Seguici su:

Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Avviso 22: quarto Natale ‘in rosso’

Pubblicato

il

Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Oreste Lauria portavoce di Avviso 22, il quale denuncia che sara’ il quarto Natale ‘in rosso’ per i trecento tirocinanti di Avviso 22. Dopo 4 anni dalla conclusione drl progetto alla Regione sono ancora in attesa di essere pagati e per loro si consuma una tragedia.

“Finito il tirocinio dell’Avviso 22, ben 1.555 giovani e meno giovani siciliani sono rimasti senza alcuna occupazione, formati per trovare un lavoro e poi abbandonati, licenziati dopo aver concluso il percorso di formazione. Disoccupati senza futuro,  ex percettori del reddito di cittadinanza, alcuni senza poter accedere all’assegno d”iclusione sociale, altri invece rimasti senza nessun aiuto dalle politiche sociali e del lavoro. Una situazione incredibile condita da un silenzio assordante della politica siciliana.

È poi legata a doppio filo con questa triste vicenda, c’è la situazione, ancora più assurda, dei tirocinanti che aspettano da anni di essere pagati con la minima retribuzione dell’Avviso 22. Rischiano di rimanere beffati per un lavoro svolto e mai pagato.

Ci sono 189 pratiche  bloccate all’Assessorato del lavoro da 4 anni con nessuna soluzione avanzata dagli organi competenti della regione siciliana.

Molti tirocinanti risulterebbero non pagati,

le pratiche dei tirocinanti sono rimasti da molto tempo ferme nel sistema informatico con gravi lacune burocratiche e ad oggi non ci sarebbero le condizioni per sanarle e  metterle in liquidazione. 

Le istituzioni del governo regionale diano un esempio concreto, un segnale positivo alla società civile e a quei lavoratori i quali diritti sono indiscutibili e come tali devono essere rispettati come è scritto nella nostra  Costituzione.

I tirocinanti devono essere pagati per tutto il dovuto, stabilito dal bando regionale.

Qualora non ci fosse un rimedio per questi intoppi burocratici già riscontrati, l’Assessorato al lavoro deve individuare i responsabili di questo disastro e sanzionarli sulla responsabilità oggettiva e soggettiva.

Mentre per tutti gli altri tirocinanti, rimasti in attesa, bisogna aspettare il decreto di pagamento di dicembre 2023. 

Un progetto di inclusione sociale lavorativo che non ha dato nessuna risposta a molti partecipanti  siciliani quasi tutti disoccupati e in difficoltà economica. Siamo sbigottiti anche perché la regione aveva fatto intendere con questo Avviso 22 di poterci inserire e trovare occupazione attraverso le imprese, aziende private ed enti pubblici che hanno sfruttato l’Avviso per avere manodopera gratuita. Le nostre intenzioni di tirocinanti erano quelle di trovare finalmente un  lavoro stabile.

Seguendo tutte le indicazioni del bando nonché il lavoro svolto presso le nostre sedi assegnate dagli enti di formazione, abbiamo concluso il nostro rapporto formativo seguendo le disposizioni dei nostri datori di lavoro con ubbidienza, e dovuto sostenere anticipatamente le spese di tasca propria per raggiungere il posto di lavoro, ma la regione siciliana non stà rispettando i tempi debiti trovandosi impantanata a risolvere gli intoppi per delle procedure ingarbugliate nel sistema informatico e per delle pratiche ferme in attesa di essere sanate da chi di competenza per la retribuzione dovuta.

Alcuni tirocinanti si sono visti tagliata definitivamente la loro retribuzione per degli errori di trascrizione sulla documentazione presentata da alcune (APL) Agenzie per il lavoro e visionata in ritardo dagli uffici regionali non sono stati in grado di prevedere una possibilità di pagare comunque i tirocinanti dopo il lavoro svolto. “Questa è davvero una “truffa legalizzata” lo stesso rischio  potrebbero correrlo gli altri 189 tirocinanti. Un paradosso senza precedenti, siamo stati sfruttatti e non pagati.

Un mistero  rimasto irrisolto e che sicuramente rimarrà irrisolto riguarda i 18.000.000.00 di euro che dovevano essere utilizzati per pagare i tirocinanti e per sviluppare politiche di inserimento lavorativo. Chiediamo alla Regione, che fine hanno fatto?

