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Aurora Pacia vince la 37° edizione del festival nazionale La Vela D’Oro

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Acireale – La giovane gelese Aurora Pacia si è classificata prima tra dodici finalisti provenienti da varie parti di Italia con il brano “Clik boom” davanti a una giuria di alto livello composta dal M° Umberto Iervolino/ Luca Botta A&R della Warner/Gabriele Compierchio A&R Sugar/ Gabriele Minelli A&R Island/Universal , si aggiudica il primo premio della sez. cover e il premio” Giuria popolare”

Il Festival Nazionale della canzone “ VELADORO ” conferma anche quest’anno il successo delle precedenti edizioni. Giunto al suo 37esimo anno la kermesse, presentata da Ruggero Sardo e Chiara Esposito e organizzata dall’omonima associazione sotto la direzione di Delfo Raciti , è un punto di riferimento e forza per tutti gli appassionati di musica e nuovi talenti, provenienti da tutta Italia, che hanno l’opportunità di esibirsi con l’orchestra dal vivo, come sempre diretta dal M°Angelo Spina, e dinanzi a produttori e professionisti delle Major dell’ industria discografica.

La borgata marinara di Stazzo, ha accolto nella sua piazza Mantova 22 cantanti, selezionati dal Direttore artistico Delfo Raciti , che si sono esibiti nelle sezioni inediti e cover. Le giuria tecnica diretta Presieduta dal M° Umberto Iervolino/ Luca Botta A&R della Warner/Gabriele Compierchio A&R Sugar/ Gabriele Minelli A&R Island/Universal , Claudia Barcellona per il MEI , hanno decretato i vincitori di questa edizione. La giovane romana Bordeaux con il brano “Nodi” si è aggiudicata il podio della sezione inediti. Il primo premio della sezione cover è andato ad Aurora Pacia che ha interpretato “Click boom”, la quale si è aggiudicata anche il “premio della giuria popolare”. Il “premio della critica” e il “premio MEI e stato consegnato a Lidia Vitraro. Manuela Baldo si aggiudica il premio delle radio Amore e Bruno e il premio dell’orchestra «Una serata meravigliosa sotto ogni punto di vista – dice commosso . Nunzio Torrisi presidente della “Veladoro ”. Gli interpreti sono stati strepitosi. Noi ce l’abbiamo messa tutta.

Il M° Rino Bertino storico organizzatore del Festival per il grande lavoro svolto dietro le quinte e la Direzione Generale SIAE di Roma per il sostegno accordato, arrivederci alla 38° edizione 2025.

Spenti i riflettori del festival, lo attendono una produzione discografica interamente finanziata dall’associazione culturale La Vela D’Oro, che comprende la realizzazione di un brano inedito con la produzione artistica curata dal M. Umberto Iervolino e la partecipazione alle selezioni di Sanremo giovani

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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

“Non accogliere i migranti è veramente un peccato grave quanto l’aborto?”

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Dal nostro lettore arch. Roberto Loggia, riceviamo e pubblichiamo

“Il Papa, alla richiesta di un’indicazione di voto riguardo alle prossime elezioni statunitensi ha affermato che entrambi i candidati (Harris e Trump) “…sono contro la vita, sia quello che butta via i migranti (Trump), sia quello che uccide i bambini (Harris)”. E poi ha affermato: “Non andrò a votare lì, ma non si può decidere. Mandare via i migranti, non dare loro la capacità di lavorare, non dare ai migranti accoglienza è un peccato, è grave”.

Si tratta di affermazioni che richiedono quantomeno una riflessione in ragione del fatto che paiono presentare una sovversione della verità oggettiva ma soprattutto dei principi fondamentali della fede cattolica. Questa analisi non vuole essere un attacco alla persona di Bergoglio ma una mera analisi critica, terra terra, che è anche dovere preciso di ciascun cristiano per poter attuare quel discernimento che è alla base di ogni cammino di crescita nella fede.

Mi limiterò ad esprimere tre semplici considerazioni:Non mi pare proprio corretto affermare che Trump butti i migranti o comunque è certamente un’espressione esasperata che rende un’immagine distorta della realtà. È vero infatti che le sue politiche sono notoriamente mirate a contenere il fenomeno dell’immigrazione clandestina e selvaggia ed alla stessa stregua è vero che queste politiche rispondono peraltro a dei valori cristiani di attaccamento alla propria patria ed alla propria identità; valori che erano stati espressi a chiare lettere dagli ultimi Papi.

Mi sia consentito di citare, sul punto, il messaggio di Benedetto XVI per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2013: “Certo, ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune, ma sempre assicurando il rispetto della dignità di ogni persona umana…”.

Ed ancora: “Nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra, ripetendo con il Beato (ora Santo) Giovanni Paolo II che ‘diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione’ (Discorso al IV Congresso mondiale delle Migrazioni, 1998)”: è oggettivamente e cristianamente insostenibile ed inascoltabile l’affermazione secondo cui opporsi all’immigrazione (di qualsiasi genere essa sia) è un peccato che equivale, anche per gravità, a quello commesso da chi abortendo uccide i bambini nei grembi delle proprie madri.

