“L’intera Sicilia è ormai stremata dalla siccità e dalla crisi idrica, siamo convinti che questa drammatica situazione sia figlia si dei cambiamenti climatici ma essa è soprattutto strettamente connessa all’incapacità, trentennale, della classe politica siciliana di avere una visione, una programmazione, in grado di dotare la Sicilia, terra tradizionalmente arida ed alle prese con strutturali problemi idrici, di infrastrutture degne di questo nome”- Lo ha dichiarato il responsabile regionale di Legacoop Sicilia Agroalimentare e pesca, Mimmo Pistone.
Lo stesso Pistone ha poi aggiunto: la Sicilia sta vivendo uno dei periodi più bui della propria storia messa in ginocchio da una siccità terribile che sta determinando, in varie province Siciliane, disagi a tutta la popolazione a causa del razionamento della risorsa idrica , di turni di erogazione sempre più rari, ad essere colpita è sicuramente l’economia siciliana ed in particolare il comparto agroalimentare che sta vivendo condizioni estreme che necessitano provvedimenti di carattere urgente e straordinario.
Negli scorsi mesi abbiamo chiesto al Governo della Regione di dotarsi di un piano straordinario in grado d’individuare criticità, punti di debolezza e fonti di finanziamento e d’intervenire con urgenza sul sistema idrico, ma ad oggi le risposte sono o tardive o insufficienti, cosi come insufficienti sono i venti milioni stanziati dal governo Nazionale per la dichiarazione dello Stato d’emergenza richiesta a gran voce anche da Legacoop Sicilia. Dopo anni di ritardi imbarazzanti rimettere in sesto la rete idrica Siciliana necessita tempi lunghi, cosi come l’intervento sulle dighe, di cui il 50 % non è stato mai collaudato, avrà bisogno d’interventi prolungati nel tempo. Se da un lato l’intervento in termini d’investimenti sulle infrastrutture idriche è assolutamente necessario, dall’altro i nostri produttori, i nostri allevatori, i nostri agricoltori rischiano di essere travolti dalle conseguenze di questa drammatica crisi è con essi l’intero comparto agricolo.
In gioco non c’è solo la tenuta di un settore produttivo, un tempo trainante, ma c’è soprattutto la tenuta sociale ed economica dell’intera Sicilia e di un pezzo fondamentale del sistema Paese.
Chiediamo, ancora una volta, che il Governo Nazionale e quello regionale mettano in piedi una serie di misure “straordinarie” in grado di sostenere e salvare le nostre imprese agricole dal fallimento certo o dal rischio che vadano a finire nelle mani di speculatori spregiudicati o, ancora peggio, della criminalità organizzata.
A tal proposito, crediamo che non sia più rinviabile un grande piano di capitalizzazione delle realtà cooperative dell’agroalimentare attraverso la concessione di un contributo in conto capitale che favorisca l’incremento del capitale sociale ai sensi art. 18 comma 4, successivamente modificato legge 14 Maggio 2009.
Chiediamo altresì l’individuazione che facilitino l’accesso al credito mediante contributi finalizzati a rendere le nostre imprese competitive alle sfide dell’innovazione tecnologica e digitale, implementando, al contempo, gli incentivi fiscali per quelle imprese che investono in nuove tecnologie, lotta ai cambiamenti climatici e pratiche di coltivazione agricola innovative.
Sostenibilità e innovazione sono gli unici strumenti che possono consentire all’agricoltura siciliana di superare la crisi ed avere un futuro. In ultimo , riteniamo sia necessario ed al contempo urgente valutare la possibilità d’individuare una misura che preveda la ristrutturazione del debito delle aziende agroalimentari maggiormente esposte attraverso la sospensione delle scadenze in atto , tra l’ altro difficilmente onorabili, e la previsione di una spalmatura del debito esistente a 25 anni con un periodo di preammortamento , a sostegno di tale programma si potrebbe utilizzare l’assistenza della garanzia fornita da ISMEA ai sensi art. 17 comma 2 d3el D.L. 102 DEL 2004.
Nei prossimi giorni chiederemo al Governo della Regione di audire le associazioni datoriali e di categoria per affrontare il tema delle misure a sostegno di imprese del comparto agricolo e zootecnico ormai non più rinviabile- conclude Pistone.