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Politica

Razza: i numeri dell’Autonomia e della Questione meridionale

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Bruxelles – Il Sud, la questione meridionale e l’autonomia. I numeri non mentono. Il deputato europeo Ruggero Razza fa sulla spinosa questione.

La sua riflessione parte dai numeri per arrivare alle potenzialità del sud. Il PIL del Mezzogiorno cresce più delle Regioni del centro nord. Il PNRR, secondo le attese, investe al Sud quasi il 40% delle risorse (oltre 10 mld solo in Sicilia, che fa lievitare a oltre 30 mld la mole di denaro destinata alla nostra Isola con risorse di derivazione europea). La ZES unica sostenuta da oltre 3 miliardi di euro di risorse pubbliche, quattro volte di più del passato, sta finanziando migliaia di nuove imprese. Crescono gli occupati e, secondo la rilevazione OCSE, i redditi della famiglie sono a +3,6% con l’Italia che segna il primo posto tra i Paesi del G7.

“Ci sono due modi opposti per rivendicare la crescita del Mezzogiorno – sostiene il deputato Razza – quello assistenzialista, piagnone, di chi sta sempre con il cappello in mano a chiedere l’elemosina, per solleticare le clientele e alimentare apparati di potere. Poi c’è chi crede nella forza del Sud di risalire la china, con investimenti mirati, con la libera impresa e la capacità attrattiva dei mercati.

Fratelli d’Italia ha scelto la seconda via, che è l’unica reale, perché è proprio FdI quella forza che ama il Sud e lo vuole liberare dalla retorica della questione Meridionale, che è stata utile solo a fare del Mezzogiorno una enorme cassaforte di voti per chi non ha mai davvero creduto nel recupero del divario con il Nord.

Non si chieda al governo di Giorgia Meloni di essere la fotocopia della scelte sbagliate del passato. Perché quelle scelte e quelle classi dirigenti sono state figlie dell’ascarismo peggiore alimentato da chi grida a casa e si vende a Roma’.

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Flash news

Terenziano il temporeggiatore offre camomilla agli alleati al primo vertice di maggioranza

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Si rivedranno prima del 10 ottobre e magari dall’Ars nel frattempo arriverà il salvagente dell’aumento del numero del numero di assessori che consentirà al sindaco Terenziano Di Stefano la possibilità di onorare gli impegni presi con i suoi alleati: la prima verifica di maggioranza dopo la vittoria elettorale, si é conclusa senza particolari sorprese.

La Giunta dello start, quella con tutti i partiti dell’alleanza presenti, progressivamente cambierà volto. Fuori pian piano i rappresentanti delle liste senza consiglieri (che parteciperanno diversamente cioè con posti di sottogoverno e incarichi) per fare spazio a rappresentanze proporzionali al peso elettorale di ciascuna lista.

Di Stefano, nel vertice con segretari e deputati di tutti i partiti alleati, ha detto però chiaro e tondo che gli impegni che ha preso al ballottaggio (con il gruppo di Totò Scerra, quello di Romina Morselli e con Totò Sammito per intenderci) vuole mantenerli.Impegni di cui tutti erano a conoscenza.

A Pd, Cinquestelle e Una buona idea ha ricordato che grazie alla sua scelta do non fare apparentamenti, loro hanno maxi gruppi in consiglio. Un pro memoria per chi mugugna.

Sono usciti tutti soddisfatti da questo primo incontro di maggioranza? Non tutti. Ma c’è da aspettare il salvagente dall’Ars per tirare le somme. Al momento l’ha spuntata Terenziano il temporeggiatore, che sa come offrire tazze di camomilla ai suoi alleati più agitati.

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Il sindaco incartato,il salvagente dell’Ars e la formula magica:storia di troppi impegni presi

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Il sindaco Terenziano Di Stefano è incartato: le promesse elettorali fatte sono tante e la quadratura del cerchio non è facile. Solo l’Ars potrebbe dare al primo cittadino il salvagente dei due assessorati in più che gli consentirebbe di rispettare alcuni impegni elettorali. Oggi Di Stefano è incartato.

