L’Archeo-ambiente ha incontrato l’Assessore ai BB. CC. Altamore, e l’Assessore allo sviluppo economico Franzone, per discutere dei beni culturali e ambientali della città ed ha consegnato una lettera aperta che contiene una buona parte dei problemi che investono i beni culturali. Eccola:
“Con il venir meno del miraggio dell’industrializzazione, la città di Gela deve puntare alle potenzialità del territorio, costituite dal suo patrimonio culturale ed ambientale, per correlarle al turismo, complice la particolare ubicazione della città, snodo tra la Sicilia occidentale e quella orientale e con un golfo che si protende da sud a nord.
Per quanto riguarda i beni culturali, mai come oggi la nostra città è stata così trascurata dagli organi istituzionali.
Proprio per evitare un ulteriore degrado, abbandono e mancata valorizzazione a cui sono stati relegati per decenni i beni culturali è stata avanzata una proposta: destinare per la prima volta, almeno il 20% sulle royalties già assegnate alla città di Gela.
Da considerare che Gela, pur essendo l’epicentro dell’archeologia greca della provincia nissena e
anche sede del Parco archeologico provinciale, non possiede un protocollo generale in loco; non figura nel suo organico la figura di un archeologo; è altamente deficitaria, da tanto tempo, del numero dei sorveglianti necessari per tenere i vari siti archeologici aperti; i Bagni greci sono in uno stato di abbandono, la tabella didascalica illeggibile; le Mura greche di fortificazione si presentano in stato di degrado (crolli e lesioni); il Museo archeologico, per il quale era
previsto nel progetto iniziale un opportuno ingrandimento sul lato nord, è chiuso da oltre tre anni, lo stesso dicasi per il Museo della nave che doveva essere fruibile già dalla fine del 2023; Castelluccio si trova in uno stato di abbandono totale; la Chiesetta medievale di S. Biagio non è fruibile; l’ultima Torre rimasta attaccata al Palazzo ducale si trova coperta da una imbracatura, la Biblioteca comunale è chiusa da alcuni anni. A tutti questi limiti vi è da aggiungere la Torre di Manfria.
Per quanto riguarda l’ambito dei beni ambientali, la natura con Gela è stata sicuramente generosa.
Le sue spiagge di sabbia fine e molto chiara si estendono per oltre 20 Km, vi sono due riserve, di cui una è costituita dal Biviere (uno dei pochi laghi costieri esistenti in Sicilia) e l’altra a pochi Km da Gela la sughereta di Niscemi.
Per cercare di reinserire Gela nei circuiti turistici bisogna puntare su tre cose: valorizzazione informazione e accoglienza. In sintesi, per alcuni di essi si ritengono necessari alcuni interventi:
Acropoli (VII-IV a. C.). Rifacimento della tabella didascalica e quelle indicative, in quanto sono
illeggibili. Rendere maggiormente evidenti i perimetri dei vari edifici sacri (sacelli) e dei stenopoi, in parte sconvolti dai saltuari diserbamenti effettuati.
Castelluccio (XIII-XVI sec. in stile arabo-normanno). Sistemazione ed allargamento della strada di accesso di almeno 1,5 m e possibilità di poter effettuare l’inversione a torpedoni mediante l’esproprio di una superficie opportuna nell’area antistante al cancello dell’antico maniero (min.
600 m), il rifacimento dei servizi sanitari, distrutti da atti vandalici, il ripristino del museo iconografico e un sistema di allarme adeguato.
Ex diga Grotticelli (1563). Eliminazione della savana formatasi ai piedi della cosiddetta “a prisa”e sistemazione dell’area.
Necropoli catacombale paleocristiana di Grotticelle e Bunker soprastanti e adiacenti
Acquisizione di un fabbricato rurale e diroccato adiacente ad esso per l’accoglienza e custodia.
La stretta vicinanza (meno di 500 m) di queste quattro testimonianze, tutte di tipo e di epoca
diversi, costituiscono un itinerario turistico nell’entroterra gelese.
Da aggiungere che per quanto riguarda la loro gestione sarebbe più utile affidarla, mediante appalto concorso, a privati , così come avviene in altre località.
Necropoli dell’età del bronzo di Desueri. Per estensione e per importanza è la seconda in Sicilia, dopo quella di Pantalica.
Palazzo di città e torre civica (in stile razionalista). Renderli fruibili negli weekend su prenotazioni per gruppi. Al suo interno si trovano vari riscontri storici di spessore.
Bastione spagnolo (XVI-XVII sec.). Rendere fruibile la porta medievale (sovrastata da quattro mensole con frontale di gorgoneion), scoperta al suo interno, nel 1993, ed attuare il progetto della Soprintendenza che prevede una scala per accedere alla sommità del Bastione spagnolo.
Porta Marina. Posizionata accanto al Bastione, aveva un fornice che oggi non è più osservabile e quindi sarebbe opportuno la sua ricostruzione, in quanto si inserirebbe nello stesso itinerario con le
torri medievali del viale Mediterraneo.
Mura greche. Per una concreta valorizzazione del P. A. di Caposoprano è necessario creare un
nuovo ingresso ad est ed un’opportuna area di sosta. Su questo lato esiste già un grande cancello.
Da considerare, inoltre che il numero dei visitatori delle aree archeologiche rispetto a quelli dei Musei è di 10 a 1 e il tempo di visita è enormemente superiore.
Bisogna credere e saper trarre giovamento dalle grandi potenzialità esistenti nel nostro territorio e dal fatto che Agrigento (città fondata dai coloni geloi, guidati da Aristònoo e Pistilo, nel 581 a. C.), distante appena 70 Km, dichiarata città della cultura nel 2025, sarà invasa da oltre un milione di visitatori