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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Vaccino SI – Vaccino NO: il punto di vista dello psichiatra dott. Franco Lauria

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Premesso che io mi sono vaccinato due volte con Pfizer, in quanto medico dipendente dal SSN, ho da fare qualche considerazione filosofica su questa faccenda.

L’Uomo, cercando una vita sempre più lunga e comoda, ha inventato la scienza e la tecnica. Farmaci, sala operatoria,  macchine agricole, concimi, pesticidi, vaccini. Così facendo ha allungato la vita rendendola anche più comoda, almeno in Occidente. Ciò ha prodotto un aumento della popolazione. Ai tempi di Cristo l’umanità era composta da 500 milioni di persone, oggi da 7,5 miliardi di persone.  L’Italia a quei tempi contava non più di 10 milioni di persone, oggi ne conta 60 milioni. Aumenta il numero. La gente diventa atea e si attacca a questa vita, poiché non crede più che dopo la morte ci sarà un’altra vita, la vita eterna. 

L’importante diventa vivere, il più a lungo possibile e nel migliore dei modi possibili. Cioè comodamente. Non c’è altro. Ciò comporta un aumento progressivo ed esponenziale dell’individualismo, dell’ egoismo e del narcisismo. L’uomo diventa nemico dell’altro uomo. L’uomo usa l’altro uomo come usa un cellulare, quando mi serve lo uso, quando non mi serve lo butto, se si ammala lo abbandono. Sparisce il concetto di dignità, onore, lealtà, gloria, insomma di valori caratteristici di un pensiero religioso, mitologico, misterico, affettivo, spirituale. Sparisce tutto il mondo ed il pensiero presocratico e preplatonico. Il vaccino si inserisce in questo trend.

Vita lunga e comoda, ma anaffettiva. Non ti puoi e non ti devi affezionare a nulla. Né agli oggetti nè alle persone. Nemmeno a tuo marito perché prima o poi lo lascerai. Nemmeno ai tuoi figli che prima o poi ti lasceranno. Per non soffrire non ti devi affezionare a nulla. Ma se non ti affezioni a nulla non sarai mai felice. L’uomo intrappolato, l’uomo in gabbia. Nel mondo ateo e nichilista non c’è alternativa. Dopo la morte di Dio, che Nietzsche aveva già annunciato a fine ottocento, all’uomo rimane solo il consumo edonistico continuo per consolarsi della sua precarietà efinitezza. 

Sparito Dio è sparita la vita dopo la morte e quindi la Speranza, e l’uomo vive una continua disperazione che combatte con il godimento continuo. Sparito Dio è sparita tutta la filiera a cascata che veniva dopo di lui: Patria, famiglia, padre, primario, preside, autorità, tradizione,  rispetto per le cose e per le persone. Il mondo nichilista, che non crede in nulla, vive nell’angoscia continua, si attacca al denaro, cerca continui momenti edonistici, eventi eccezionali per godere sempre. Se si ferma rispunta l’angoscia, la depressione e tutto il resto.

Il vaccino è l’ultimo presidio a difesa disperata di questa impostazione. La durata della vita. Più durata, più tempo. In un mondo dove ogni cosa è destinata a durare poco, a finire presto, prestissimo, l’uomo si illude  di durare il più a lungo possibile.  Ed anche quando arriva a 90 anni crede che siano pochi e vorrebbe altri 10 anni, arrivare a 100, ma poi ne vorrà 110, e poi 120, all’infinito. L’insoddisfazione sarà sempre presente, incolmabile ed implacabile. La sua Scienza lo illude, lo seduce, lo raggira. Ma alla fine lo molla nella solitudine di una stanza d’ospedale. Fra rumori asettici, fili, puzze, solitudine, l’uomo moderno infine muore solo e senza l’affetto di nessuno, in piena disperazione.  La causa di tutto ciò? Lo sviluppo della Tecnica, cioè la Scienza. 

