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Editoriale

Anno nuovo, problemi vecchissimi….

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Da poco ci siamo lasciati alle spalle il 2022 e abbiamo dato il benvenuto all’anno nuovo. Si sa, quando si brinda, allo scoccare della mezzanotte, tutti i pensieri vengono rimossi, quasi annullati. Ma non del tutto, altrimenti saremmo degli automi, senza sentimenti e mordente. Senza cuore. Ma il cuore c’è e pulsa costantemente. E in parallelo anche la testa ragiona e cerca risposte che l’anno che si è appena concluso non ha fornito, ricalcando quello che aveva fatto precedentemente il 2021 ed anche quello prima. E prima ancora. Sempre indietro. Purtroppo.

I problemi che il giornale che state leggendo racconta ogni giorno e che interessano la collettività gelese sono sempre gli stessi, quasi ancestrali. E le promesse sono sempre le stesse: ataviche e incompiute. Acqua, rifiuti, disoccupazione, delinquenza. Temi che vengono affrontati anche alla presenza di illuminati della materia ma che ci trasciniamo da sempre, come una zavorra. E – per non farci mancare nulla – anche una situazione politica che sfiora il grottesco, con un sindaco abbandonato dai suoi fedelissimi, con una maggioranza in consiglio comunale che non esiste e con il varo dell’ennesima giunta che – lo giurano (!?!) i saggi della politica nostrana – farà meglio di quella precedente, che a sua volta aveva fatto meglio di quella che c’era prima e che quest’ultima aveva sicuramente fatto e dato di più di quella che l’aveva preceduta. Alcuni degli assessori sono rimasti, sono cambiate solo le deleghe. Come se in una squadra di calcio, lo stesso allenatore (inviso da più parti, ma saldamente al suo posto) cambiasse il ruolo ai suoi giocatori, da terzino ad attaccante o viceversa. Se i risultati sperati poi non arrivano, ci sarà un perché. Non si tratta solo di modificare le posizioni in campo. Ci vuole fermezza nelle scelte, tattica e lungimiranza. Bisogna dare atto a Lucio Greco che in questi anni di sindacatura, le ha provate tutte ma senza costrutto e anche i più fidati che sedevano con lui hanno abbandonato la nave, attenendosi alle rigide imposizioni politiche che arrivano dall’alto, giuste o sbagliate che siano. Il primo cittadino non si scompone: “La strada è ancora lunga e in salita, ma se c’è una cosa che non mi ha mai spaventato sono le sfide”. Al cupo orizzonte, si staglia anche il fardello del dissesto finanziario con tutto il carico di problemi che ne comporterà. Per non parlare della mozione di sfiducia che ha già quasi raccolto le firme necessarie per essere depositata. Il menù è servito. E sarà indigeribile. Se per un attimo chiudiamo gli occhi è come se stessimo rivivendo l’esperienza Messinese. Accolto soprattutto dai suoi fedelissimi come il salvatore della patria, fu poi sfiduciato e scalzato dalla poltrona più ambita del palazzo e addirittura dimenticato dagli stessi che lo avevano elogiato e portato in trionfo con tanto di brindisi in piazza. Si dirà, questa è la politica. Mah. Anche in quell’esperienza amministrativa, i temi da affrontare erano quelli di cui vi abbiamo scritto in apertura. Assolutamente irrisolti, così come era accaduto in precedenza. Se ci sono debiti, se le strade sono delle gruviere, se il lavoro non c’è, se l’ospedale è moribondo, è mancanza di chi ha operato prima e mai di chi governa in quel preciso momento: ce lo insegna il politichese. Purtroppo. Nel nefasto programma delle incompiute, ci preme evidenziare però un fatto auspicato e compiuto. Finalmente! Ci riferiamo alla mostra su Ulisse che si è svolta a Bosco Littorio, alla presenza di tantissima gente. In tanti sono arrivati in città da altri centri per osservare la magnificenza del reperto ellenico. Gela capitale della storia, anche se per poco, è stata una grandissima soddisfazione. Ecco, quello che è accaduto rappresenta il modello da perseguire, abbinato a tutti i servizi essenziali che una città deve assolutamente garantire, in primis ai residenti. Perché parlare ancora oggi (nel 2023) soprattutto di mancanza d’acqua, di rifiuti sparsi ovunque, di un presidio ospedaliero ridotto all’osso, è inaccettabile. Vorremmo soltanto che la citazione del sindaco, in occasione del discorso di fine anno, si trasformasse in realtà: “Accantoniamo brutture e preoccupazioni, proiettiamoci nel futuro con ottimismo e speranza, poniamoci obiettivi ambiziosi e positivi e poi mettiamocela tutta per tagliare i traguardi”. Noi vigileremo, così come abbiamo sempre fatto. L’importante è remare tutti nella stessa direzione. E qui Ulisse c’entra ben poco. Auguri.

