Con un sit-in dinanzi alla Prefettura, che avrà inizio alle 9.30, Caltanissetta parteciperà convintamente domani 17 novembre alla prima giornata di sciopero proclamato da Cgil e Uil contro la Finanziaria del Governo.
Le due organizzazioni sindacali nissene, intanto, si stanno mobilitando per partecipare alla grande manifestazione di Siracusa in programma per il 20 novembre che sarà conclusa dal leader nazionale Uil Pierpaolo Bombardieri, dopo gli interventi dei segretari generali di Cgil e Uil Sicilia Alfio Mannino e Luisella Lionti.
Dinanzi alla Prefettura di Caltanissetta, domani, saranno presenti anche la segretaria provinciale della Cgil, Rosanna Moncada, e il segretario della Uil Sicilia con delega sulla provincia nissena, Salvatore Guttilla. Con loro i segretari di Fp Cgil Angelo Polizzi, Uil Fpl Lino Salanitro, Uilpa Maurizio Giunta, Flc Cgil Dino Stagno, Uil Scuola Rua Leonardo D’Amico, Filcams Nuccio Corallo, UilTucs Michelangelo Mazzola, Filt Cgil Orazio Gauci, Uil Trasporti Filippo Manuella, Flai Cgil Giuseppe Randazzo e Filbi Uila Enzo Savarino.
“Questo sciopero – spiegano Moncada e Guttilla – contesta le politiche economiche del Governo, a partire dalla legge di bilancio che sfugge dai bisogni reali del Paese con tagli alla spesa sociale e ricadute pesantissime su lavoro, pensioni e servizi fondamentali come Sanità e Scuola. Caltanissetta, la Sicilia, il Meridione pagheranno ancora una volta il prezzo più elevato perché a disagio si sommerà disagio”.
“Le ragioni della nostra protesta – aggiungono – sono molte e nascono da quella piattaforma di idee, richieste, proposte presentate da Cgil e Uil a un Esecutivo capace solo di ascoltare le proprie ragioni. Ci riferiamo, ad esempio, al Pubblico impiego cui sono state destinate per il rinnovo dei contratti risorse insufficienti persino a recuperare quel 16 per cento di potere di acquisto eroso negli ultimi due anni dall’inflazione ai lavoratori e delle loro famiglie. Nessuna risposta alle legittime aspettative del personale, nessuna ai precari, mentre cresce la generazione dei trolley: quella delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi costretti a emigrare, prima al Nord e poi all’estero, per poter studiare e lavorare. Si accorpano, intanto, le scuole e viene negato l’accesso universale al diritto allo studio universitario, ora un lusso per pochi