Ma Bergoglio non solo lo afferma ma lo fa addirittura definendo questi due peccati entrambi “contro la vita” e questo è proprio un errore in termini: ammesso e non concesso che resistere all’immigrazione sia un peccato, tutt’al più potrebbe risultare un peccato contro la carità e certamente non contro la vita.Si tratterebbe peraltro di un peccato la cui sussistenza dipenderebbe dalla predisposizione d’animo dell’agente, nel senso che sarebbe tale soltanto nel caso e nella misura in cui il soggetto politico disponente la misura repressiva dell’immigrazione sia mosso dalla cattiveria e dall’odio contro i migranti e non dall’intento di controllare e porre un argine ad un fenomeno che, se incontrollato, finirebbe per pregiudicare la sicurezza ed il benessere nazionale.Ma per fortuna nei cuori ci guarda solo Dio.

L’aborto è in realtà un peccato gravissimo, talmente grave che prima che Bergoglio ne svilisse la gravità comportava la scomunica e poteva essere assolto soltanto da un Vescovo.Come si può paragonare la soppressione della vita di un innocente indifeso con la mancanza di accoglienza nei confronti dei migranti che peraltro sono quasi sempre uomini nel pieno della loro giovinezza e del loro vigore? Inoltre cosa vuole dire Bergoglio quando consiglia di “scegliere il male minore”? Qual è per lui il male minore? Nella vita cristiana si suole dire che «Chiarità è carità».

Ecco allora che lo sforzo di essere trasparenti e di adottare la limpidità del linguaggio è un preciso dovere cristiano, come tra l’altro consiglia lo stesso Gesù: «Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno» (Matteo 5, 37). Perché Bergoglio si è allora espresso in maniera così oscura? Quella che ha dato non è né una risposta né un’indicazione ma, considerata unitamente alla sua premessa, pare essere una mera invettiva nei confronti di Trump, basata sulla distorsione della verità (si rimarca che Trump non butta i migranti sebbene sia a favore di politiche mirate a contenere l’immigrazione) e che pare essere stata artatamente concepita per confondere il popolo di Dio ponendo le politiche antimmigrazioniste sullo stesso piano di quelle abortiste quando in realtà queste ultime sono le uniche ad essere con certezza contro Dio e contro la vita.

In definitiva secondo Bergoglio se non accogli un estraneo che si presenta a casa senza mai essere stato invitato e lo fai perché magari temi per l’incolumità dei tuoi familiari, commetti un peccato grave, e pari per gravità, a quello che commetteresti se uccidessi un bambino o una bambina appena nata!Non voglio arrivare ed esprimere conclusioni riguardo a tale anomalia. Non mi compete. Ma una riflessione andava fatta.

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Cucina

Lo chef Totò Catania propone: Paccheri fritti all’amatriciana

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Oggi useremo la pasta ma non per fare un primo piatto bensì un aperitivo super sfizioso da accompagnare al vostro cocktail preferito. Partiamo lessando dei paccheri che dovranno essere cotti al dente, scoliamoli e raffreddiamo con dell’acqua fredda, poi asciughiamo e teniamo da parte. Tagliamo abbondante guanciale a striscioline dopo aver eliminato la cotenna e lasciamolo sudare in padella antiaderente senza aggiungere altri grassi.

Facciamo dorare il guanciale e quando risulterà ben croccante togliamolo dal grasso e lasciatelo intiepidire, andrà poi tagliato a coltello finemente. Nel grasso del guanciale tuffate dei pelati di pomodoro, un pizzico di sale ed uno di pepe e tirate un bel sughetto ben stretto. Non ci resta che comporre la farcia amatriciana. Aggiungere al pomodoro il guanciale croccante, il pecorino grattugiato e il pangrattato.

Formaggio e pane dovranno essere abbondanti e in grado di assorbire il sugo arrivando ad una consistenza pastosa. Mettete tutto in sache-a-poche e farcite i paccheri. Passate i paccheri nella farina, poi nell’uovo sbattuto e poi nel pangrattato chiudendo con la panatura tutti i lati. Portate a temperatura di circa 170 gradi dell’olio di arachidi e friggete in immersione i vostri paccheri panati fino a doratura. Vi assicuro che non esiste al mondo aperitivo più godurioso.

Chef Totò Catania

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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

L’Associazione ‘Diritto & Donna’ esprime cordoglio per Francesca Ferrigno

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Da Rosa Iudici, Presidente dell’associazione ‘Diritto & Donna’ riceviamo e pubblichiamo

“Esprimo il mio cordoglio per la donna uccisa a coltellate, ieri a Gela, per mano del figlio. Il quale si è subito dopo costituito, ed è stato arrestato.

Non possiamo più accettare continui atti violenti e feroci ai danni delle donne, molto spesso culminati con uccisioni.

Da Presidente ‘Diritto & Donna’, invito chiunque si senta in pericolo di rivolgersi alla Autorità competenti, senza aver alcun timore di compiere un’azione sbagliata. La violenza, qualunque essa sia, deve essere denunciata.

In ultimo, un appello alla Società Civile: ‘Tuteliamo le donne (tutte le persone, tout court) che vivono una condizione di vulnerabilità a rischio di atti violenti.

Una Preghiera per Francesca Ferrigno”.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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