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Cronaca

Rimpatriati tunisini irregolari, sorpresi dalla Polizia sulla Gela-Licata

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Quattro stranieri irregolari questa mattina, al termine dell’iter amministrativo eseguito dall’Ufficio Immigrazione della Questura, sono stati accompagnati all’aeroporto “Falcone-Borsellino” di Palermo e rimpatriati nel loro Paese di origine.

Erano stati sorpresi da una volante del Commissariato di Polizia di Gela nella notte di martedì scorso, lungo la strada statale 115 “Gela – Licata”. Condotti al Centro per Rimpatriati di Pian del Lago di Caltanissetta per gli accertamenti, dopo il controllo eseguito sulla banca dati interforze, sono stati identificati; di nazionalità tunisina, privi di permesso di soggiorno e quindi irregolari sul territorio nazionale. In particolare, uno di loro (un 21enne), era già stato in clandestinità in Italia e rimpatriato nel novembre del 2022.

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Cronaca

Denunciata 21enne: deteneva armi abusivamente

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I poliziotti del Commissariato di Polizia di Gela hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela una donna di 21 anni per i reati di detenzione abusiva di armi e ricettazione in concorso.

La settimana scorsa gli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria, nel corso di controlli finalizzati alla ricerca di armi, avendo fondato motivo di ritenere che la donna detenesse presso la propria abitazione armi, hanno eseguito una perquisizione locale e personale nel domicilio della stessa.

L’atto di polizia giudiziaria ha dato esito positivo, infatti, all’interno della camera da letto dell’appartamento gli agenti hanno trovato e sequestrato una pistola a salve, con inserito un caricatore contenente 6 cartucce calibro 6,35 e altre 18 cartucce dello stesso calibro. Le cartucce, qualora esplose dall’arma, avrebbero potuto causare la deflagrazione o l’arretramento incontrollato dell’otturatore, con evidenti rischi per l’incolumità fisica dei detentori o di terze persone.

La donna è la moglie del 29enne già arrestato dalla Polizia di Stato domenica 22 settembre scorso per i reati di resistenza, violenza e lesioni personali a pubblico ufficiale a Piazza San Giacomo. Anche l’uomo dovrà rispondere dei reati di detenzione abusiva di armi e ricettazione in concorso. Le indagini sono in corso.

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Cronaca

Viola divieto di avvicinarsi ai familiari e torna a minacciarli. La Polizia lo arresta

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La Polizia di Stato di Gela ha tratto in arresto un 25enne nella flagranza di reato di violazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla casa familiare e ai luoghi frequentati dai propri genitori.

L’equipaggio di una volante, a seguito di richiesta pervenuta sulla linea di emergenza del Commissariato di Pubblica Sicurezza, è intervenuto nell’abitazione di due coniugi poiché il proprio figlio, attualmente indagato dalla Procura della Repubblica di Gela per i reati di maltrattamenti in famiglia ed estorsione, si trovava presso la loro abitazione in violazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla casa familiare e ai luoghi frequentati dai propri genitori, disposta dal Gip presso il Tribunale di Gela. Le vittime hanno riferito ai poliziotti che .l’arrestato, subito dopo la notifica della misura cautelare disposta dal Gip, è rientrato nella casa familiare minacciandoli e chiedendo loro somme di denaro. I familiari, impauriti dalle continue minacce, prima di richiedere l’intervento della Polizia di Stato, in più occasioni, hanno consegnato al figlio diverse somme di denaro. L’arrestato, dopo le formalità di rito, su disposizione del Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Gela, è stato condotto al carcere di Gela a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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Cronaca

Maxi frode di iva e accise, indagato imprenditore gelese. Arresti e sequestri della Guardia di finanza

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C’è anche un gelese tra gli indagati nell’inchiesta sulle frodi di iva e accise per il carburante ad uso agricolo, che ha portato al sequestro di beni per circa 2 milioni di euro e di sei depositi di stoccaggio di prodotti energetici (cinque nell’Agrigentino e uno nel Palermitano). Si tratta di un imprenditore di 55 anni a cui il Gip del tribunale di Catania ha disposto l’obbligo di dimora e la sospensione dall’esercizio di imprese per un anno.

La guardia di finanza etnea ha arrestato sei persone: due sono state condotte in carcere e quattro ai domiciliari. Per altri otto indagati (tra cui il gelese) è stato disposto l’obbligo di dimora abbinata alla sospensione dall’esercizio di impresa per quattro di loro e all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per altri tre. Un quindicesimo indagato non è stato raggiunto da provvedimenti cautelari personali, ma è uno dei destinatari del provvedimento di sequestro beni. Le decisioni del gip sono state adottate, in applicazione della riforma Nordio, dopo gli interrogatori preventivi degli indagati.

Al centro dell’inchiesta della Procura di Catania un presunto sistema fraudolento promosso e organizzato da un catanese di 41 anni, che avrebbe operato come amministratore di fatto di una società di Palermo e di una ditta individuale di Catania per acquistare gasolio a uso agricolo per poi destinarlo per l’autotrazione, risparmiando sull’Iva, del 10 anziché del 22%, e sulle accise con meno 50 centesimo al litro.

Secondo l’accusa, l’impresa palermitana una volta acquistato il prodotto agevolato avrebbe provveduto alla sistematica cessione, solo formale, a favore della ditta individuale etnea, risultata una “cartiera”, priva di deposito e struttura organizzativa. In realtà, il prodotto sarebbe stato invece destinato a quattro diversi depositi situati principalmente nell’Agrigentino dove sarebbe stato rivenduto “in nero” come gasolio da autotrazione. Per evitare controlli su strada delle autobotti la società palermitana avrebbe emesso un documento di trasporto che veniva distrutto od occultato una volta raggiunta la destinazione concordata. Parallelamente, la ditta catanese, formale ricevente del gasolio agricolo, non avrebbe emesso alcuna fattura di rivendita per far perdere le tracce del carburante. Nell’inchiesta è coinvolto anche il titolare di un’impresa di trasporti di Paternò che avrebbe messo a disposizione della frode autobotti e tre autisti.Nell’ambito delle indagini della guardia di finanza di Catania e dell’Agenzia delle dogane, in tre interventi, sono stati sequestrati complessivamente 41.000 litri di prodotto energetico a uso agricolo, quattro autocisterne, un semirimorchio e altre attrezzature utilizzate per il trasporto e la commercializzazione illecita del carburante.

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