Le istituzioni della politica regionale siciliana hanno una sola possibilità,dare un segnale positivo alla società civile, il rispetto del lavoro.

Siamo delusi dalle istituzioni delle politica regionale siciliana è chi guida l’assessorato al lavoro. In 3 anni le istituzioni politiche sono state immobili senza averci dato una risposta definitiva ai tanti ripetuti appelli che nel corso degli anni abbiamo inviato a tutte le istituzioni politiche siciliane.

Nessuna forza politica di maggioranza all’Ars ha dedicato un minimo di attenzione nei nostri confronti. Siamo stati trattati come cittadini di serie B facendo passare la nostra situazione nell’assoluto silenzio.

Dobbiamo affrontare il caro vita e la crisi economica da disoccupati, senza aiuti dallo Stato e senza nessuna prospettiva di ricollocazione nel mondo del lavoro. 

Al Governo regionale ed alla politica in tutte le sue figure chiediamo di inserire nell’Agenda politica del 2024 una proposta che preveda un emendamento alla prossima Finanziaria per  

risolvere definitivamente il problema dei pagamenti dei tirocinanti dell’Avviso 22 e di creare delle reali condizioni per un reinserimento o ingresso nel mondo del lavoro?”

clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Paola Giudice:”senza memoria non c’è futuro”

Pubblicato

il

Dalla presidente del consiglio Paola Giudice riceviamo e pubblichiamo:

Il 25 aprile è, per l’Italia, una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata e della democrazia.Una data storica che deve essere scolpita nella memoria di ognuno di noi, nel solco dei valori della nostra Costituzione.

“La memoria è ciò che fa forte un popolo” come spesso ebbe modo di dire Papa Francesco, che voglio ricordare in questi giorni di lutto del nostro Paese.Ed è proprio così, la memoria, il ricordo perenne di ciò che è stato e non dovrà mai più essere, la nostra storia di libertà deve guidare il nostro cammino nella bellezza della nostra democrazia.

Sono valori che ormai diamo per scontati ma se ci soffermiamo a guardare anche semplicemente la storia di poche generazioni fa ci accorgiamo di quanto sia preziosa la libertà.Un sentimento di gratitudine perenne deve allora pervadere la nostra azione, soprattutto nell’ambito delle Istituzioni democratiche che anche io ho l’onore di rappresentare.

Occorre – oggi e in futuro – far memoria di quelle stragi, di quelle vittime, della Resistenza e sono preziose le iniziative nazionali, regionali e locali che la mantengono viva.Senza memoria, non c’è futuro.E per questo va ripetuto, oggi e sempre.Viva la Liberazione, viva la libertà, viva la Repubblica”.

Paola Giudice
Presidente del Consiglio comunale

Continua a leggere

Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Dal desiderio senza godimento, al godimento senza desiderio

