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“Amareggiato ma deciso fino in fondo”. Il sindaco Greco rilancia. “Dimettermi? La nave non si abbandona…”

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Pasqua di passione per il sindaco di Gela, Lucio Greco. All’orizzonte si staglia la mozione di sfiducia che sarà discussa in aula il mese prossimo ma il primo cittadino, è sereno. “Perché – dice – ho lavorato con il massimo impegno, non tralasciando nulla al caso”.

E allora perché vogliono sfiduciarla?

“Perché ci sono già i primi movimenti da parte di alcuni consiglieri per le prossime elezioni amministrative, previste tra un anno. Nella geografia politica può accadere”.

Però se un sindaco fa bene il suo lavoro, non dovrebbe essere sfiduciato. Lei ritiene di avere governato bene?

“L’azione di un sindaco va inquadrata in un contesto nazionale e il contesto nazionale è chiaro: le città meridionali presentano un contesto socio-economico fragile e pagano lo scotto di un divario nord-sud che si va sempre più allargando. Non è un caso che tutte le città meridionali a partire da Benevento, guidata peraltro da un grande personaggio politico ed ex ministro come Mastella, rischia il dissesto. I nostri territori sono difficili da amministrare ciò nonostante molti progetti portano la firma della mia amministrazione: dalla riqualificazione del lungomare per cui c’è stato un dispendio di energie notevole per arrivare ad essere pronti ad indire la gara per appaltare i lavori, agli interventi che saranno messi in campo per il porto, ai fondi (pari a 35 milioni di euro) del Pnrr…”

Si tratta però di progetti. Sulla carta…

“Certo. Tutti i progetti sono sulla carta, ma è importante che ci siano, perché diversamente parleremmo del nulla. Portarli a compimento è però un compito di tutte le istituzioni. Posso garantire che abbiamo fatto uno sforzo notevole, nonostante una grave carenza di personale soprattutto tecnico e una tempesta economico – finanziaria che sta vivendo il comune senza precedenti”.

Sta dicendo che la colpa è sempre degli altri?

“Non si tratta di attribuire ad altri le colpe, si tratta di dati di fatto di cui non possiamo non tenerne conto. Con tutto il rispetto che ho verso le precedenti amministrazioni, non posso non sottolineare che la montagna di debiti non si può attribuire alla mia sindacatura. Così come non posso non sottolineare che le gare per affidare il servizio dei rifiuti ad altre società, sono andate sempre deserte. Tutto questo non ci ha permesso di avere un servizio come era nei miei programmi”.

Per rendere la città allora più pulita, cosa bisogna fare?

“Mandare via la Tekra e approvare il Pef. Non c’è altra strada”.

Perché chi vive al Sud è costretto a fare le valigie, soprattutto in merito ad una perdurante disoccupazione?

“Paragonata ad altre città meridionali questo fenomeno a Gela è meno vistoso e non dimentichi che in tanti (si stima 4/5 mila famiglie) sono stati costretti ad emigrare per la chiusura della raffineria Eni in cui lavoravano tra indotto e diretto. Una chiusura traumatica. Ma tutto ciò risale ad anni fa e sicuramente non sotto la mia amministrazione. Con Eni abbiamo condiviso un piano lavorativo che possa permettere una ripresa economica non indifferente, puntando sul green. In agenda c’è una fitta programmazione ad ampio respiro…”

Due macigni: mozione di sfiducia e dissesto finanziario. Cosa dice nel merito?

“Certo che sono macigni, ma abbiamo il dovere di bloccarli per il bene della città. In questo momento la mozione di sfiducia non è la mia prima preoccupazione. I primi posti nella mia agenda politica sono la crisi finanziaria e il pef che vanno affrontati senza essere presi dal panico e senza essere distratti da altri problemi”.

Ma lei in Consiglio comunale non ha alcuna maggioranza….

“Quello che conta è la bontà delle proposte. Mi rifiuto di pensare che consiglieri seri e responsabili non votino atti favorevoli per la città. È già accaduto con altri sindaci…”

Mi perdoni, ma non è una giustificazione. Non crede?

“Non lo è ma il consiglio comunale è chiamato a determinati scopi e la giunta fa altro. In tante altre città italiane, non tutti i sindaci hanno la maggioranza in aula, ma continuano a lavorare con costanza, così come faccio io”.