La Scienza che è la causa di tutto vorrebbe essere anche il rimedio di tutto. Nulla fuori dalla Scienza e tutto dentro la Scienza. Quindi se soffri maledettamente il rimedio non sta in buone relazioni umane, negli affetti. No, sta in un farmaco che ti toglie l’angoscia. Tutto dentro la Scienza. Vita da schifo? Farmaci ed eventi. Questa è la soluzione scientifica. Non è migliorare le relazioni umane, anche perché per fare ciò devi uscire fuori dal Sistema scientifico, razionale, numerico  e capitalistico.

Oggi questa scelta è praticamente impossibile per il 99% della gente che vive in Occidente. La gente si sente vinta, condannata, fregata, rassegnata al peggio.

Deve andare avanti in piena coscienza di mancanza di alternative, non si sfugge alla Scienza e alla sua condanna. L’uomo ucciso dalla Scienza vive una perenne morte interiore. E’ morto già da vivo. Aspettando la fine biologica, è già morto al proprio interno. E poi morirà per sempre. La Scienza ci ha fregati.

Soluzione? Torniamo ai presocratici.
Dott.  Franco Lauria

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Sinistra e Destra, dal noi all’io e viceversa

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Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

La sinistra nasce per difendere i lavoratori contro la borghesia che stava a destra.Tutto l’ottocento e la prima metà del novecento se ne vanno così. La Sinistra stava con il Noi, la destra stava con l’Io. Vi ricordate il detto l’unione fa la forza? Io aderisco al PCI nei primissimi anni ’70quando ancora c’era un rimasuglio di questa ideologia a difesa degli sfruttati.Ma la transizione era già in atto, come ebbe a dire profeticamente Pasolini. A piccoli passi, lentamente, cambiando anche nome il PCI inizia una inversione di tendenza che lo porterà a stare con l’Io contro il Noi.Da partito sociale e comunitario il PCI ormai Pd diventa un partito individualista e dedito ai diritti civili.Pertanto molla la base operaia, molla i contadini e si propone a difesa di una classe media fatta di impiegati della Sanità e della Scuola. E siamo agli anni 80.Ma dopo gli anni 80 la sinistra aderisce al neoliberismo e al nascente postcapitalismo osannando l’Io e i suoi diritti.Lo spazio lasciato vacante dalle sinistre viene presto riempito dalle destre che lo occupano sino ad oggi.La destra che era per l’Io diventa per il Noi, per il sociale, per gli sfruttati.Cambia ancora la classe di riferimento. Sinistra e Pd si spostano ancora più verso un ceto medio alto, mollando quello basso fatto di dipendenti della scuola e della Sanità.Qual è la nuova classe di riferimento?La nuova classe medio-alta è fatta di gente che occupa i posti apicali nella scuola e nella Sanità cioè primari e presidi. Si sposta verso le Università, verso le case editrici, verso i giornalisti della Rai, verso il cinema, verso la Tv, verso lo spettacolo, verso le femministe di terza generazione, tipo “se non ora quando”, individualiste, agiate se non ricche, radical chic. Queste femministe non si alleano con gli uomini contro il potere capitalista, ma al contrario si alleano con il potere capitalista contro gli uomini e mettono donne contro uomini.Sinistra e Pd si spostano quindi verso il mondo ideologizzato degli lgbtq, contro gli eterosessuali. Tutti e tre: sinistra, femministe, lgbtq insistono su un patriarcato che sarebbe all’origine dei guai delle donne quando già negli anni 50 Lacan aveva decretato l’evaporazione del padre in funzione di una società di