mercoledì Santo ricorda il processo di condanna a morte di Gesù: le statue del Cristo e dell’Addolorata sono portate nella Chiesa del Rosario dove i cittadini si recano per il rito del “Bacio dei piedi”. La processione è accompagnata dalle litanie, antichi canti struggenti delle “Lamentazioni”e cori bassi.
Il Giovedì Santo è il giorno della “Lavanda dei piedi”. Si ricorda l’Ultima cena in cui Gesù si china umilmente a lavare i piedi ai suoi discepoli ricordandoci di essere semplici e umili coi nostri fratelli in ogni momento. Le statue sacre vengono portate per le vie del centro storico Federiciano, fino in Chiesa madre, dove vengono infine deposte. Le chiese della città rimangono aperte fino a notte tarda. Ogni chiesa prepara il sepolcro in svariati modi. Tradizionalmente si soleva deporre, il giorno del mercoledì delle ceneri del grano su uno strato di bambagia su cui veniva lasciato germogliare, al buio e al caldo.
Una volta pronto e legato con dei nastri rossi, veniva quindi posizionato sugli altari per simboleggiare l’uscita alla luce del Cristo. Anticamente anche le campane delle chiese venivano legate per sottolineare che non avrebbero più suonato fino alla mezzanotte del sabato santo. Vengono spente tutte le luci nelle chiese ad eccezione di quella del sepolcro.
Il Venerdì Santo si ricorda la passione, la crocifissione e la morte di Gesù. Le statue in processione sono portate fuori dalla Chiesa Madre fino al Calvario. La processione è accompagnata dalle “Litanìe” delle donne addolorate. Poi giunti al Calvario, il Cristo è spogliato e messo in croce e l’Addolorata vien posta accanto a Gesù. I fedeli si raccolgono in preghiera in religioso silenzio. La sera il simulacro di Gesù viene portato in spalla dai marinai gelesi, seguita dall’Addolorata, per tutto il centro storico fino a giungere in Chiesa Madre e vi fa rientro alle 22.30.
Il Sabato Santo è il giorno in cui la Chiesa ci invita ad aspettare con la Madre di Gesù, la Resurrezione. Già dalle prime ore del mattino i fedeli si recano in Chiesa Madre per il funerale del Signore e per la sua sepoltura. Intorno alle 11:00 il simulacro viene estratto dall’urna e riposto sotto l’altare dove verrà coperto. Poi, l’Addolorata viene posta sopra lo stesso altare. La sera si celebra nelle chiese la Veglia Pasquale che culmina a mezzanotte con l’esaltazione della resurrezione di Gesù.
Il Sai MSNA di Niscemi, coordinato da Bruna Consoli, che ospita 15 minori stranieri non accompagnati, è stato lieto di ospitare l’associazione ADI S.C.A.R.L. presso la propria sede.
L’ ADI SCARL nasce dalla solida esperienza maturata dall’ Unione della Samot e Samo nel campo dell’ assistenza domiciliare. Eroga cure domiciliari in convenzione con le Aziende Sanitarie Provinciali della Regione Sicilia.L’ADI si rivolge a una vasta clientela che si trova in una condizione di indigenza. Per l’ occasione si sono omaggiati gli ospiti del Sai MSNA con delle uova di pasqua e una colomba in occasione delle festività pasquali. Un gesto ben gradito che ha portato un momento di gioia ed allegria tra i giovanissimi ospiti della struttura.
Il Comune annuncia con soddisfazione che sono previste cinque giornate di apertura dell’area archeologica delle Mura Timoleontee di Gela per il mese di aprile ovvero il 23, 24, 28, 29 e 30 , dalle 9:00 alle 13:00. Certo, se si considera che l’area che contiene un tesoro unico al mondo viene aperto su prenotazione e solo per miracolo per mancanza di personale di custodia, è una piccola vittoria.
Ma se si pensa che in altri siti le aree archeologiche sono sempre a disposizione dei visitatori che arrivano senza avvertire, è davvero una sconfitta della politica regionale che non riesce a garantire il minimo sindacale in fatto di numero di dipendenti.
“Un’occasione unica per riscoprire la storia millenaria della nostra città e ammirare da vicino uno dei siti archeologici più affascinanti della Sicilia. Riscopriamo la nostra bellezza”. Si legge nell’invito divulgativo dei social.
Carto, occasione unica! Chissà quando capiterà ancora…..