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Giudiziaria

Ata, il Ministero non riconosce il punteggio per il servizio militare

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Altri tre tribunali hanno accolto in queste settimane i ricorsi presentati dallo studio legale Limblici-Palumbo sull’annosa questione del riconoscimento del punteggio aggiuntivo per il servizio di leva prestato dal personale ATA.

La questione, lungamente dibattuta, è quella della distinzione applicata dal Ministero tra il punteggio spettante per il servizio militare svolto non in costanza di nomina, cioè quando non si è dipendenti del Ministero dell’istruzione e del merito, e quello in costanza di nomina.

La distinzione applicata dal Ministero dell’istruzione, infatti, è risultata essere illegittima e priva di qualsivoglia riferimento normativo che la giustifichi. Questo è stato chiarito in maniera univoca già un anno fa dal Consiglio di Stato in una importante sentenza pronunciata proprio in favore di alcuni lavoratori Ata assistiti dallo Studio Limblici Palumbo. Ad essere danneggiati sono soprattutto lavoratori siciliani e del Sud Italia in generale, che rappresentano la maggioranza di coloro che ogni anno presentano la domanda di inserimento.

“Si tratta di un aspetto tutt’altro che secondario – spiegano gli avvocati Giuseppe Limblici e Francesca Palumbo – se consideriamo che il punteggio riconosciuto a chi ha svolto il militare prima di essere inserito in graduatoria è pari a punti 0.6 per anno, vale a dire un decimo rispetto ai 6 punti per anno riconosciuti a chi ha svolto il servizio in costanza di nomina.

Nonostante le sentenze emesse da vari tribunali d’Italia e anche da qualche Corte di Appello, il MIM continua ad applicare questa distinzione arbitraria tra le due categorie, sottraendo punti preziosi a lavoratori. Quasi certamente, la discriminazione sarà ripetuta anche nelle graduatorie che saranno aggiornate per il prossimo triennio 2024-2027 e a questi lavoratori non resta altro da fare che proporre ricorso contro il Decreto Ministeriale per avere la giusta valutazione e poter aumentare il proprio punteggio nelle graduatorie ATA.

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Giudiziaria

Tre arresti della Polizia per condanne definitive

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Tre provvedimenti emessi dalla magistratura, sono stati eseguiti a Gela e a Caltanissetta dalla Polizia.

A Gela un quarantaquatrenne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 8 mesi per tentato furto; un ottantenne, condannato per omicidio stradale, deve scontare la pena di un anno e 6 mesi di reclusione. Nel Capoluogo, un giovane di 30 anni, è stato tratto in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Quest’ultimo è stato condotto al carcere di Caltanissetta; gli altri due, ammessi al beneficio delle misure alternative, sconteranno la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, due arresti

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La Polizia di Gela ha dato esecuzione a due provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive.

Un settantenne e è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni e 12 giorni di reclusione per i reati di atti sessuali e violenza sessuale con minorenne, commessi nel 2022; un sessantenne è stato, invece, arrestato dovendo espiare la pena della reclusione a un anno e 4 mesi per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, reato commesso tra il 2019 e 2020. Dopo gli adempimenti di rito entrambi gli arrestati sono stati condotti, il primo in carcere e il secondo nel proprio domicilio, ammesso al beneficio della misura alternativa della detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, 9 arresti della Polizia

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La Polizia, a Gela, Caltanissetta e a Niscemi, ha dato esecuzione a nove provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive in carcere. Nel capoluogo, una 70enne, è stata tratta in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 5 giorni per il reato di sequestro di persona e abbandono di minori. A Gela un 20enne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 17 giorni per tentata rapina aggravata; analogamente un 25enne di Niscemi, condannato per rapina e detenzione di armi.

Gli altri arrestati devono scontare pene definitive per essere stati condannati, a vario titolo, per violazioni di leggi urbanistiche, lesioni aggravate, indebita percezione di denaro e violazione degli obblighi di assistenza familiare.

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