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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

A Gela i medici non vogliono venire o non ci sono le condizioni per lavorare?

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L’associazione Sos ospedale Vittorio Emanuele torna a farsi sentire per porre all’opinione pubblica un quesito inquietante: “a Gela i medici non vogliono venire o non si vuole che vengano?”. Di seguito riceviamo e pubblichiamo la nota.


“Ancora una volta vorremmo porre all’attenzione del Sindaco, del Presidente della Commissione Consiliare Sanità, dei consiglieri comunali, dei segretari locali di partito, del deputato regionale e dei Senatori della Repubblica, la situazione dell’Ospedale Vittorio Emanuele III di Gela. C’è un futuro certo per questa struttura?
Sono passati mesi, scadute promesse, ma nulla è cambiato per la struttura sanitaria gelese. Sembra che non siano bastati i Sit-in, le manifestazioni, le sottoscrizioni e gli esposti. L’ospedale di Gela vessa ancora nella situazione che abbiamo denunciato: nessun vero potenziamento, nessun nuovo rimpinguamento dell’organico, solo promesse, rinnovate ma mai mantenute, con la silente complicità della politica locale.


Avevano garantito l’assunzione di nuovi medici per il presidio di Gela, sono stati pubblicati i bandi, si sono svolte le prove concorsuali e hanno selezionato i vincitori. Sembrerebbe quantomeno risolta la questione relativa al potenziamento di organico, ma no. Infatti, passano svariati mesi per l’assunzione, a distanza di circa due mesi non sono state formalizzate e questo frangente i medici selezionati, considerata la grave carenza di medici in tutta Italia, sceglie altre sedi. Scelgono altre sedi perché non vogliono venire a Gela? Perché l’ospedale di Gela ha un alto carico di lavoro? No! Scelgono altre sedi perché scoraggiati dai tempi di assunzione che l’Asp pratica (solo per Gela per intenderci).
Oramai abbiamo svelato anche questa ultima bugia, per non dare a Gela le risorse (personale, mezzi, locali) adeguate che permetterebbero ai gelesi di usufruire del proprio ospedale, si usano “carte false”. Eppure, potenziare l’ospedale di Gela potrebbe essere nel medio e lungo termine una risorsa per l’Asp. La migrazione passiva, ovvero la gente che dalla provincia di Caltanissetta si cura in altri territori, costa all’Asp di Caltanissetta oltre 60.000.000,00 di euro l’anno. La gran parte di questa migrazione riguarda il comprensorio gelese.
Basterebbe investire due anni di migrazione passiva dell’Asp su Gela per riportare
l’ospedale ad erogare i giusti servizi. L’investimento si ripagherebbe in pochissimi anni, invece si preferisce pagare altre Asp piuttosto che dare un servizio “normale” ai gelesi.
Non dimentichiamo che durante il periodo Covid, Gela ha subito, a causa della atavica carenza di personale, la perdita di tutti i ricoverati Covid trasferiti a Caltanissetta: sette trasferiti, sette decessi. Una mortalità del 100%, che in medicina non è mai riscontrabile.
Abbiamo pagato un prezzo troppo alto per queste “disattenzioni” in ambito ospedaliero, continuiamo a pagare un prezzo troppo alto attualmente, con i gelesi costretti a “migrare” in altre strutture ospedaliere, non si può tollerare questo trattamento.
I gelesi meritano un trattamento alla pari con altre realtà, meritano la giusta assistenza nel loro ospedale”.

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L’eredità di Paolo Capici continua: lettera della moglie

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Riceviamo e pubblichiamo la nota della vedova dell’avv. Paolo Capici, Rocchina Pisano.

“A un mese dalla improvvisa scomparsa di mio marito Paolo Capici sento l’esigenza di rivolgermi alle istituzioni con particolare riguardo all’ill.mo Presidente del Tribunale di Gela e al nostro Sindaco. Vi scrivo perché in queste settimane non ho solo sentito la vicinanza di chi gli ha voluto bene ma ho dovuto accogliere lo sgomento e lo smarrimento di chi sente di aver perso tutto.

Perché se è vero che io ho perso il mio prezioso marito, l’uomo che ho amato in salute e in malattia, ho dovuto constatare che molti gelesi hanno perso il loro unico faro, la loro unica speranza di essere ascoltati quando le cose si fanno complicate, quando le istituzioni non danno risposte, quando la vita si fa difficile e tutti ti voltano le spalle.

Paolo poteva infatti permettersi ogni comfort, era amato da una grande famiglia che lo sosteneva in ogni sua esigenza e non aveva bisogno delle istituzioni per vivere sereno. Eppure le perseguiva, creava incontri e scontri e di certo non per sé stesso. Una catena infinita di battaglie per gli interessi di tutti spesso da solo, nemmeno i diretti interessati al suo fianco ma solo Paolo per tutti contro tutti.Lo abbiamo visto così nelle piazze, in televisione, in Tribunale, negli uffici del comune sempre agguerrito e determinato e il silenzio che ha lasciato è assordante.

Vi scrivo perché io oggi sono la vedova di Paolo Capici e in quanto tale penso ai suoi orfani, cittadini smarriti dalla perdita di un uomo straordinario che vi chiedo di onorare espiando i più vecchi peccati. E’ tardi per mostrargli che adesso è chiaro anche a voi che non agiva per pubblicità personale e per riparare le cattiverie che talvolta subiva. Potete però rivedere le priorità dei vostri interventi sforzandovi per le politiche di sostegno alla disabilità da ora in poi un po’ più soli, anche voi, perché non ci sarà più mio marito a punzecchiarvi.

