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Politica

Chiusa la rianimazione. Giudice: “cos’altro deve accadere per svegliare la politica?”

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Chiuso il reparto di rianimazione dell’ospedale Vittorio Emanuele. Dopo l’urologia, la psichiatria, la senologia mai decollata come unità complessa nonostante le proteste e le manifestazioni pubbliche. Il pronto soccorso assediato da anni da orde di pazienti in cerca di assistenza e senza medici. La volontà è chiara: ridurre l’ospedale ad ambulatorio, se non chiuderlo del tutto; ma ognuno mantiene la propria linea per arrivare in cima solo per la propria gloria e non per servizio e senza guardarsi intorno. Chiudere la rianimazione significa che se un paziente subisce un infarto, un incidente o viene colpito da qualunque patologia improvvisa è destinato a morire perchè non può aspettare i tempi di un trasferimento ad un ospedale che dista almeno 100 chilometri. Muore!

“È notizia di oggi che all’ospedale Vittorio Emanuele è chiuso il reparto di rianimazione, tra i più delicati, anzi il più prezioso e se esiste DEVE funzionare dato che in rianimazione vanno i pazienti che hanno subito un intervento delicato o che, per altre mille ragioni, per eventi non programmati rischiano la vita e solo la degenza in rianimazione può salvarli – lo dice il consigliere indipendente di sinistra Paola Giudice – Ma cos’altro deve accadere nella sesta città siciliana abbandonata negli ultimi 20 anni da tanti uomini potenti che hanno rappresentato la città nelle Istituzioni alte della politica regionale?

Comprendo che si è aperta la campagna elettorale per le regionali, continuo a non comprendere il livello di demagogia, retorica e populismo che aleggia su temi cruciali che interessano tutti i cittadini e due, tra le tante questioni aperte, sono la pulizia della città e il buon funzionamento della sanità pubblica.  Chi è DEPUTATO a risolvere i problemi in questi decenni ha fatto finta di affrontarli diramando solo  qualche comunicato stampa di circostanza. Basta con le passerelle, noiose, ingombranti, assolutamente inutili. Basta con le nomine politiche dentro la gestione diretta della sanità pubblica. Il sistema malato delle nomine va avanti da più di 15 anni, ha attraversato il centro, la sinistra e la destra indisturbato e sono in tanti che ancora parlano di dare spazio al merito e alla fine lo spazio è solo per se stessi e le perenni campagne elettorali”.

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La Dc su candidatura Di Stefano:”modello Gela?No.Modello barzelletta”

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Altro che modello Gela , questo è il modello barzelletta: è la reazione a caldo del coordinatore della Dc Giuseppe Licata alla notizia della candidatura ufficiale del sindaco Di Stefano alla presidenza della Provincia.


“Questa compagine amministrativa- dice l’avv.Licata- sta facendo diventare la politica una barzelletta .Il sindaco sposa convintamente il punto programmatico di Franzone per aderire alla provincia di Catania , tant’è che ha provveduto alla nomina dell’avvocato. E cosa fa adesso ?si candida presidente per la provincia di Caltanissetta , addirittura contro Schifani che grazie alla Finanziaria ha permesso lo sblocca royalties per salvare il nostro Comune dal dissesto.Cosa spiegherà ai consiglieri comunali di tutti i comuni della provincia di Caltanissetta ? Votatemi perché voglio fare aderire Gela a Catania?
Siamo alle barzellette !Ci vuole un po’ serietà,lasciando stare la coerenza”

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Di Stefano si candida a presidente dell’ex provincia citando Sturzo.Lettera aperta a sindaci,presidenti e consiglieri

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È cominciata ufficialmente oggi la campagna elettorale del sindaco Terenziano Di Stefano che scende in campo per la carica di presidente dell’ex provincia nissena. Di Stefano ha scritto una lettera aperta ai Sindaci, ai Presidenti e e ai Consiglieri dei Comuni nisseni citando più volte il pensiero di Luigi Sturzo e indicando i cardini del suo programma.