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Editoriale

Costruire ponti di connessione e comprensione reciproca. Per il bene di Gela

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L’anno nuovo è arrivato e sovente, in questi casi, si traccia un consuntivo di quello che è stato fatto (o si è cercato di fare…) e ci si propone di realizzare qualcosa di realmente costruttivo ed efficiente per i prossimi 365 giorni. La lista è lunghissima, per non dire infinita. Gela calamita, da sempre, numerosissimi problemi. In alcuni casi, ci si è adoperati per porvi rimedio; in altri, consta dirlo, non è stato alzato un dito, quasi inghiottiti da una immensa voragine che ha un solo comune denominatore: imperizia. Nell’elenco interminabile dell’anno che ci ha appena lasciato, trovano ancora posto il porto, l’acqua, l’ospedale, lo stadio, il Pala Cossiga, le strade, la spazzatura….Per non parlare della dilagante disoccupazione che diventa allarmante per i risvolti sociali che determina. La città ha un nuovo sindaco e una nuova amministrazione comunale, frutto della scelta operata dai cittadini alle ultime amministrative. Tocca a chi gestisce la cosa pubblica, offrire la possibilità concreta di vivere un anno differente rispetto al passato, plasmando un futuro (presente) migliore. Bisogna fin da subito abolire la secchezza in cui vive la società odierna, mettendo in campo tutte quelle capacità per cui i gelesi hanno dato potere alla nuova macchina amministrativa. C’è un sindaco giovane a cui consigliamo di parlare con chi realmente ama il proprio territorio e di non farsi abbindolare dai vecchi fantasmi della politica o dai vari tuttologi che proprio dalla politica hanno ottenuto tanto, riservando alla città solo le briciole e, in tanti casi, manco quelle. Proprio a lui ci rivolgiamo e rinnoviamo l’invito: parlare è propedeutico perché il linguaggio diventa un mezzo cruciale sia per confrontarsi che per ricercare un legame sociale al fine di risolvere i problemi. A tutto ciò aggiungiamo, che sarebbe preferibile essere attorniati da gente competente, veri professionisti del campo che hanno a cuore la società. Lasciamo agli altri il pensiero malefico dell’odio strisciante per ogni passaggio che si intende fare. Tutti insieme dobbiamo cambiare la pericolosa deriva ed indirizzarla nei giusti canoni. Bisogna abbattere le barriere che ci separano. Si tratta di un vero e proprio investimento nel progresso e nella prosperità. Per tutti. E tutto riesce quando si abbraccia la fiducia, respingendo l’acredine che indebolisce e affossa un’intera comunità. Il cambiamento deve coinvolgere le masse. I gelesi sono persone perbene, pronti a costruire ponti di connessione e comprensione reciproca. Noi de “Il gazzettinodigela.it” controlleremo che tutto proceda per il verso giusto, seguendo le regole deontologiche del nostro lavoro e nel massimo rispetto dei protagonisti. Cosi come facciamo da quattro anni a questa parte, continueremo a raccontare i fatti veri, essendone testimoni oculari. Non scriveremo mai con la mente obnubilata dalle false notizie, storditi da ciò che non esiste. Buon 2025 a tutti.

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Attualità

Come difendersi dalle truffe agli anziani, incontro a Niscemi

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“Truffe agli anziani. Come difendersi?”: è il tema del tavolo dei lavori che si è tenuto presso la chiesa di Sant’Antonio di Padova di Niscemi, organizzato dal Presidente del locale Lions Club Francesco Montalto, al quale ha partecipato la Polizia di Stato.

Il Commissario Capo Vincenzo Spinello del Commissariato di Niscemi ha spiegato come comportarsi per evitare di incorrere nelle truffe, ha descritto le metodologie maggiormente usate dai truffatori, anche attraverso le piattaforme social online, e raccomandato a tutti di chiamare sempre il numero di emergenza 113 o quello unico europeo 112 per qualsiasi dubbio o necessità.

La Polizia di Stato da anni è impegnata nella campagna di contrasto e prevenzione contro le truffe agli anziani.

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Editoriale

Il gelese al voto per una città normale…

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Si vota. Dopo un’infuocata campagna elettorale, oggi è calato il silenzio. Silenzio elettorale. Nessuno dei contendenti alla poltrona di sindaco e al consiglio comunale, può comiziare, promuovere incontri. Adesso tocca ai cittadini, esprimere le proprie preferenze, nella massima libertà e senza condizionamenti. Un voto libero. Ed il voto non sarà inutile, così come qualcuno potrebbe pensare. Votare è un diritto e un dovere civico.

Così come è un diritto (e un dovere) per chi amministrerà per i prossimi cinque anni Gela, rendere la città semplicemente normale. Non si chiede la luna, si chiede di vivere in una città che offra ed in cui i residenti non debbano elemosinare quanto gli spetta. Di diritto. Perché è un diritto avere l’acqua ogni giorno; perché è un diritto avere un ospedale efficiente; perché è un diritto avere delle strade non ridotte a gruviera; perché è un diritto avere una città pulita; perché è un diritto garantire un posto in cui i bimbi possano giocare tranquillamente. Perchè è un diritto vivere nel diritto!

Sono troppe le promesse che abbiamo sentito in tanti anni; chiunque si sia candidato alla poltrona di sindaco, ha sempre sostenuto e rimarcato che tutto sarebbe cambiato. E il gelese gli ha creduto per poi ricredersi. Oggi e domani, chi si recherà al voto dovrà esprimere la preferenza per un solo obiettivo: il bene comune al fine di indirizzare Gela in una collocazione migliore rispetto a quella attuale. Troppe lacune in ogni dove (chi non le vede, è prossimo ad una visita oculistica accurata e da uno bravo!); chi fa finta di nulla, dimostra di non amare la propria città e di guardare esclusivamente al proprio orticello; chi colpevolizza l’altro, farebbe bene a farsi un esame di coscienza. Qui non si tratta di andare alla ricerca di chi ha fatto cosa (meglio dire non fatto o fatto poco); qui si tratta di cambiare registro. Il gelese non merita di essere abbindolato per l’ennesima volta. Lo diceva Giovanni Falcone: “contano le azioni, non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili”.

Buon voto a tutti.

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Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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