Non sedie a rotelle per disabili negli uffici pubblici né messaggi di solidarietà ma interventi seri e concreti per contrastare le situazioni che ostano all’inclusione.Basti pensare, a titolo esemplificativo, che mio marito doveva chiedere l’apertura del cancello per le auto per poter accedere in tribunale, doveva sperare che l’ascensore funzionasse per poter arrivare in udienza, doveva chiedere agli impiegati dei servizi sociali presso il comune di Gela la cortesia di scendere al pian terreno per svolgere i colloqui, doveva gestire le conseguenze delle lungaggini processuali.

Una serie di esperienze che hanno coinvolto vostri uffici, vere e concrete delle quali vi chiedo di fare tesoro, per le quali vi chiedo di smentire il triste mantra di chi sente che, morto Paolo, nessuno si occuperà più di loro. Non basterebbero mille righe per esprimervi l’importanza delle mie richieste ma concludo questo scritto nella speranza che possiate cogliere la profondità del dolore di molti e il loro auspicio di trovare un conforto nel vostro imminente, concreto e serio impegno affinché, dopo la scomparsa di mio marito, nessun disabile venga abbandonato”.

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Il Pd gelese sostiene l’attivazione dell’Utin al Vittorio Emanuele

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Dal Pd di Gela, riceviamo e pubblichiamo:

il Partito Democratico di Gela segue con attenzione la situazione sanitaria locale. A riguardo si registra la recente nota del Direttore Sanitario dello Ospedale Santa Elia di Caltanissetta indirizzata al Tavolo Tecnico Regionale Sanitario per prevedere la nascita della Utin unità di terapia intensiva neonanatale a Caltanissetta, dove nel 2024 vi sono stati 401 nascite, anche in presenza di pari Utin in funzione allo Ospedale di Enna distante circa 30 Kilometri da Caltanissetta.

In materia si evidenzia che la Città di Gela, dove nel 2024 vi sono state 555 nascite, la Utin inserita nel piano sanitario regionale vigente non è entrata ancora in funzione, nonostante nel locale Ospedale Vittorio Emanuele sono già arrivati i previsti macchinari occorrenti per la attivita della Utin per vari milioni di Euro, perché non vi è stato assegnato il personale medico. Peraltro la Utin di Gela andrebbe a servire anche i comuni del sud della provincia che distano quasi cento kilometri dalle Utin più vicine di Enna e Catania.Ben venga la richiesta di istituire la Utin a Caltanissetta ma si chiede con forza ai vertici della Asp di Caltanissetta ed allo Assessorato Regionale alla Sanità di mettere i funzione al piu presto la Utin a Gela in quanto già inserita nel piano sanitario regionale e per la quale sono stati già acquistati i necessari macchinari allo stato non utilizzati. Altresi si fa presente anche la forte necessità di istituire a Gela la unità di Emodinamica in quanto annualmente circa duecento pazienti da Gela vengono trasferiti a Caltanissetta con grave pericolo per la vita per i tempi occorrenti a coprire la distanza e per i rischi stradali scaturiti. Di quanto sopra il PD di Gela informerà il Partito regionale e nazionale nonché i parlamentari regionali PD facenti parte della Commissione Sanità alla Assemblea Regionale Siciliana per mettere in campo le azioni più utili ed incisive tese a dotare Gela di una sanità degna di questo nome. La Struttura Commissariale del PD di Gela

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Psichiatria: la direzione spiega l’organizzazione dei servizi

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In riferimento alle notizie diffuse a mezzo stampa, inerenti l’ipotesi di riduzione delle ore di assistenza di Psichiatria nell’Area Sud dell’Asp a beneficio del reparto del P.O. “S. Elia” che, secondo la dirigenza rappresentano parte della verita’ , riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del direttore Mdsm Area Sud
Giuseppe Arancio e del Direttore del Dipartimento Salute Mentale dell’Asp
Massimo Cacciola.

“La Direzione Strategica dell’Asp di Caltanissetta – si legge nella nota –
data la grave carenza di Medici Psichiatri, con atto deliberativo n. 989 del 30/12/24 ha prorogato gli incarichi libero professionali a 3 Medici Psichiatri, ciascuno a 38 ore settimanali;
dei tre Medici, i Dottori Lauria e Stuto sono stati destinati all’Area Sud e soltanto un Medico all’Area Nord; considerata la carenza di Psichiatri nel Dsm e vista la necessità di garantire i ricoveri nel Spdc del P.O. “S. Elia” anche dei pazienti provenienti dall’Area Sud, numero 12 su 38 ore settimanali dei Dottori Lauria e Stuto saranno impiegate per assicurare la turnazione diurna, nottura/festiva nel Presidio Ospedaliero; ciascuno dei due Medici, nelle restanti 26 ore settimanali, garantirà la copertura degli ambulatori centrale e periferici dell’Area Sud, che pertanto non subiscono alcun danneggiamento; in particolare, il Dott. Stuto con il Direttore del Modulo Dott. Arancio continueranno a coprire il servizio per l’intera settimana presso l’ambulatorio centrale di Gela, mentre il Dott. Lauria è previsto che assicuri settimanalmente il servizio negli ambulatori periferici di Mazzarino (2 giorni), Niscemi (2 giorni) e Butera (1 giorno); questa Direzione pertanto non soltanto non ha mai inteso depotenziare i Servizi dell’Area Sud, ma, al contrario, nonostante la grave carenza di Personale Medico, ha determinato la riapertura degli ambulatori periferici, chiusi in precedenza proprio dal Dott. Lauria durante il suo mandato di Direttore del Modulo Dsm Area Sud”.

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