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Politica

A Delia la tassa sui rifiuti più bassa della provincia nissena e della Sicilia

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Delia – In Consiglio Comunale è stato approvato il Piano Economico Finanziario (PEF) per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti del 2023.

Il punto all’ordine del giorno è stato approvato solo dalla maggioranza mentre la minoranza ha votato contro.

“Anche quest’anno Delia continua ad avere la tassa sui rifiuti più bassa della provincia di Caltanissetta e tra le più basse a livello regionale-ha detto il Sindaco Bancheri-

Anche nel 2022 la riduzione progressiva della tassa sui rifiuti (Tari) era stata posta in essere: per le utenze domestiche con quattro compenti un ulteriore 5% in meno; per le utenze domestiche con 5 o 6 componenti la riduzione era arrivata anche al 12-15%.

La riduzione progressiva della TARI operata negli anni dall’Amministrazione Bancheri non ha eguali nella storia di Delia: basti pensare che per le utenze domestiche la differenza con la precedente Amministrazione Comunale ante 2013 è a dir poco imbarazzante poiché è stata operata una riduzione tra il 47 e il 50%.

Quest’anno abbiamo confermato la tariffa per le utenze domestiche e abbiamo registrato un lieve aumento per le utenze commerciali.

Corre l’obbligo di ricordare che le utenze non domestiche negli anni 2020 e 2021 hanno avuto AZZERATA la Tari dall’Amministrazione Bancheri, evento unico nel suo genere.

Il lieve aumento di quest’anno, che paragonato agli altri Comuni siciliani è davvero irrisorio, è stato dovuto al nuovo contratto di appalto che ovviamente ha registrato degli scostamenti dopo quasi un decennio (il precedente era del 2014) ma anche ai nuovi servizi espletati dalla Srr impianti: dal 2023 infatti la raccolta degli ingombranti così come la raccolta dei rifiuti delle utenze commerciali cosi come la pulizia del cimitero comunale sono in capo all’Srr impianti mentre in precedenza venivano gestiti dal Comune.

Inoltre abbiamo dovuto fronteggiare anche l’aumento del costo dell’energia elettrica.

L’ ammministrazione Bancheri quest’anno ha finito di pagare il mutuo decennale per un debito di 905 mila euro relativo agli anni 2008 2013 creato da chi ci ha preceduto.” “Continuiamo ad essere punto di riferimento a livello provinciale e regionale – ha proseguito il sindaco – ma non ci fermiamo ed abbiamo in cantiere diverse soluzioni che ci permetteranno di continuare a ridurre nel 2024 la tassa sui rifiuti: il nostro obiettivo è quello di migliorare sempre di più il lavoro di questo ultimo decennio che ha visto fare un salto di qualità all’Ente dal punto di vista economico e gestionale. La nostra è la politica del bene-stare cioè dello stare bene come comunità e questi risultati ne sono la dimostrazione tangibile”.

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La memoria corta dell’assessore Franzone e del Pd

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L’Amministrazione Di Stefano controllata a vista ed ogni occasione è buona per mettere in evidenza errori e incoerenze nell’azione corale o dei singoli componenti. Stavolta i riflettori sono stati puntati sull’assessore Filippo Franzone e la battaglia condotta per portare Gela fuori dal Libero Consorzio di Caltanissetta che avviò in testa ad un gruppo civico 11 anni fa e che ora è stata ripresa con una delibera di Giunta da lui proposta con cui si è affidato un incarico legale contro la Regione che ha affossato il referendum del 2014. Due giorni dopo Franzone era seduto da assessore in aula consiliare con colui che anni prima aveva accusato pubblicamente per aver ucciso la democrazia cancellando il sogno di Gela di uscire dal Libero Consorzio di Caltanissetta per migrare alla cittá metropolitana di Catania. Vero è che l’accusato cioè l’esponente PD Antonello Cracolici ieri era a Gela in altra veste cioè di presidente della Commissione Antimafia ( non c’era la commissione) ma lo era anche come vertice del Pd siciliano. Ma è legittimo far notare che la veemenza delle accuse che Franzone lanciò verso di lui in quegli anni avrebbero imposto, per ragioni di opportunità, una sua assenza dall’aula.

Franzone dalla memoria corta era invece presente e questo ha fornito l’occasione ai suoi avversari di pubblicare le sue dichiarazioni di quegli anni dirette senza peli sulla lingua contro Cracolici.