Pubblicato

il

Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

Sino agli anni 60 del secolo scorso grande era il desiderio e piccolo e raro il godimento.
La Società capitalista della seconda rivoluzione industriale era ancora povera e tesa al risparmio, soprattutto da noi in Sicilia.
Il No era prevalente sul Si, il Noi dominava sull’Io. Le nevrosi, frutto della rimozione, prevalevano sulle perversioni e sulle dipendenze. Era in parte ancora una Società a produzione artigianale e Pasolini poté scrivere il suo” I Ragazzi di vita” illustrando la vita dei giovani sottoproletari romani, poverissimi, ma orgogliosi e fortemente identitari.
Nel giro di pochi anni la situazione cambiò velocemente e radicalmente. Il cosiddetto boom economico produsse una quantità enorme di merci che propagandate dalla Tv, dai giornali cartacei e dai manifesti murali, portarono la gente, che disponeva di maggiore quantità di denaro, a fare massicciamente acquisti e ad abbracciare il consumismo e le novità.
Si passò rapidamente dal risparmio al consumo, dal No al Si, dal Noi all’Io.
Il desiderio senza godimento o con poco e raro godimento, quello che si poteva soddisfare solo la domenica di festa dopo 6 giorni feriali lavorativi di rinuncia, di dovere, il desiderio cominciò ad essere soddisfatto anche nei giorni feriali. Sempre più spesso.
Il tempo del desiderio si accorciava, si riduceva per esigenza di vendite delle nuove merci. La classe media prima e man mano anche la classe proletaria compravano di tutto. Sembrava un paradiso in Terra.
In una decina d’anni il volto della Storia mutò completamente e si capovolse nel suo contrario.
Tutto ciò che sino a quel momento era vietato diventò lecito. Al posto dell’orgoglio identitario subentrò la vergogna della povertà e del dialetto che fu presto sostituito dalla lingua italiana.
L’omologazione nazionale fece scomparire le specificità locali, usi, costumi, tradizioni,lingue. Tutto invecchio e divenne démodé, bisognava avere le ultime novità, vestire alla moda e firmato, tutti uguali.
Questo periodo diastolico, megalomanico, euforico, maniacale durò dal 1960 agli anni 90, circa 30 anni. Dopo arrivò la crisi.
Gli psicoanalisti lacaniani dicono che la forclusione del Padre, cioè della Legge, del No, finí con lo svuotare l’inconscio e l’inconscio rimase vuoto. Questo accadde alla fine degli anni 90.
Dal quel momento in poi il vuoto e il nulla produssero un’angoscia enorme, insopportabile.
Tutto ciò che aveva riempito l’inconscio per millenni (Dio, Morale, Padre, famiglia, Comunità, tradizioni) era evaporato volutamente ad opera del mercato poiché rallentava il consumo.
Pasolini dichiarò nel 74 che mai avrebbe potuto scrivere il suo “I ragazzi di vita” in quell’anno.
Tutto cambiò. Da allora l’individualismo, il consumismo, l’edonismo, il narcisismo, si diffusero enormemente. Si abolí il limite.
Senza il Limite, senza una cornice di riferimento arrivò l’angoscia generalizzata. L’inconscio svuotato fu presto riempito di nuove merci che generarono nuove dipendenze: droghe (cocaina), alcool, acquisti compulsivi, tecnologie, sesso, gioco d’azzardo (ludopatie), cibo (obesità e diabete).
La caduta della rimozione produsse una nuova quantità di comportamenti multipli e variegati in tutti campi. In quello sessuale le perversioni.
L’immediata soddisfazione del desiderio mise fine al tempo di attesa. Il godimento arriva subito, sempre, senza aspettare il desiderio.
L’esigenza capitalista di vendere ha ucciso il desiderio. Ci ritroviamo così il godimento senza desiderio. E senza desiderio subentra l’abulia e l’apatia, sintomi cardini della depressione.
Tutti depressi. Tutti obesi.
Il godimento consumista nei tempi
dell’individualismo e della solitudine atomistica si può, anzi si deve raggiungere senza l’Altro significativo. In solitudine. In campo sessuale viene sdoganata la masturbazione, in carenza di relazioni umane. Il godimento individuale in solitaria e enza desiderio viene assicurato dagli oggetti, dalle merci, non più da relazioni fra umani. Così giocattoli sessuali per adulti e tecniche sofisticate per il godimento solitario vengono propagandate su internet h24.
L’essere umano ormai depresso, apatico, fragile, solo, senza desideri, gode passivamente abbandonandosi alle droghe, al cibo, agli oggetti. Il trionfo del consumismo e della malattia fisica e mentale.

Continua a leggere

Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Il partito liberale:”non si affidi la Provincia a dilettanti allo sbaraglio”

Pubblicato

il

Dalla sezione gelese del Partito liberale riceviamo e pubblichiamo:

Le recenti scene di giubilo mediatico da parte dell’amministrazione comunale, relative al finanziamento di tre milioni di euro per la realizzazione di parte della rete fogniaria  della zona balneare di manfria, impongono una serie di riflessioni per fare chiarezza e non turlupinare i  cittadini.