Cosa le ha fatto più male in questi anni di sindacatura e soprattutto nell’ultimo periodo?

“So bene che la graditudine non è un sentimento che si adatta alla politica. Ma certi comportamenti di alcuni soggetti che ritenevo in linea con i miei principi e con cui avevo condiviso alcune scelte mi lasciano amareggiato”.

Per tutto quello che sta accadendo, non sarebbe meglio dimettersi?

“Assolutamente no. Non si abbandona la nave in tempesta”.

Mi ripeto: lei ha governato bene?

“Credo di averle già risposto precedentemente”.

1 Commento

1 Commento

  1. Tony

    9 Aprile 2023 at 8:44

    Dove l’ha visto questo film?

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Il Pd festeggia la rinascita nell’era di Terenziano e apre una sede in centro

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  I big del partito, dal segretario regionale Anthony Barbagallo a quello provinciale Renzo Bufalino oltre che tutti i dirigenti locali, consiglieri ed assessori, per l’inaugurazione della sede del Pd in via Vella in centro storico.

Un’occasione per festeggiare la risalita dal baratro del Pd ( il punto più basso è stato la perdita di un seggio storico all’Ars)che in un anno ha vinto le elezioni amministrative scegliendo (non senza difficoltà iniziali) di appoggiare Di Stefano ed ora ha 6 consiglieri, due assessori al Comune di cui uno vicesindaco, un consigliere in Provincia, Antonio Cuvato l’unico gelese. Non ci si meraviglia se i Dem dicono di voler essere fedeli al progetto di governo della città meglio noto come “Modello Gela”. Finora quel modello per far rinascere il Pd gelese ha funzionato.

Tra gli ospiti dell’inaugurazione della sede il sindaco Di Stefano (anche se il modello Gela si è fermato a Gela lui dice che bisogna proseguire nell’espressione tra i civici della provincia) e il coordinatore cittadino di PeR Franco Liardo ( dice si ad alleanze solo progressiste). C’era pure l’ex vicesindaco Viviana Altamore che di recente ha aderito ai Dem.

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Gruppo di FdI chiede le dimissioni del sindaco e pure del coordinatore meloniano a Mazzarino

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Mazzarino. Una quarantina tra iscritti e simpatizzanti di Fratelli d’Italia evidenziano che le ultime sedute del Consiglio Comunale hanno fatto emergere, in tutta la sua interezza, quanto sia profonda ed insanabile la crisi politica dell’amministrazione del Sindaco Faraci.Ritengono che il periodo buio che sta attraversando la politica locale non abbia precedenti nella storia di Mazzarino.


Un Consiglio Comunale imbrigliato in sterili ed inutili dibattiti, scadenti sia nella sostanza che nella forma, lontani dal giusto, doveroso e democratico confronto politico, che dovrebbe essere mirato, invece, all’individuazione di soluzioni per risanare la ormai profonda crisi Socio-Economica del nostro Paese.Poco edificante è stato, infatti, lo scambio di accuse reciproche tra i componenti dell’ex maggioranza, scambio che non interessa alla collettività, sempre più preoccupata, invece, dalle nefaste ricadute che la crisi sta avendo sul tessuto socio-economico della città”- sostengono.

I meloniani lanciano un monito: il consiglio comunale lasci perdere le questioni personali e il profilo giustizialista (saranno le Istituzioni preposte a svolgere le relative indagini e a far luce sulle presunte illegalità commesse, con la conseguente individuazione dei responsabili), torni, invece, ad occuparsi delle ataviche problematiche cittadine: dell’approvazione dei bilanci, del ripianamento dei debiti, dello stato delle strade, del rilancio economico, della sicurezza, delle politiche per giovani ed anziani, tematiche scomparse dall’agenda politica.
Il Sindaco prenda atto del fatto che ormai è delegittimato politicamente, non solo dalla stessa coalizione che lo ha sostenuto appena 11 mesi fa, ma anche dalle altre forze politiche e sociali della città, infatti nessuna delle quali ha raccolto il suo appello del “Patto per la città”, ad eccezione della Lega.