In vista dell’incontro di maggioranza di domani sera, Tereziano Di Stefano ha avuto colloqui bilaterali con gli alleati. E li ha tranquillizzati tutti. Ognuno avrà ciò che si aspetta. Ma  così non va, i conti non tornano: i Dem vogliono subito il secondo assessorato e aspettano che Di Stefano liberi il posto. L’assessore Arancio  non è così ingenuo da dimettersi prima. Significherebbe fare scoppiare la pentola a pressione che oggi è il Pd  gelese dove la corsa all’assessorato ha più pretendenti dei posti liberi. Ha quelli che si sono candidati e ci hanno messo la faccia e portato i voti come Gaetano Orlando e Giuseppe Fava e quelli che non si sono candidati ma hanno…”il sangue politico blu” come Peppe Di Cristina. I Comunisti vogliono la staffetta tra l’uscente Favitta e il loro segretario Nuccio Vacca ma altri alleati fanno presente che l’accordo in campagna elettorale era che la lista che non avrebbe  fatto eleggere un consigliere avrebbe avuto un assessore per pochi mesi. Se vale per i Comunisti perché non deve valere per gli altri a cominciare da Mpa e Azione? 

I Cinquestelle aspettano il loro secondo assessorato e pretendono che prima si rispettino i patti con gli alleati della prima ora e poi con chi ha dato l’appoggio al ballottaggio. Chiaro il riferimento a Totò  Scerra. Anche con lui, che fa parte del progetto, il sindaco ieri ha avuto un incontro politico. L’assessorato per Scerra? Subito, o forse no, tra qualche settimana, aspettiamo l’Ars …o forse no. Vacci a capire qualcosa. Per farla breve: mettendo insieme  le versioni di ciascun gruppo dell’alleanza di Di Stefano, tutti sono stati rassicurati dal sindaco in questi giorni. Che in politica significa l’esatto contrario: non c’è certezza per nessuno. Oggi, checchè se ne dica, il sindaco è incartato. Dall’Ars potrebbe arrivare un aiuto importante. Ma se non arriva Di Stefano dovrà fare scelte che hanno un prezzo per il suo governo e la sua sindacatura. Cosa si inventerà Di Stefano per fare quadrare il cerchio delle promesse che ha fatto in campagna elettorale? Quale formula magica tirerà fuori? Di certo non quella di tranquillizzare tutti. L’ha già usata ed è stato sgamato.

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Undici mln per aiutare le famiglie che lottano contro il crack

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Palermo – Undici milioni di euro destinati alla legge sul crack sono stati stanziati dal Governo regionale, saranno fondamentali per aiutare le famiglie a lottare contro questa terribile piaga dilagante in Sicilia.

“Ringraziamo il Presidente della Regione che ha accolto le istanze dei deputati e gli uffici che hanno compilato le relazioni tecniche di accompagno, ma soprattutto le associazioni che hanno contribuito alla stesura del ddl sulle dipendenze”.

Lo afferma la deputata del M5S all’Ars Roberta Schillaci, a conclusione, a Palazzo dei Normanni, della commissione Bilancio, che ha licenziato il ddl che ora passa in commissione Salute, prima di approdare in aula.

“Quella del crack – dice la deputata – è un’ emergenza sociale incredibile, che vede le famiglie totalmente abbandonate al proprio destino, con i ragazzi che rischiano di trasformarsi in in una sorta di zombie, mettendo a rischio la propria salute e la sicurezza dei cittadini siciliani. Fondamentale in questa lotta sono la prevenzione e una capillare sanità territoriale che sono gli obiettivi principali da perseguire. Spero che l”approvazione avvenga prestissimo”.

“Siamo lieti che il governo abbia deciso di accogliere le nostre istanze di aumentare decisamente i fondi per dare attuazione al disegno di legge contro le dipendenze”. Lo dice Valentina Chinnicidel PD.

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