uomini soli. Ed insistono con slogan antistorici ed anacronistici, incuranti delle loro stesse contraddizioni che li vedono benestanti e privilegiati in una Società dove aumentano a dismisura i poveri e i precari che loro hanno mollato molti anni fa.Insomma sinistra e Pd si spostano verso coloro che non hanno nessun problema sociale, gente ad alto reddito che gestisce potere e vive nei quartieri alti delle città. Dalla base della piramide alla parte medio-alta e altissima della piramiide sociale ed economica. Lo si può verificare attraverso l’analisi del voto.La sinistra e il Pd rimangono sempre contro il capitalismo tradizionale, per intenderci quello solido, medio, piccolo, italiano e si alleano con il capitalismo nuovo, tecnologico e bancario, ossia il postcapitalismo straniero fatto di multinazionali e grandi banche.Erano alleati della Russia contro l’America? Adesso è al contrario, sono alleati degli americani contro la Russia. Erano contro la Nato? Adesso è al contrario, sono a difesa della Nato. Erano contro la guerra? Adesso è al contrario, sono di fatto per la guerra.Sinistra e Pd sul piano economico stanno adesso con i ricchi di ultima generazione, cioè gli ultraricchi, meglio se stranieri, sul piano psicologico stanno con l’Io e le sue pretese egoistiche anticomunitarie che loro chiamano dirittib(naturalmente senza doveri).Sul piano della storia si definiscono progressisti a favore del continuo sviluppo e del continuo aumento del Pil.Ma progresso e sviluppo non vanno a braccetto, come vorrebbero farci credere. Lo sviluppo infatti che produce Pil si riferisce alla tecnologia e alla produzione di merci, invece il progresso si riferisce all’uomo e alla sua personalità.Da questo punto di vista più sviluppo comporta meno progresso poiché la personalità umana nei paesi occidentali va verso più egoismo e più anaffettività.La destra di converso esalta il valore delle tradizioni e degli stili di vita tradizionali che sono più lenti e più affettivi.Quindi chi oggi sta a sinistra sta con l’anaffettività, la fretta e l’egoismo che sono intrinsechi al narcisimo infantile ed antisociale. Sempre sul piano economico la base della società ha visto dimezzare il proprio reddito negli ultimi 40 anni mentre i ricchi sono diventati straricchi.La destra ne approfitta e riempie gli spazi lasciati vacanti dalla sinistra. Così oggi abbiamo una destra sociale e comunitaria che sta con i lavoratori ed una sinistra civile e individualista che sta con la parte medio- alta della piramide sociale.Sul piano delle libertà è chiaro che il nuovo capitalismo liquido e globale riduce la libertà esercitando un controllo ossessivo, pervasivo, inquietante h24., attraverso gli smart come Tv, cellulari, Alexia.Quindi le sinistre stanno con chi riduce le libertà, riduce il reddito, riduce la vita a nuda vita animale. Insomma oggi la sinistra sta con i padroni, quelli più forti fra i padroni, specie se stranieri.Quindi chi vuole stare con il Noi, come sino ai primi anni 70, deve spostarsi a destra.Certo a destra non è tutto rosa e fiori. Anche lì ci stanno mille contraddizioni. Ed infatti esistono varie destre.Conclusioni? I problemi dei cittadini non sono risolvibili da questi politici.Che sono subalterni all’economia reale, subalterni all’economia virtuale, subalterni alla finanza internazionale.Bisogna che nasca una nuova politica autonoma dal potere. Nel frattempo bisogna ritagliarsi una vita propria all’insegna della creatività materiale, artistica ed intellettuale.

