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Cucina

Lo chef Totò Catania propone: Pizza e digeribilità

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Le mode food-social ci bombardano sempre più di pizze lievitate e maturate per 70.000 ore volendo propinarci una migliore digeribilità. Ma è davvero così? Facciamo un po’ chiarezza sull’argomento, perché la cucina è pur sempre una scienza e non una religione di credenze. Il fulcro della digeribilità di una pizza è la cottura. Infatti, se ci fate caso, se prendiamo ad esempio le torte che vengono realizzate senza un tempo di lievitazione, se ben cotte non danno nessun problema di digeribilità.

La digeribilità dipende da come il nostro copro digerisce le proteine e soprattutto gli amidi, perché l’amido crudo non viene aggredito dai nostri enzimi per la digestione. La cottura denatura le proteine rendendole più facili da assimilare ma soprattutto modifica lo stato degli amidi che gelatinizzano diventando così digeribili. Il problema principale di una pizza indigesta dunque sono quelle variabili che possono inficiare la cottura. In primis una temperatura ed un tempo di cottura inadeguati.

Anche un condimento troppo corposo che tiene la pizza più umida potrebbe rallentare una adeguata cottura. Un bravo pizzaiolo conosce a menadito la temperatura del proprio forno, il tempo di cottura del proprio impasto e la lavorazione corretta manipolazione che la pizza deve ricevere. Abbiamo tanti bravi pizzaioli sul nostro territorio, fidatevi di loro e diffidate dai fenomeni del web che si improvvisano solo per acchiappare qualche click.

Chef Totò Catania

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Cucina

Lo chef Totò Catania propone: Paccheri fritti all’amatriciana

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Oggi useremo la pasta ma non per fare un primo piatto bensì un aperitivo super sfizioso da accompagnare al vostro cocktail preferito. Partiamo lessando dei paccheri che dovranno essere cotti al dente, scoliamoli e raffreddiamo con dell’acqua fredda, poi asciughiamo e teniamo da parte. Tagliamo abbondante guanciale a striscioline dopo aver eliminato la cotenna e lasciamolo sudare in padella antiaderente senza aggiungere altri grassi.

Facciamo dorare il guanciale e quando risulterà ben croccante togliamolo dal grasso e lasciatelo intiepidire, andrà poi tagliato a coltello finemente. Nel grasso del guanciale tuffate dei pelati di pomodoro, un pizzico di sale ed uno di pepe e tirate un bel sughetto ben stretto. Non ci resta che comporre la farcia amatriciana. Aggiungere al pomodoro il guanciale croccante, il pecorino grattugiato e il pangrattato.

Formaggio e pane dovranno essere abbondanti e in grado di assorbire il sugo arrivando ad una consistenza pastosa. Mettete tutto in sache-a-poche e farcite i paccheri. Passate i paccheri nella farina, poi nell’uovo sbattuto e poi nel pangrattato chiudendo con la panatura tutti i lati. Portate a temperatura di circa 170 gradi dell’olio di arachidi e friggete in immersione i vostri paccheri panati fino a doratura. Vi assicuro che non esiste al mondo aperitivo più godurioso.

Chef Totò Catania

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Cucina

Lo chef Totò Catania propone la terrina di salmone affumicato

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Un bell’antipasto freddo è proprio quello che ci vuole per combattere il caldo torrido di queste settimane. Lessate delle patate ed una volta cotte pelatele e schiacciatele. Condiamo le patate con sale, pepe nero, aneto e prezzemolo tritati, un paio di cucchiai di capperi sotto aceto, delle generose cucchiaiate di maionese e qualche fettina di salmone affumicato tritato finemente. In una terrina dalla forma rettangolare applicate della pellicola alimentare e foderate il fondo e i lati con delle fettine di salmone affumicato senza lasciare spazi, mettete il composto di patate e richiudete il bauletto con dell’altro salmone affumicato. Sformate la terrina di salmone e il gioco è fatto, da tagliare a fette spesse e da servire con una buona insalata e del pane tostato. Buon appetito!

Chef Totò Catania

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Cucina

Lo chef Totò Catania propone: Pollo glassato alla soia, senape e miele

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Ci sono ingredienti che hanno una pessima nomea. Quante volte vi sarà capitato di dire che i petti di pollo “fanno venire la tristezza”? Non si tratta solamente di luoghi comuni, qui è in gioco l’onore e la reputazione del pollo. Ed allora assumo io la difesa gastronomico-legale del tanto bistrattato petto di pollo. In una padella ampia mettete olio e burro in parti uguali, due spicchi di aglio schiacciati e due rametti di rosmarino e fate sfrigolare per qualche secondo.

Fiamma al massimo, rosolate i petti di pollo da entrambi i lati facendoli dorare leggermente salate e pepate. A questo punto sfumate con un bicchiere di vino bianco ed aggiungete un cucchiaio di senape, qualche goccia di miele ed una leggera spruzzata di salsa di soia. Riducete il fondo di cottura fino a glassare i petti di pollo. Ho concluso vostro onore.

Chef Totò Catania

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