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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Chiesa del Rosario: coperture di piastrelle in stato di degrado

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Dallo storico Nuccio Mulè, riceviamo e pubblichiamo

Preso atto di una mancata risposta degli organi competenti, relativa ad una prima lettera aperta, datata 20 gennaio 2022, con la quale si poneva all’attenzione la precarietà di un bene culturale di pregio nella Chiesa del Rosario di Gela, pongo per la seconda volta all’attenzione dei responsabili delle Istituzioni, la salvaguardia dello stesso bene culturale, oggi maggiormente in fase avanzata di degrado, che si trova ubicato sulla cuspide della torre campanaria della chiesa. Si tratta di due pregiate coperture di piastrelle di maiolica colorate in giallo e verde ramino aderenti l’una all’altra, disposte a squama di pesce alternativamente a formare un motivo a V capovolta, impiantate su un letto di malta; il tutto, oltre ad essere un esempio unico e originale di uso di maioliche dell’ultima produzione ottocentesca di fabbriche siciliane, rappresenta il retaggio di un’arte laterizia che si perde nella notte dei tempi.

Quindi un esempio raro di una pregiata arte antica di notevole valore, un’impronta di un luogo e di una civiltà siciliana, che purtroppo da tempo si trova in uno stato di degrado, probabilmente per mancanza di finanziamenti per il suo restauro nonostante che l’ottocentesca torre campanaria da più di vent’anni sia stata provvista di un ponteggio a tale fine. Da sottolineare che già alla fine degli anni ’80, le piastrelle erano state segnalate per la loro rilevanza in un articolo presentato in occasione del XIX Convegno internazionale della ceramica di Albisola, centro ligure di primaria importanza per la Storia della Ceramica, dalla Prof.ssa Salvina Fiorilla, medievista a livello regionale. Pertanto, per la seconda volta si sollecitano gli organi competenti a intervenire sollecitamente prima che di questo complesso artistico rimanga solamente un ricordo fotografico. E in merito sempre alla chiesa del Rosario, stavolta al suo interno, con la presente si vuole cogliere l’occasione per avere contezza della fine fatta da un affresco o forse una tela dell’Ottocento, che si trovava sul soffitto della navata, quasi sopra l’altare maggiore, opera del pittore locale Filippo Casabene (restauratore presso la Galleria Borghese di Roma) che ritraeva l’”Annunciazione” e che completava assieme agli attuali “Gesù risuscita Lazzaro”, “Gesù e l’Adultera” e “Gesù nel tempio fra i Dottori”, la serie dei quattro dipinti della navata. La sparizione, si spera non definitiva, risale all’ultimo restauro avvenuto intorno al 2010 quando oltre all’interno della chiesa furono restaurati anche i suoi dipinti.

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Paola Giudice:”senza memoria non c’è futuro”

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Dalla presidente del consiglio Paola Giudice riceviamo e pubblichiamo:

Il 25 aprile è, per l’Italia, una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata e della democrazia.Una data storica che deve essere scolpita nella memoria di ognuno di noi, nel solco dei valori della nostra Costituzione.

“La memoria è ciò che fa forte un popolo” come spesso ebbe modo di dire Papa Francesco, che voglio ricordare in questi giorni di lutto del nostro Paese.Ed è proprio così, la memoria, il ricordo perenne di ciò che è stato e non dovrà mai più essere, la nostra storia di libertà deve guidare il nostro cammino nella bellezza della nostra democrazia.

Sono valori che ormai diamo per scontati ma se ci soffermiamo a guardare anche semplicemente la storia di poche generazioni fa ci accorgiamo di quanto sia preziosa la libertà.Un sentimento di gratitudine perenne deve allora pervadere la nostra azione, soprattutto nell’ambito delle Istituzioni democratiche che anche io ho l’onore di rappresentare.

Occorre – oggi e in futuro – far memoria di quelle stragi, di quelle vittime, della Resistenza e sono preziose le iniziative nazionali, regionali e locali che la mantengono viva.Senza memoria, non c’è futuro.E per questo va ripetuto, oggi e sempre.Viva la Liberazione, viva la libertà, viva la Repubblica”.

