Niscemi – Cosa lega il lessico di Camilleri al dialetto di Niscemi? Si tratta di due piani differenti in quanto il linguaggio di Camilleri è costruito su un siciliano inventato per essere comunicato su larga scala e il siciliano si frammenta in una miriade di diletti locali, se ne contano circa 50. Questo quanto emerso nel corso della presentazione del libro dello studioso linguista prof. Gaetano Vincenzo Vicari ‘La lessico di Camilleri – dal dialetto di Vigata al dialetto di Niscemi”. Ieri sera in una gremita sala della Biblioteca comunale si è parlato di linguistica applicata al siciliano. “Una lingua duttile che si differenzia da comune a comune per fonemi e sintagmi – ha spiegato lo studioso Vicari”. C’era il sindaco Massimiliano Conti, l’assessore alla cultura Marianna Avila, la presidente della Pro Loco Maria Cristina Disca che con l’associazione ed il Comune hanno sponsorizzato l’evento, l’editore Salvatore Granata che ha avuto l’intuizione di sostenere il lavoro di Vicari oggi come 40 anni or sono, l’arch. Maria Grazia Spinello che ha incentivato il lavoro per il quale Vicari ha letto 54 libri di Camilleri dedicando una intera estate. Il tutto condito dalla frizzante conduzione dell’ing. Maurizio Vicari.
Il glossario, edito da Edizioni Lussografica, rappresenta un prezioso strumento linguistico, composto da circa duemila lemmi, che offre al lettore la possibilità di apprezzare le sfumature lessicali dell’opera di Andrea Camilleri, il celebre scrittore empedoclino. Questo lavoro si concentra in particolare sul “vigatese”, il linguaggio sicilianizzato inventato da Camilleri, che ha saputo conquistare un posto nel linguaggio comune attraverso il successo letterario e televisivo del commissario Montalbano.
“Il connubio narrativo lingua-dialetto – scrive Vicari nella presentazione del libro di oltre 300 pagine – ha permesso a Camilleri di sbloccare il rumore della frase sprangato nella sua memoria. Lo scrittore ha trovato la declinazione del concetto di bellezza attingendolo dalla frammentazione del codice del tempo, senza perdersi nel silenzio delle proprie paure espressive. Così la sua frase ha trovato i sorrisi e i giusti rintocchi lessicali, senza privare dell’armonia la catena sonora. Ogni ramo frastico mescidato è stato piantato con successo nel cuore della foresta narrativa. La sua competenza glottologica proiettiva ha creato un’affascinante impronta linguistica, che lo scrittore empedoclino ha fatto arrivare nell’oceano della letteratura, con la descrizione di trame libresche sperimentate che alzano nell’atmosfera della cultura il profumo di un canto di lemmi nazionalpopolari, omaggio incantevole alla terra di Sicilia.
La comprensione dei contenuti investigativi dei romanzi riguardanti il commissario più famoso d’Italia, dunque, è caratterizzata da una mescidazione della lingua italiana con il dialetto. La prima si infiltra, come una nebbia che avvolge un intero paesaggio impedendo all’osservatore la corretta focalizzazione, nei morfemi del dialetto siciliano e, in egual modo e in senso inverso, i suoni e le voci dialettali penetrano nella struttura blasonata e titolata del corpo linguistico italiano, ostacolando l’immediata comprensione soprattutto a chi disconosce il modo di parlare dei dialetti siciliani.
Una rivoluzione lessicologica nella narrativa italiana.
Si tratterebbe di una fausta e vicendevole contaminazione, di una felice sineciosi, di un propizio contagio glottologico che prende il nome di sicitalianese: una sorta di interscambio linguistico che si trasferisce in chi abbraccia il libro camilleriano, una forma di univerbazione in cui gli elementi lessicali valoriali di ciascun codice linguistico si agglutinano, attraverso fenomeni di aggiunta, in forme che risultano sovrabbondanti rispetto a quelli di caduta. Il neologismo nasce dalla fusione di sicilianese e italianese, cioè da due concetti linguistici originali, che àncorano la loro genesi nella singolarità della scrittura di Andrea Camilleri, trinacrista e sostenitore convinto della dialettalità.
Uno scrittore non può spersonalizzarsi a causa dell’uso non convinto del sistema linguistico che è chiamato a veicolare i messaggi narrativi. L’italiano standard, di cui Camilleri è un eccellente conoscitore, non può impedire la libera espressione dell’animo letterario di uno scrittore. Ed ecco che Camilleri, non potendo usufruire allo scritto del dialetto trinacrino normato, decussa i due codici glottologici creando istintivamente il suo sicitalianese.
Tollerare un Glossario potrebbe volere dire conoscere altre realtà linguistiche, che sono il veicolo precipuo di tradizioni, di usi, di modi di pensare e di agire.
Il Glossario rappresenta un compendio lessicale essenziale, dal punto di vista linguistico, formato da circa duemila lemmi, che costituiscono una cifra minima, ma quanto basta per consentire a chi legge di potere gustare le sfumature delle frasi dello scrittore empedoclino, pendenti verso il dialetto e tendenti a una resa più aderente al senso di un concetto, in particolare, e delle cose, in generale”.
