Sono passati trent’anni da quel lontano 1992 che sembrava aver dato una svolta epocale nel mondo della disabilità eppure a Gela siamo ancora all’anno zero.
L’ articolo 24 della 104/92 stabilisce anche che le opere realizzate negli edifici pubblici e privati aperti al pubblico che non rispettano le norme su accessibilità ed eliminazione delle barriere architettoniche vengano dichiarate inabitabili e inagibili.
Una guerra sempre aperta da parte dell’associazione H che da decenni si occupa dei diritti delle persone con disabilità. Una guerra a colpi di carta bollata dove le amministrazioni guardano senza alzare un dito e i disabili sono le vittime nonostante gli strumenti di legge.
Ne abbiamo parlato con il legale rappresentante dell’Associazione H, avv. Paolo Capici che di questa crociata ha fatto una ragione di vita, essendo coinvolto in primo piano per la sua situazione personale e la scelta professionale al servizio dei disabili.
“Hi discusso a lungo con Nicolò Russello – dice l’avv. Capici – se valesse la pena o meno, presentare l’ esposto sulla persistenza delle barrire architettoniche nella sede dell’Ente che dovrebbe tutelare i gelesi, il Comune. Sia lui che altri cittadini diversamente abili, me compreso, siamo molto amareggiati posto che la magistratura ,almeno certa magistratura, tende sempre ad archiviare gli esposti presentati dai disabili, tanto è che stiamo valutando di fare presente questa situazione al presidente della Repubblica nella qualità di presidente del Consiglio superiore della magistratura. Registriamo con amarezza che stato archiviato un esposto dopo tre anni di indagini posto che il magistrato inquirente e il Gip non hanno ritenuto legittime e civili le nostre richieste malgrado sia obiettivamente tangibile che i disabili come dimostrato anche fotograficamente non possono entrare in molti uffici del Comune ed in particolare all’ufficio anagrafe ed ai servizi sociali. Anche se siamo avviliti poiché un Simile comportamento paradossalmente rafforza le ingiustizie e le illegittimità commesse da politici e funzionari non ci fermeremo e andremo avanti fino ad arrivare alla corte di giustizia europea perché qualcuno o qualcosa cambi anche nella giustizia”.
Nella foto di copertina Nicolò Russello impossibilitato a muoversi fra barriere e strumenti fuori uso