Paola Giudice
Presidente del Consiglio comunale

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Dal desiderio senza godimento, al godimento senza desiderio

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Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

Sino agli anni 60 del secolo scorso grande era il desiderio e piccolo e raro il godimento.
La Società capitalista della seconda rivoluzione industriale era ancora povera e tesa al risparmio, soprattutto da noi in Sicilia.
Il No era prevalente sul Si, il Noi dominava sull’Io. Le nevrosi, frutto della rimozione, prevalevano sulle perversioni e sulle dipendenze. Era in parte ancora una Società a produzione artigianale e Pasolini poté scrivere il suo” I Ragazzi di vita” illustrando la vita dei giovani sottoproletari romani, poverissimi, ma orgogliosi e fortemente identitari.
Nel giro di pochi anni la situazione cambiò velocemente e radicalmente. Il cosiddetto boom economico produsse una quantità enorme di merci che propagandate dalla Tv, dai giornali cartacei e dai manifesti murali, portarono la gente, che disponeva di maggiore quantità di denaro, a fare massicciamente acquisti e ad abbracciare il consumismo e le novità.
Si passò rapidamente dal risparmio al consumo, dal No al Si, dal Noi all’Io.
Il desiderio senza godimento o con poco e raro godimento, quello che si poteva soddisfare solo la domenica di festa dopo 6 giorni feriali lavorativi di rinuncia, di dovere, il desiderio cominciò ad essere soddisfatto anche nei giorni feriali. Sempre più spesso.
Il tempo del desiderio si accorciava, si riduceva per esigenza di vendite delle nuove merci. La classe media prima e man mano anche la classe proletaria compravano di tutto. Sembrava un paradiso in Terra.
In una decina d’anni il volto della Storia mutò completamente e si capovolse nel suo contrario.
Tutto ciò che sino a quel momento era vietato diventò lecito. Al posto dell’orgoglio identitario subentrò la vergogna della povertà e del dialetto che fu presto sostituito dalla lingua italiana.
L’omologazione nazionale fece scomparire le specificità locali, usi, costumi, tradizioni,lingue. Tutto invecchio e divenne démodé, bisognava avere le ultime novità, vestire alla moda e firmato, tutti uguali.
Questo periodo diastolico, megalomanico, euforico, maniacale durò dal 1960 agli anni 90, circa 30 anni. Dopo arrivò la crisi.
Gli psicoanalisti lacaniani dicono che la forclusione del Padre, cioè della Legge, del No, finí con lo svuotare l’inconscio e l’inconscio rimase vuoto. Questo accadde alla fine degli anni 90.
Dal quel momento in poi il vuoto e il nulla produssero un’angoscia enorme, insopportabile.
Tutto ciò che aveva riempito l’inconscio per millenni (Dio, Morale, Padre, famiglia, Comunità, tradizioni) era evaporato volutamente ad opera del mercato poiché rallentava il consumo.
Pasolini dichiarò nel 74 che mai avrebbe potuto scrivere il suo “I ragazzi di vita” in quell’anno.
Tutto cambiò. Da allora l’individualismo, il consumismo, l’edonismo, il narcisismo, si diffusero enormemente. Si abolí il limite.
Senza il Limite, senza una cornice di riferimento arrivò l’angoscia generalizzata. L’inconscio svuotato fu presto riempito di nuove merci che generarono nuove dipendenze: droghe (cocaina), alcool, acquisti compulsivi, tecnologie, sesso, gioco d’azzardo (ludopatie), cibo (obesità e diabete).
La caduta della rimozione produsse una nuova quantità di comportamenti multipli e variegati in tutti campi. In quello sessuale le perversioni.
L’immediata soddisfazione del desiderio mise fine al tempo di attesa. Il godimento arriva subito, sempre, senza aspettare il desiderio.
L’esigenza capitalista di vendere ha ucciso il desiderio. Ci ritroviamo così il godimento senza desiderio. E senza desiderio subentra l’abulia e l’apatia, sintomi cardini della depressione.
Tutti depressi. Tutti obesi.
Il godimento consumista nei tempi
dell’individualismo e della solitudine atomistica si può, anzi si deve raggiungere senza l’Altro significativo. In solitudine. In campo sessuale viene sdoganata la masturbazione, in carenza di relazioni umane. Il godimento individuale in solitaria e enza desiderio viene assicurato dagli oggetti, dalle merci, non più da relazioni fra umani. Così giocattoli sessuali per adulti e tecniche sofisticate per il godimento solitario vengono propagandate su internet h24.
L’essere umano ormai depresso, apatico, fragile, solo, senza desideri, gode passivamente abbandonandosi alle droghe, al cibo, agli oggetti. Il trionfo del consumismo e della malattia fisica e mentale.

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Il partito liberale:”non si affidi la Provincia a dilettanti allo sbaraglio”

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Dalla sezione gelese del Partito liberale riceviamo e pubblichiamo:

Le recenti scene di giubilo mediatico da parte dell’amministrazione comunale, relative al finanziamento di tre milioni di euro per la realizzazione di parte della rete fogniaria  della zona balneare di manfria, impongono una serie di riflessioni per fare chiarezza e non turlupinare i  cittadini.