A farlo sui social sono stati due esponenti forzisti cioè Carlo Varchi che in quegli anni era impegnato accanto a lui in quella battaglia prima di rompere i rapporti e Enzo Cirignotta anche lui sostenitore dell’azione del gruppi Franzone. Entrambi accusano l’assessore oggi di incoerenza o come minimo di azioni inopportune.

In quegli anni le accuse erano rivolte pure verso l’on Arancio deputato all’Ars. Ma il tempo cambia le cose e in politica tutto può succedere.Così Franzone oggi è in Giunta a braccetto con il PD guidato da Arancio e il PD ha dimenticato il suo no secco alla battaglia di Franzone e ha votato la delibera sull’incarico legale contro la Regione. Se lo ha fatto perchè crede che non si caverà un ragno dal buco è ancor peggio.Si avalla la tesi di una delibera che è servita solo a pagare una cambiale elettorale a Franzone con i soldi pubblici impegnati in un momento di dissesto finanziario e in un’azione giudizia non obbligatoria. In tutte queste polemiche il dato certo è che la città non sente più quella battaglia, sono accadute tante cose nel frattempo e divorziare da Caltanissetta non è più un argomento attuale come nel 2014 in città se non per Franzone e il suo gruppo.

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Unità siciliana plaude all’incarico legale per difendere il referendum.

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Unità Siciliana il gruppo di Filippo Franzone che di recente ha aderito a Sud chiama Nord, accoglie con grande favore l’iniziativa dell’assessore Filippo Franzone e del Sindaco Terenziano Di Stefano di incaricare un avvocato per difendere le ragioni democraticamente assunte dai gelesi nel referendum del 2014 sul passaggio di Gela con Catania.

Un punto programmatico assunto in fase di ballottaggio dal candidato a sindaco Terenziano Di Stefano con il gruppo civico di Filippo Franzone “Gela nel Cuore”.

Unità Siciliana ritiene che il voto dei gelesi che al ballottaggio si è riversato portando alla vittoria il candidato Terenziano Di Stefano, che ha accettato di farsi carico di difendere l’esito del referendum del 2014, a differenza dell’altro candidato che si è rifiutato di farlo, dimostra senza ombra di dubbio come sia ancora grande l’aspirazione dei gelesi di rompere le catene che li legano a Caltanissetta.

Naturalmente l’incarico legale all’avvocato è un primo passo per raggiungere l’obiettivo!

Unità Siciliana confida comunque sul fatto che alla fine la magistratura non potrà che fare valere il diritto dei gelesi di passare liberamente con Catania, che l’ARS finora gli ha negato, semplicemente perché questa possibilità è prevista dalla legislazione siciliana,

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Cracolici:”c’è un calo drammatico delle denunce.Bisogna non essere indifferenti alla mafia”

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È impressionante la quantità di armi in circolazione a Gela, ma anche nel resto della Sicilia: un fenomeno che riguarda sempre più i giovani e che dimostra come il tema della sicurezza sia un tutt’uno con la lotta alla criminalità: ecco perché rispetto alla narrazione comune di una mafia che oggi non spara più bisogna mettere in guardia sulla diminuzione dell’allarme sociale da parte dell’opinione pubblica, meno attenta rispetto alla reazione registrata dopo le grandi stragi di mafia ma anche rispetto ai fatti di sangue che si sono avuti qui a Gela”: Lo ha detto il presidente della commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici, intervenendo al Comune di Gela.

All’iniziativa erano presenti anche il vicepresidente Ars, Nuccio Di Paola, la senatrice Enza Rando della commissione nazionale Antimafia, il sindaco di Gela, Giuseppe Terenziano Di Stefano, e alcuni assessori e consiglieri del consiglio comunale della città. Diversi i temi affrontanti durante l’incontro, come il calo di attenzione e di denunce contro il racket: “C’è un abbassamento drammatico delle denunce – ha aggiunto il presidente Cracolici – anzi, spesso, sono le stesse vittime a chiamare gli estorsori e oggi molte attività estorsive sono connaturate a uno scambio di servizi, forniture o imposizione di prodotti al valore fissato dalle organizzazioni criminali, cioè di una mafia che oggi preferisce emettere fattura”

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“Gli amministratori sono l’avamposto più importante nell’azione di contrasto alle mafie – ha concluso Cracolici – per questo con la commissione Antimafia, dopo avere ascoltato oltre 300 sindaci, stiamo lavorando a un patrimonio di conoscenza del fenomeno da trasmettere proprio agli amministratori locali, perché la lotta non può essere lasciata solo alle forze dell’ordine: in questa fase storica dobbiamo conquistare il popolo degli indifferenti per sottrarli a una neutralità che giova alla mafia”.

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