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Editoriale

Anno nuovo, desiderio vecchio: vivere in una città normale

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Comincia un nuovo anno e i propositi si sprecano. E’ un rituale…Il 2024 dovrà essere l’anno della svolta, così come doveva esserlo il 2023 e prima ancora il 2022. Ci fermiamo qui, perché la lista è lunga, infinita. È una lista che scrive il semplice cittadino che non ha mai chiesto fatti straordinari ma di vivere nella semplice ordinarietà delle cose. Questo accade in altri luoghi, anche nelle piccole borgate. Dunque la domanda da farsi è semplice: perché no a Gela? Se ci addentriamo nel lessico politichese, la colpa è sempre di chi c’è stato prima; se ci inoltriamo nel tessuto economico-finanziario, la colpa è della politica accusata di essere assente e miope quelle poche volte in cui è stata presente. Finora non abbiamo mai visto qualcuno alzare il dito ed addossarsi le colpe, se non tutte ma in buona parte. Se il porto è tuttora insabbiato, dal Comune ribadiscono che la responsabilità è della Regione, che a sua volta rimanda al mittente le accuse o le addossa allo Stato; se l’ospedale Vittorio Emanuele è in decadenza, la colpa è dell’Azienda Sanitaria Provinciale che a sua volta punta l’indice su chi avrebbe dovuto trovare i fondi e non l’ha fatto; se dai rubinetti l’acqua non sgorga, il plotone di esecuzione è rivolto verso Caltaqua che respinge i colpi e li indirizza a Siciliaque; se il campo sportivo è in condizioni pietose, si additano errori su errori a chi amministra la cosa pubblica che a sua volta li rigira ad altri enti. Scriviamo solo di quattro esempi pratici, attuali. Anzi, per dirla tutta, atavici. Ci sono sempre stati e – purtroppo – sempre ci saranno. E qui ritorniamo al punto di partenza, alle cose che da tre anni, da quando cioè è nato, scriviamo su questo giornale: il gelese chiede la normalità. Perché i fatti appena descritti, non dovrebbero rappresentare un ostacolo e nessuno dovrebbe intestarsi la primogenitura al fine di risolverli. Semplicemente perché si tratta di fatti normali, atti dovuti. Ed invece tutti a salire sul carro dei vincitori, quando l’occasione sarà propizia. La città, per lunghi anni, ha vissuto l’onta di essere sporca, sommersa dai rifiuti. Finalmente (era ora) qualcosa sta cambiando. Chi gestisce adesso il servizio ha radicalmente cambiato lo status quo e i risultati sono evidenti. Così come, parallelamente, è evidente che insiste ancora una fetta di popolazione poco propensa al rispetto delle regole. Non sarà facile catechizzarla a dovere ma è tassativamente necessario provarci. Ben vengano – a tal proposito – i messaggi di sensibilizzazione promossi attraverso i media. L’anno che è appena cominciato, sarà quello delle elezioni amministrative. Sarà una campagna elettorale intensa, scorbutica, difficile. Si fanno già i primi nomi per ambire alla poltrona di sindaco. Staremo a vedere se il primo cittadino in carica si ricandiderà. Attualmente i risultati non sono stati soddisfacenti, tutt’altro. Ci si aspettava di più, molto di più. La pietra (quasi) tombale è stata la dichiarazione del dissesto finanziario. Avere un ente locale che non sia più in grado di svolgere le proprie funzioni e di erogare servizi indispensabili, non è sicuramente un bel biglietto da visita. Ma se ritorniamo – solo per un attimo – al lessico politichese, l’unica risposta che riusciamo a sentire è che “è sempre colpa di chi ci ha preceduto…” Questa sì che possiamo chiamarla – purtroppo – normalità! Ed in tutta schiettezza, potevamo farne a meno. Buon anno a tutti.

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Attualità

Come difendersi dalle truffe agli anziani, incontro a Niscemi

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“Truffe agli anziani. Come difendersi?”: è il tema del tavolo dei lavori che si è tenuto presso la chiesa di Sant’Antonio di Padova di Niscemi, organizzato dal Presidente del locale Lions Club Francesco Montalto, al quale ha partecipato la Polizia di Stato.

Il Commissario Capo Vincenzo Spinello del Commissariato di Niscemi ha spiegato come comportarsi per evitare di incorrere nelle truffe, ha descritto le metodologie maggiormente usate dai truffatori, anche attraverso le piattaforme social online, e raccomandato a tutti di chiamare sempre il numero di emergenza 113 o quello unico europeo 112 per qualsiasi dubbio o necessità.

La Polizia di Stato da anni è impegnata nella campagna di contrasto e prevenzione contro le truffe agli anziani.

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Editoriale

Il gelese al voto per una città normale…

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Si vota. Dopo un’infuocata campagna elettorale, oggi è calato il silenzio. Silenzio elettorale. Nessuno dei contendenti alla poltrona di sindaco e al consiglio comunale, può comiziare, promuovere incontri. Adesso tocca ai cittadini, esprimere le proprie preferenze, nella massima libertà e senza condizionamenti. Un voto libero. Ed il voto non sarà inutile, così come qualcuno potrebbe pensare. Votare è un diritto e un dovere civico.

Così come è un diritto (e un dovere) per chi amministrerà per i prossimi cinque anni Gela, rendere la città semplicemente normale. Non si chiede la luna, si chiede di vivere in una città che offra ed in cui i residenti non debbano elemosinare quanto gli spetta. Di diritto. Perché è un diritto avere l’acqua ogni giorno; perché è un diritto avere un ospedale efficiente; perché è un diritto avere delle strade non ridotte a gruviera; perché è un diritto avere una città pulita; perché è un diritto garantire un posto in cui i bimbi possano giocare tranquillamente. Perchè è un diritto vivere nel diritto!

Sono troppe le promesse che abbiamo sentito in tanti anni; chiunque si sia candidato alla poltrona di sindaco, ha sempre sostenuto e rimarcato che tutto sarebbe cambiato. E il gelese gli ha creduto per poi ricredersi. Oggi e domani, chi si recherà al voto dovrà esprimere la preferenza per un solo obiettivo: il bene comune al fine di indirizzare Gela in una collocazione migliore rispetto a quella attuale. Troppe lacune in ogni dove (chi non le vede, è prossimo ad una visita oculistica accurata e da uno bravo!); chi fa finta di nulla, dimostra di non amare la propria città e di guardare esclusivamente al proprio orticello; chi colpevolizza l’altro, farebbe bene a farsi un esame di coscienza. Qui non si tratta di andare alla ricerca di chi ha fatto cosa (meglio dire non fatto o fatto poco); qui si tratta di cambiare registro. Il gelese non merita di essere abbindolato per l’ennesima volta. Lo diceva Giovanni Falcone: “contano le azioni, non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili”.

Buon voto a tutti.

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Attualità

Delegazione di “Art Therapy” in Commissariato

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Il Commissariato di Polizia di Gela ha aperto le porte a una delegazione della locale associazione “Art therapy”.

I graditi ospiti, accompagnati dai loro familiari, hanno avuto l’opportunità di visitare la sala operativa dell’ufficio di Polizia e conoscere i veicoli e il materiale in dotazione agli agenti del Commissariato e della Polizia Stradale.

L’iniziativa di prossimità, che ha riscosso grande successo, si è concluso con la consegna di gadgets della Polizia di Stato ai partecipanti.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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