Dopo ampia relazione introduttiva del coordinatore cittadino dott. Incardona si e’ stilato questo documento: sii tratta di un decreto di finanziamento parziale , la cui emissione risale al novembre 2024, ben cinque mesi fa, e per giunta trattasi di una somma non bastevole a coprire l’intero importo! Il sindaco con i suoi assessori avrebbe dovuto provvedere ad ottenere dalla regione l’integrazione del finanziamento, circa un milione, necessario al completamento dell’opera e , nelle more, organizzare il bando di gara e la sua aggiudicazione. Ci auguriamo che il tutto sia stato messo in opera con accuratezza , considerati i precedenti ripetuti definanziamenti di opere pubbliche del nostro territorio per l’incapacità della giunta Di Stefano.

A questo proposito saremmo curiosi di conoscere, considerato che non è possibile ottenere delle risposte da una opposizione assolutamente collaborativa ai limiti del consociativismo, a che punto è lo stato di avanzamento dei tanto decantati cantieri aperti nella nostra città e che ci risulta per la maggior parte in desolante fermata ( orto pasqualello, zona ex scalo ferroviario, via tevere, montelungo, lungomare, e potremmo continuare……) per non parlare dell’eterna presa in giro dei due musei, quello archeologico e del mare, la  cui apertura viene rinviata di mese in mese e per la quale non c’è certezza circa i tempi e l’organizzazione per la fruibilità degli stessi. Altro che decantare le bellezze di una città condotta allo sfascio dall’amministrazione demo-stellata con i civici di Di Stefano al servizio.

Anche per questi progetti è opportuno chiarire che nessun merito si deve a questo sindaco, trattandosi di finanziamenti richiesti ed ottenuti dalle precedenti amministrazioni ed è solo un banale gioco delle tre carte prendersi meriti che non si hanno e di cui i cittadini di Gela devono prendere nota, anche perché è notorio che l’amministrazione Di Stefano è incapace  persino di gestire progetti da altri organizzati e preparati.  

Si è fatta anche una feroce disamina dello stato di grave degrado in cui versano, oltre che le zone prospicienti i siti archeologici della nostra Città,  anche i quartieri che vivono un momento di estrema crisi non ricevendo risposte da una amministrazione che ha già dimenticato le promesse fatte qualche mese fa in una riunione  congiunta.

Ma tant’è! L’incapacità si traduce anche in mancate risposte e  a questo punto su proposta del Segretario Nazionale del PLI Trufolo si e’ deciso di  indire un incontro con  i Presidenti dei comitati di quartiere per intraprendere le doverose iniziative.

Si è avuta la necessità e l’urgenza di riunire il comitato direttivo del PLI, avendo avuto la percezione che si prepara una ammucchiata senza precedenti( da una parte forze di centrodestra e dall’altra un centrosinistra allargato ) e il tutto con un solo scopo: accaparramento di posti di potere, utilizzo della macchina amministrativa per dare incarichi professionali, figli del più becero clientelismo con un forsennato assalto alla diligenza.

E tutto fila liscio perche’ non vi è sugli atti dell’amministrazione , che presenta obiettivamente molte opacità, alcun controllo da parte dell’opposizione, la quale allo stato e’ rappresentata dal solo  PLI, considerata l’ammucchiata che si prepara con il passaggio di PeR e di Italia Viva in un centrosinistra che include parti del centrodestra( MPA, Azione, Franzone di  Cateno de Luca).  

Vigileremo senza fare sconti di alcun tipo, per capire come faranno a convivere con Azione, l’MPA, il Partito di Cateno De Luca sia Italia Viva che il movimento PeR, a proposito del quale riavvolgeremo il nastro degli interventi di Donegani avverso l’azione amministrativa di Di Stefano negli ultimi mesi.


Un giudizio  negativo merita  il silenzio assordante di Forza Italia e  Fratelli d’Italia, responsabili primi della consegna della citta’ ai Demostellati  e con una azione ripetuta anche in occasione delle elezioni di secondo livello per la Presidenza del libero consorzio di Caltanissetta, che si rischia di consegnare a Di stefano.

Riflettano seriamente i consiglieri comunali di centrodestra e quelli non allineati, perchè l’affidamento della Provincia a dei dilettanti allo sbaraglio non potrà che portare danni incalcolabili alle comunità dell’intera provincia.

PLI – Sezione di Gela


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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
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