Questo il testo della lettera:
mi rivolgo a voi con spirito di servizio e profondo senso di responsabilità in un momento cruciale per il nostro territorio. Le imminenti elezioni di secondo grado per il Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta rappresentano una sfida che va oltre la semplice amministrazione: è una chiamata all’unità, alla visione e
all’azione concreta per il bene delle nostre comunità.Abbiamo davanti a noi una provincia in difficoltà, segnata da Comuni in dissesto, infrastrutture carenti, scuole
che necessitano di investimenti e una gestione dei servizi essenziali sempre più complessa. A questi problemi si aggiungono sfide sempre più pressanti: crisi idrica, incendi devastanti, crescente disoccupazione nelle aree interne. Non possiamo rimanere fermi. Abbiamo il dovere di costruire un Ente forte, che torni a essere il punto di riferimento per i territori. È con questo spirito che mi candido alla guida del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, con un programma chiaro e fondato su valori autentici.


Il pensiero di Luigi Sturzo, padre del municipalismo italiano, deve essere il nostro faro: “Dare alla società la
libertà che le spetta, alla regione l’autonomia, al comune l’indipendenza.” Oggi più che mai, dobbiamo tornare a una politica che metta al centro la concretezza e l’autonomia degli Enti locali, svincolandoli da logiche centraliste che ne limitano la capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini.
Le battaglie che porteremo avanti con determinazione:

  • Più risorse per i Comuni, per evitare nuovi dissesti e garantire servizi efficienti.
  • Un piano per infrastrutture e mobilità, perché la nostra provincia non può più restare isolata.
  • Investimenti sulle scuole e sulla formazione, per offrire ai giovani un futuro vero.
  • Una gestione moderna e sostenibile dei rifiuti, che riduca i costi e migliori il servizio.
  • Un nuovo approccio nella gestione del demanio, per valorizzare il nostro patrimonio e creare opportunità
    economiche.
  • Un’azione incisiva per le aree interne, contrastando la crisi idrica, la piaga degli incendi e la disoccupazione.
    Questa non è una sfida personale, ma una battaglia collettiva per il rilancio del nostro territorio. Vi invito a
    condividere questa visione e a lavorare insieme per un progetto solido, basato su competenza, autonomia e
    responsabilità.
    Come diceva Sturzo, “la politica non si fa per sé, ma per gli altri”. Solo con questa consapevolezza potremo
    costruire un futuro migliore per la nostra Provincia.Uniti possiamo farcela. Per una Provincia più forte, per un Ente che torni a contare.

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Donegani sull’ex pontile:”i fondi per demolirlo siano usati per tutelarlo.Non si cancelli la storia di Gela”

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Il segretario regionale di PeR interviene sulla notizia che l’iter della Regione prevede ancora in essere la demolizione del pontile sbarcatoio, iter che risale ad anni addietro con la politica e la società civile che si opposero. Infatti i lavori non sono mai partiti e neanche assegnati, Oggi la Regione cambia il responsabile unico del progetto e potrebbe riprendere un accelerazione dell’iter per la demolizione.


Il movimento PeR evidenzia che il Pontile Sbarcatoio è un opera di importanza storica cui è legata la stessa identità culturale, economica e paesaggistica della città di Gela.


“La Regione Siciliana, con sue leggi- sottolinea l’esponente dei progressisti- ha l’obbligo alla valorizzazione ed alla conservazione dei siti e delle strutture esistenti nel suo territorio che abbiano avuto una loro importanza in occasione degli eventi bellici del primo e del secondo conflitto mondiale, preservandone la loro identità.Chiediamo al Sindaco di Stefano e ai nostri Deputati Regionali e Nazionali che si facciano garanti del rispetto di tali norme, imponendo alla Regione Siciliana di impiegare i fondi di cui alla L. Regionale 20.03.2015 n. 5 per assicurare il mantenimento dell’ex pontile sbarcatoio, la sua tutela e la sua giusta valorizzazione quale bene monumentale e storico, oltre che importante simbolo del patrimonio storico-culturale”.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
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