“Già qualche mese fa, con un comunicato stampa, abbiamo espresso le nostre perplessità sulla pseudo-risoluzione della crisi politica e amministrativa della maggioranza e i fatti ci hanno dato ragione.
Per quanto detto e per evitare il continuo stillicidio e la lenta agonia in attesa di una possibile mozione di sfiducia, peraltro già annunciata da alcuni gruppi consiliari, chiediamo al Sindaco di rassegnare le dimissioni, ritenendole la strada maestra per uscire da questa fase di caos politico e stallo amministrativo, indubbiamente deleteri per la collettività.Si dia la parola ai cittadini con nuove elezioni amministrative, da tenersi alla prima tornata utile”- concludono

Critiche pure al loro partito:”nella piena convinzione, inoltre, che i partiti politici, in momenti di emergenza e di crisi politica così profonda, devono essere responsabilmente presenti e propositivi, non possiamo più tollerare né la totale assenza al dibattito politico locale di F.d.I., né la latitanza sui tanti problemi della città, dovute ad una conduzione abulica ed arbitraria nonché assolutamente non adeguata del Coordinatore comunale di Mazzarino, al quale chiediamo un deciso passo indietro.Consapevoli della disastrosa situazione finanziaria dell’Ente, siamo pronti, responsabilmente e alla luce del sole, a porci da interfaccia tra le istituzioni comunali e i governi, regionale e nazionale, per affrontare le questioni locali, prima di ogni altra cosa il risanamento dei conti comunali e il ripiano dei debiti, e per individuarne le possibili soluzioni”

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Donegani:”la crisi dell’area progressista certificata oggi deriva da scelte del recente passato”

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Le elezioni provinciali hanno fornito alcuni importanti spunti di riflessione. Un dato è rappresentato dal fatto che i due candidati espressione del centro-destra, anche se diviso, sono risultati i più suffragati. Ciò, se da un lato dà il senso della forza della coalizione di centro-destra, rappresenta dall’altro un segnale inequivocabile della crisi dell’area progressista.

La pensa così il segretario regionale di PeR Miguel Donegani che insiste sulla criso del campo progressista.

“E’ una crisi che viene certificata oggi, ma le cui cause vanno ricercate in alcune scelte del recente passato, che noi come PeR abbiamo sempre criticato e stigmatizzato: ci riferiamo ovviamente a quanto accaduto in occasione delle elezioni amministrative comunali del 2024, allorquando venne imbastita una coalizione con all’interno forze progressiste e partiti espressioni invece dell’area di centro-destra, al solo fine di portare a casa il risultato elettorale. Fu un errore strategico che criticammo aspramente e che ci portò, per rispetto nei confronti dei nostri iscritti ed elettori, a correre da soli, ritenendo la nostra proposta inconciliabile con i valori incarnati da forze organiche al governo regionale. I medesimi errori vennero perpetuati anche nella successiva fase del ballottaggio, allorquando venne rifiutata la nostra proposta di “apparentamento”, che avrebbe dato maggiore rappresentatività in Consiglio Comunale alla compagine progressista. E’ palese che quella maggiore rappresentatività avrebbe costituito, nelle elezioni provinciali di domenica, una forza importante a sostegno della candidatura del sindaco Di Stefano. E’ un ragionamento che va esteso chiaramente anche agli altri comuni della Provincia, che, come Gela, hanno preferito, nelle rispettive elezioni amministrative, investire su una coalizione eterogenea, piuttosto che su un progetto politico chiaro e riconoscibile, quindi marcatamente progressista e riformista. La mancanza di un vero senso di appartenenza a valori condivisi tra i consiglieri votanti ha portato ad una dispersione del consenso tra le stesse fila dell’area di centro-sinistra. Noi come PeR abbiamo, ancora una volta in maniera coerente con i nostri valori e ideali, sostenuto la candidatura di Di Stefano come Presidente della Provincia, perchè era l’unica espressione di una coalizione progressista e riformista, in contrapposizione alle due candidature di Tesauro e Conti, espressioni invece dell’area di centro-destra”- commenta il.leader di PeR

Cosa accadrà nell’immediato futuro?

“Noi continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto sino ad oggi, senza attendere eventuali rimpasti o rimodulazioni in giunta, che mai abbiamo chiesto. Se il Sindaco dovesse finalmente dare alla propria compagine amministrativa una connotazione realmente progressista e riformista, senza contaminazioni con forze e partiti di centro-destra, PeR sarà pronta ed aperta al dialogo, ma solo sui temi che interessano la città e sulle tante emergenze irrisolte che ancora sono sotto gli occhi di tutti”- conclude

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
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