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Ci eravamo tanto amati! Forse…

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La strana, stranissima, storia d’amore, tutta in salsa gelese, tra il PD e Forza Italia che sta mettendo in seria, serissima, difficoltà il sindaco Lucio Greco. Una storia nata male e che sta finendo peggio.

Nata, togliamo il velo da ogni poesia politica, da un unica vera finalità. Tornare, di riffa o di raffa, al timone della città. Come, e con chi, non importava più, a quel punto. L’interregno “spurio” di Domenico Messinese aveva messo alla porta quei partiti e quei soggetti politici che, direttamente o indirettamente, avevano avuto le mani sulle leve del potere della “res publica” gelese praticamente da sempre.

E quei tre anni e mezzo fuori dai gangli della “stanza dei bottoni” erano stati persino insopportabili per chi è stato abituato ad avere le chiavi della città sempre in mano. Per cui, primo round: “fuori dalle biglie” quel sindaco “a-sistemico”. E poi, secondo e definitivo round: “riprendiamoci tutto quello che è nostro!”.

Ammantata dall’immagine di un evento meraviglioso di Madre Natura, ossia l’arcobaleno, è stata messa in piedi una coalizione talmente variegata ed assolutamente innaturale, da un punto di vista politico, che aveva, come detto, il solo scopo di vincere le elezioni per tornare in sella. E, va dato atto a costoro, l’operazione è andata a buon fine.

Senonchè, come Madre Natura insegna, la visione dell’arcobaleno dura il breve volgere di qualche minuto. Più o meno quanto è durata la “pax” tra i vari componenti dell’armata che ha vinto due anni fa le amministrative a Gela.

I mal di pancia degli alleati del “sindaco-giusto” sono praticamente cominciati mentre ancora si festeggiava la vittoria, peraltro risicatissima vista la potenza di fuoco messa in campo dagli “arcobalenini”. Il resto è nella storia di questi due anni di esperienza amministrativa targata-Greco.

Una storia lastricata di zuffe dialettiche, risse sui vari organi di stampa e salite sull’Aventino di buona parte dei consiglieri comunali di maggioranza. Ma rieccoci alla strana e tormentata “liaison” tra PD e Forza Italia. I due maggiori azionisti della premiata ditta “Greco-sindaco”, hanno subito fatto capire che pretendevano il maggior numero di cedole della S.p.A. E quando, anche un pò a sorpresa, il PD ha “tagliato la corda” dell’alleanza, la “love story”, già parecchio logorata con i forzisti, è andata a farsi benedire chissà dove.

Oggi assistiamo, senza che passi un solo giorno, ad attacchi e contrattacchi dall’una e dall’altra parte. In mezzo ai due fuochi c’è un sindaco decisamente disorientato. Che non solo non vorrebbe rinunciare a nessuno dei suoi alleati, terrorizzato com’è di restare sguarnito alla prima occasione, ma che in questi due anni ha dimostrato che più si è e meglio lui si sente.

Motivo per il quale, ad un arcobaleno che si era sin da subito sbiadito e dissipato, Greco ha cercato riparo facendo entrare in giunta (e quindi in maggioranza) ora l’Udc, che in campagna-elettorale era stato tra i più feroci oppositori dell’ipotesi “Greco-sindaco” (basta ricordarsi, ma a Gela la memoria è un optional, degli attacchi frontali a Lucio Greco, sul palco di Piazza Umberto, del segretario regionale dell’Udc, Decio Terrana), fino al recente ingresso di Italia Viva.

Ma il “giusto” è un talento nel decidere di non decidere. Così continua a stare alla finestra, sperando che i suoi vecchi e più forti alleati possano fare pace e tornare all’ovile rinverdendo l’adagio: “Tutti per Lucio, Lucio per Lucio!”. La pace tra PD e Forza Italia, invece, si è oramai definitivamente allontanata.

Ed è strano che il sindaco non capisca che avvicinandosi a grandi passi le elezioni regionali due competitor accaniti, per strappare quelle poltrone palermitane, non possono stare assieme nella sesta città della Sicilia. E così, lui spera e “nicchia”, e nel frattempo Gela continua a sprofondare tra lotte politiche intestine e decisioni forti, ma necessarie, che non vengono mai prese…
           

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“Amore che non sa stare al mondo” il 27 ottobre al teatro Eschilo 

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Appuntamento domenica 27 ottobre al teatro “Eschilo” con lo spettacolo “Amore che non sa stare al mondo”, un’opera di Giuliana Fraglica che parla di quell’amore incapace di amare se stesso. Uno spettacolo generazionale, che ispeziona parole e gesti di questa gioventù contemporanea.

«Una commedia amara che mescola riso e pianto – spiega l’autrice e regista – seguendo lo scopo del teatro: non dare risposte ma fare in modo che lo spettatore si ponga delle domande». Andranno in scena gli allievi attori del VI anno Oplàb. 

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Giovanni Giudice si è dimesso da segretario di Una buona idea

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Si è conclusa l’esperienza come segretario cittadino dell’avvocato Giovanni Giudice. L’esponente di Una buona idea, il movimento fondato da Terenziano Di Stefano, ha guidato il percorso durante la campagna elettorale.

È stato eletto consigliere e poi nominato come capogruppo. Un ruolo che richiede impegno. Così Giudice per fare spazio a nuove leve del movimento che vogliono spendersi in politica ha rassegnato le dimissioni. Spetterà al presidente Rino Licata avviare il percorso per la nomina del nuovo segretario.

Giudice ha ricordato il laboratorio politico creato con Una buona idea, i risultati raggiunti e l’impegno per cambiare la città.

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Dalla Regione 4mln per stipendi del personale delle Ipab

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Quattro milioni di euro per il pagamento degli stipendi e dei contributi previdenziali dei dipendenti delle Ipab (Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza) della Sicilia. L’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali ha liquidato agli enti i fondi per il 2024: 3,2 milioni di euro serviranno per pagare le integrazioni stipendiali e gli oneri previdenziali del personale dipendente delle Ipab e 800 mila euro saranno riservati, invece, alla regolarizzazione contributiva delle posizioni dei dipendenti degli istituti definitivamente inattivi.

«Gli uffici, quest’anno, sono riusciti ad assegnare e liquidare i contributi in anticipo rispetto al passato – dichiara l’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano – L’attenzione del governo Schifani è sempre stata massima sulle condizioni dei lavoratori delle Ipab, molti dei quali attendono numerose mensilità. Questi fondi, infatti, serviranno agli enti per regolarizzare la posizione stipendiale e contributiva dei dipendenti».

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