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Se io non voglio… razionalmente, potrei volere inconsciamente

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Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

La “vittima” non sempre è solo vittima, ma a volte anche carnefice. E viceversa.
Il provocare della vittima consiste nel non tenere in giusto conto il contesto spazio-temporale e culturale in cui si vive, insomma la realtà. C’è un deficit di realtà.
E la realtà umana è fatta anche da diversi tipi di uomini-maschi, uomini sereni e uomini non sereni, di uomini saggi e di uomini fragili, di uomini empatici e di uomini narcisi, di uomini miti e di uomini violenti, di uomini sani di mente e di uomini malati di mente, di uomini felici e di uomini infelici, di uomini tossicodipendenti e di uomini alcolisti, di ludopatici e di polidipendenti…

Realtà complessa, variegata, problematica. Il non volerne tenere conto, immaginando una realtà semplice e lineare di uomini sani, responsabili e tutti uguali, implica un eccesso di individualismo infantile e narciso da parte della vittima. La vita in società è un continuo equilibrio dinamico fra l’Io e il Noi. Un venirci incontro vicendevolmente.
Dare sempre ragione all’Io e torto al Noi oggi è l’ideologia postcapitalista del consumismo illimitato che promuove i desideri individuali e non accetta nessun No da parte del gruppo.
Invece la frase ” io non voglio” e il resto
devono essere inquadrati in un contesto più generale dove la comunicazione non è solo verbale, ma anche e soprattutto non verbale. Bisogna vedere il tono con cui lo dici, il modo come lo dici. La forma può smentire il contenuto. Bisogna valutare di caso in caso. Comunicazione verbale e non verbale. Comunicazione cosciente e non cosciente. Si rafforzano, vanno nella stessa direzione o sono in conflitto e vanno in direzione opposta? Freud e Pirandello sono i riferimenti psicologici e teatrali più pregnanti. E la psicologia americana di Palo Alto ha dato un contributo notevole a capire meglio le relazioni umane, le loro assonanze e le loro contraddizioni.
La comunicazione non verbale passa attraverso l’inconscio che può essere in sintonia o non in sintonia con la coscienza.
Posso dire No con la parola, ma Si con lo sguardo, con gli occhi o con i vestiti o con la gestualità, con il cuore… La vita è sempre contraddittoria e ambivalente.
La coscienza razionale è solo una superficie lievissima della mente umana che è invece un oceano inconscio profondissimo.
La mente, e quindi la personalità, è molto più ricca della coscienza. Se vogliamo far coincidere mente e coscienza torniamo a prima della psicoanalisi, cioè a più di150 anni fa.
Vogliamo negare la psicoanalisi? Vogliamo che la comunicazione non verbale conti meno di zero? Quanti di noi hanno litigato e detto “io non voglio” e poi invece lo hanno fatto, anche ferocemente e selvaggiamente? Il desiderio si nutre del divieto. O piuttosto questo nuovo femminismo vuole imporre una dittatura moralista, noiosa, banale, infantile della coscienza? Regressione e moralismo intrecciati mi sembrano i connotati culturali di questo “delirio” femminista ignorante e/o ipocrita.
(I maschietti femministi? Che pena).

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Interporto: “per uscire dall’impasse, c’è la speranza…”

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Dall’Associazione Interporto rappresentata dal dott. Marco Fasulo, riceviamo e pubblichiamo

“La provincia di Caltanissetta, ultima in Italia per reddito pro capite lordo, rappresenta una ferita aperta nel cuore della nostra nazione, un paradosso inaccettabile per un territorio così ricco di risorse naturali, di manodopera altamente specializzata e di posizioni strategiche nel crocevia delle comunicazioni globali.

Questa povertà non è figlia del destino, ma dell’incapacità cronica delle classi dirigenti di valorizzare un patrimonio unico nel suo genere. Eppure, una speranza concreta emerge come una luce in fondo al tunnel: la futura realizzazione di Interporto Gela, una struttura di importanza epocale che promette di trasformare non solo Gela e la Sicilia, ma anche l’Italia intera, proiettandola al centro della comunità economica europea e mondiale.

Grazie alla sua posizione privilegiata, punto di congiunzione naturale tra il Canale di Suez e il Mediterraneo, Interporto Gela rappresenterà la chiave di volta per una rinascita economica, abilitando la realizzazione di infrastrutture portuali avanguardistiche e di un Hub Containers nel Golfo di Gela. Queste opere saranno in grado di attrarre investimenti internazionali, creare migliaia di posti di lavoro e rendere il sistema logistico siciliano e italiano il più potente e competitivo del pianeta.

Con il futuro Ponte sullo Stretto di Messina, opera senza pari al mondo, l’Italia diventerà la piattaforma logistica più ambita del globo, una porta d’accesso privilegiata tra l’Europa, l’Africa e l’Asia, un esempio di innovazione e lungimiranza per le generazioni a venire.Questa visione non è solo un sogno, ma una promessa concreta di cambiamento, un impegno per riscrivere il destino di una provincia e di un popolo, restituendo dignità e prosperità a un territorio troppo a lungo dimenticato. Gela sarà il simbolo della rinascita, la Sicilia il cuore pulsante del Mediterraneo, e l’Italia il faro di sviluppo e modernità per il mondo intero”.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
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