Dopo ampia relazione introduttiva del coordinatore cittadino dott. Incardona si e’ stilato questo documento: sii tratta di un decreto di finanziamento parziale , la cui emissione risale al novembre 2024, ben cinque mesi fa, e per giunta trattasi di una somma non bastevole a coprire l’intero importo! Il sindaco con i suoi assessori avrebbe dovuto provvedere ad ottenere dalla regione l’integrazione del finanziamento, circa un milione, necessario al completamento dell’opera e , nelle more, organizzare il bando di gara e la sua aggiudicazione. Ci auguriamo che il tutto sia stato messo in opera con accuratezza , considerati i precedenti ripetuti definanziamenti di opere pubbliche del nostro territorio per l’incapacità della giunta Di Stefano.

A questo proposito saremmo curiosi di conoscere, considerato che non è possibile ottenere delle risposte da una opposizione assolutamente collaborativa ai limiti del consociativismo, a che punto è lo stato di avanzamento dei tanto decantati cantieri aperti nella nostra città e che ci risulta per la maggior parte in desolante fermata ( orto pasqualello, zona ex scalo ferroviario, via tevere, montelungo, lungomare, e potremmo continuare……) per non parlare dell’eterna presa in giro dei due musei, quello archeologico e del mare, la  cui apertura viene rinviata di mese in mese e per la quale non c’è certezza circa i tempi e l’organizzazione per la fruibilità degli stessi. Altro che decantare le bellezze di una città condotta allo sfascio dall’amministrazione demo-stellata con i civici di Di Stefano al servizio.

Anche per questi progetti è opportuno chiarire che nessun merito si deve a questo sindaco, trattandosi di finanziamenti richiesti ed ottenuti dalle precedenti amministrazioni ed è solo un banale gioco delle tre carte prendersi meriti che non si hanno e di cui i cittadini di Gela devono prendere nota, anche perché è notorio che l’amministrazione Di Stefano è incapace  persino di gestire progetti da altri organizzati e preparati.  

Si è fatta anche una feroce disamina dello stato di grave degrado in cui versano, oltre che le zone prospicienti i siti archeologici della nostra Città,  anche i quartieri che vivono un momento di estrema crisi non ricevendo risposte da una amministrazione che ha già dimenticato le promesse fatte qualche mese fa in una riunione  congiunta.

Ma tant’è! L’incapacità si traduce anche in mancate risposte e  a questo punto su proposta del Segretario Nazionale del PLI Trufolo si e’ deciso di  indire un incontro con  i Presidenti dei comitati di quartiere per intraprendere le doverose iniziative.

Si è avuta la necessità e l’urgenza di riunire il comitato direttivo del PLI, avendo avuto la percezione che si prepara una ammucchiata senza precedenti( da una parte forze di centrodestra e dall’altra un centrosinistra allargato ) e il tutto con un solo scopo: accaparramento di posti di potere, utilizzo della macchina amministrativa per dare incarichi professionali, figli del più becero clientelismo con un forsennato assalto alla diligenza.

E tutto fila liscio perche’ non vi è sugli atti dell’amministrazione , che presenta obiettivamente molte opacità, alcun controllo da parte dell’opposizione, la quale allo stato e’ rappresentata dal solo  PLI, considerata l’ammucchiata che si prepara con il passaggio di PeR e di Italia Viva in un centrosinistra che include parti del centrodestra( MPA, Azione, Franzone di  Cateno de Luca).  

Vigileremo senza fare sconti di alcun tipo, per capire come faranno a convivere con Azione, l’MPA, il Partito di Cateno De Luca sia Italia Viva che il movimento PeR, a proposito del quale riavvolgeremo il nastro degli interventi di Donegani avverso l’azione amministrativa di Di Stefano negli ultimi mesi.


Un giudizio  negativo merita  il silenzio assordante di Forza Italia e  Fratelli d’Italia, responsabili primi della consegna della citta’ ai Demostellati  e con una azione ripetuta anche in occasione delle elezioni di secondo livello per la Presidenza del libero consorzio di Caltanissetta, che si rischia di consegnare a Di stefano.

Riflettano seriamente i consiglieri comunali di centrodestra e quelli non allineati, perchè l’affidamento della Provincia a dei dilettanti allo sbaraglio non potrà che portare danni incalcolabili alle comunità dell’intera provincia.

PLI – Sezione di Gela


Continua a leggere

Più letti

Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
Pubblicità