In conclusione un intrattenimento musicale a cura del pianista Rosario Spina
Gaetano Vincenzo Vicari già docente di Lingua e Letteratura francese nei Licei è stato lettore di Lingua Italiana presso i licei “H. Poincaré” e “F. Chopin” di Nancy. Ha frequentato l’Università di Nancy II. È stato collaboratore del Centre Culturel Français di Palermo e dell’Alliance Française di Caltanissetta. Redattore della rivista LUNARIONUOVO (direttore M. Grasso – Catania), fa parte del gruppo CIAI (Convergenze Intellettuali e Artistiche d’Italia). Nel 2000 è stato chiamato dalla Casa Editrice Prova d’Autore a far parte del Comitato scientifico per la redazione delle schede bio-bibliografiche degli scrittori siciliani dell’Ottocento e del Novecento. Ha collaborato con la Casa Editrice Petrini di Torino e con la rivista Kalòs. Già docente a contratto di Dialettologia Italiana presso l’Università degli Studi di Catania, nel 2012 gli è stato conferito il “Marranzano d’argento” per la saggistica. È autore di testi di glottologia. Vive a Niscemi.
Torino – I viaggiatori lo hanno definito il mini Orient -Express del XXI secolo e invece è il Sicilia express, il viaggio-regalo della Regione Sicilia riservato ad una piccola parte di lavoratori siciliani che tornano a casa in occasioni delle festività natalizie.
Vini, carte da gioco, cene dai sapori della Sicilia, spettacoli con Claudio Casisa de ‘I soldi spicci’, Salvo Piparo. E poi giornalisti per il sondaggio verso i viaggiatori, il designer Alessandro Enriquez e il videomaker per le immagini originali.
Tovagliato dai colori allegri, calici scintillanti e personale in livrea bianca e oro. Insomma c’è tutto quanto serve ad un viaggio – gita dal gusto antico da Nord-Sud, da Torino alla Sicilia, nel treno ristrutturato voluto dalla Regione presieduta Renato Schifani. Il partito alle 15,10 da Torino, in perfetto orario ed arriverà a Palermo domani alle 13,35.
I prezzi sono simbolici: 29,90 il posto a sedere, fino ai 129,90 per la carrozza letto singola. I 500 posti messi a disposizione il 3 dicembre sono andati esauriti in un’ora.
Millecinquecento chilometri attraversando tutta Italia. A bordo, degustazioni, masterclass gastronomiche, performance culturali, come musica dal vivo, reading letterari. Un’iniziativa decisa dalla Regione, Assessorato alla mobilità diretto da Alessandro Aricò, per contrastare il caro voli.
Non ci credeva nessuno e invece il treno è partito. “”Questo è il vero successo” – ha commentato Arico’.
Il Foro di Gela in festa. Nell’aula intitolata all’avv. Moscato si è svolta la, ormai tradizionale, cerimonia delle onorificenze per i traguardi professionali raggiunti da quindici legali che da 25 e 40 anni operano nella realtà locale.
Presieduta dal presidente dell’ordine degli Avvocati di Gela, Maria Giordano, la cerimonia ha alternato momenti di emozione, intensità e alta dialettica, tipica della categoria che, del logo, ha fatto il suo lavoro sulla scorta dei progenitori romani, a momenti di allegria e condivisione. Perché superare gli ostacoli professionali, le sfide ed assistere i cittadini che invocano la giustizia per decenni, non è da tutti. E di questo è conscia la categoria che saluta con favore questo momento di festa che ogni anno coincide con le festività natalizie.
Enrico Aliotta, Liliana Bellardita, Carmelo Brentino, Nicoletta Cauchi, Anna Comandatore Olimpia D’arma, Osvaldo Di Rocco, Riccardo Lana, Giuseppe Nicosia, Rochelio Pizzardi. Orazio Rinelli, Venere Salafia, Paolo Testa.
Hanno al loro attivo 40 anni di iscrizione all’albo gli avvocati: Giuseppe D’Alessandro e Calogero Giardina.
È questo l’impegno assunto oggi in aula nel corso dell’approvazione dell’articolo 16 della legge finanziaria, dall’assessore del Territorio e Ambiente Savarino e da quello all’Economia Dagnino che si concretizzerà nel maxiemendamento che sbarcherà nelle prossime ore a sala d’Ercole.
“Rappresenta il coronamento – dice il deputato M5S Carlo Gilistro – delle pressanti richieste che in questo senso ho fatto in aula e in commissione dopo il recente episodio della pioggia oleosa e dei miasmi che hanno interessato l’area di città Giardino nel Siracusano a fine agosto, terrorizzando la popolazione.
Il potenziamento del sistema dei controlli è fondamentale per garantire alla cittadinanza la giusta serenità che si smarrisce istantaneamente quando ci troviamo di fronte a episodi del genere. La popolazione deve sapere che i controlli sulle aree industriali sono puntuali e rigorosi e che le informazioni su eventuali incidenti sono conseguenti e tempestive”.“Al governo – conclude Gilistro – diamo atto di avere colto le esigenze della popolazione da me rappresentata”