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Cronaca

Denunciato un albanese sorpreso mentre stoccava ed incendiava rifiuti

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Scoglitti – Nell’ambito del contrasto al fenomeno delle “fumarole” , i Carabinieri hanno denunciato un cittadino albanese sorpreso mentre stoccava ed incendiava rifiuti ed è stata sequestrata l’area utilizzata per l’attività illecita.

Prosegue l’attività di contrasto ai fenomeni criminali in materia ambientale da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa, anche con attività finalizzate ad arginare il fenomeno delle “fumarole”.

I militari della Stazione Carabinieri di Scoglitti, insieme al personale specializzato dello Squadrone Eliportato Cacciatori Carabinieri di “Sicilia”, durante l’attività di controllo del territorio nella frazione marinara hanno osservato la presenza di rifiuti di vario genere all’interno di un terreno, ovvero la presenza di un punto di combustione.

Per quanto osservato, i Carabinieri, dopo preliminari verifiche, hanno accertato che il terreno era di proprietà di un cittadino albanese identificato in T.A, 45 anni

Dalle verifiche espletate nell’immediatezza dei fatti e sul luogo, i militari hanno potuto documentare la presenza di un punto di raccolta e combustione di rifiuti di varia tipologia, tra cui plastica ed alluminio, nonché rifiuti organici e domestici.

Dopo aver messo in sicurezza l’area interessata dall’illecita raccolta e smaltimento dei rifiuti, i Carabinieri hanno espletato approfondimenti sul terreno e, tenuto conto della flagranza di reato cui veniva colto T.A., lo hanno deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per il reato di “illecito stoccaggio e smaltimento di rifiuti” sequestrando preventivamente un’area di circa 25 metri quadrati interessata dalla illecita attività.

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Mini car dentro un fossato in via Butera

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Finisce dentro un fossato una mini car Ami. L’incidente che ha coinvolto l’auto di piccole dimensioni si è verificato lungo la via Butera.

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Cronaca

Maxi blitz contro il narcotraffico, affari con la Stidda gelese

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Avevano un forte legame con la Stidda gelese, con cui facevano affari, le 45 persone indagate nell’ambito di una maxi operazione contro il traffico internazionale di droga, operata dalla Polizia sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia. Trenta gli arrestati reclusi in carcere, dodici ai domiciliari e tre destinatari di misure restrittive alternative.

L’inchiesta ha portato anche all’esecuzione di numerose perquisizioni su vasta scala. Gli inquirenti hanno scoperto un sistema strutturato per l’importazione di droga dal Sudamerica, dal Marocco e dall’Olanda. Le sostanze venivano poi distribuite dalla provincia di Brescia su tutto il territorio nazionale. Individuato a Cussago, in provincia di Brescia, un laboratorio per lo stoccaggio della cocaina. Oltre alla Stidda gelese, i narcotrafficanti avevano rapporti con le famiglie mafiose palermitane di Santa Maria di Gesù, Porta Nuova e Partinico-San Giuseppe Jato, il clan di Villaseta nell’agrigentino, quelle napoletane, i Contini dell’Arenaccia e gli Orlando-Polverino-Nuvoletta di Marano di Napoli e le famiglie Nirta e Strangio di San Luca, in Calabria.

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Cronaca

Hashish e cocaina nella cassetta degli attrezzi, un arresto in città

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La Squadra Mobile di Caltanissetta e la Polizia di Gela hanno effettuato una perquisizione all’interno di un garage di Via Bergamo, dove è stato rinvenuto un cospicuo quantitativo di droga. L’attenzione dei poliziotti è stata attirata da un giovane che, con fare sospetto, aveva fatto ingresso all’interno dell’immobile e dopo alcuni minuti era uscito con in mano una pesante cassetta degli attrezzi chiusa con un lucchetto. Al rifiuto di mostrare cosa stesse trasportando, il fermato è stato sottoposto a controllo e trovato in possesso delle chiavi del contenitore. Al momento dell’apertura, gli agenti hanno appurato che l’interno era stato riempito con svariati panetti di hashish, ancora confezionati.

Il controllo è stato esteso anche all’interno del locale in uso al giovane dove, su un soppalco, dietro delle vasche di accumulo dell’acqua, sono state rinvenute altre due cassette degli attrezzi chiuse, anch’esse riempite con panetti di hashish e pezzi di cocaina in pietra, ancora da suddividere in dosi per lo spaccio. A seguito delle attività di analisi e pesatura, l’ammontare complessivo della droga sequestrata è risultato pari a 19 chili di hashish e 330 grammi di cocaina, che avrebbero fruttato, una volta immessi sul mercato, introiti superiori ai 100 mila euro. L’arrestato, al quale è stato contestato il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, è stato condotto al carcere di Gela a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il Gip presso il Tribunale di Gela ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

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