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Un modicano fra i ‘diavoletti’ di Temptation Island

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La Sicilia rappresentata con i suoi tentatori. C’è anche il modicano fra i ‘diavoletti’ dell’isola, come anche il gelese Roberto Ferrigno.

E’ iniziata su Canale 5 la nuova edizione di Temptation Island che vedrà tra i protagonisti anche un giovane di Modica. Si tratta di Filippo Solarino, 31 anni. Laureato in scienze motorie e in economia aziendale. Lavora nell’azienda di famiglia che cimmercia il marmo. Ama il padel, il tennis, e il kitesurf. Ha brevetti da sub fino ai 40 metri.

La fortunata trasmissione vede sei coppie inedite che si faranno tentare da 26 single equamente divisi in 13 tentatori e 13 tentatrici.

Il giovane modicano non ha nulla da invidiare ai piu’ belli, per partecipare alla trasmissione che lo vedrà tra i tredici tentatori che cercheranno di mettere in crisi le coppie. Filippo non è nuovo a queste esperienze televisive. Di recente ha partecipato alla nota trasmissione di Maria De Filippi ‘Tu si que vales’ su Canale 5 anche in questo caso nelle vesti di tentatore di due note donne dello spettacolo, la bellissima Sabrina Ferilli e la simpaticissima Luciana Littizzetto.

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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Confimprese Sicilia: “I Saldi? Una farsa!

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Palermo- Si’ai saldi liberalizzati e ad un numero limitato, uno per stagione, di “Commercio Day”

Al via da sabato 6 luglio i saldi estivi in Sicilia. Un appuntamento che per Confimprese ha perso appeal.

“I saldi, disciplinati da norme che non tengono conto della realtà e delle mutate condizioni di mercato, da una opportunità si sono trasformati in un danno per i commercianti – afferma il Vicepresidente di Confimprese Italia Giovanni Felice – Parliamo di leggi promulgate nel secolo scorso e che disciplinano le regole con le modalità commerciali e con le abitudini dei consumatori di un quarto di secolo fa. È grave che la politica non si renda conto di questo, ma è ancora più grave che le associazioni tradizionali del commercio siano ferme ad un dibattito legato alle date, ai vincoli da aggiungere per gli operatori del commercio indipendente, e ad inseguire i voli pindarici ed anacronistici della politica e della Conferenza Stato Regioni.

 Con la liberalizzazione nel 2006 delle vendite promozionali (Decreto Bersani) – insiste il Vicepresidente Felice – il valore commerciale dei saldi è molto diminuito. Inoltre, le continue campagne promozionali di tutte le catene di franchising e gli effetti del commercio on line, perennemente in saldo h24 e per 7 giorni la settimana, e tutte le modalità di aggiramento delle norme sui saldi, come messaggini, vendite private e tutti gli altri strumenti fantasiosi messi in campo hanno finito per ridurre, sino ad annullare, l’effetto trainante e salvifico delle stagioni dei saldi.

Mentre il dibattito interno ed esterno alle categorie sulle date dei saldi – continua il Coordinatore della Regione Sicilia di Confimprese Italia – con dirigenti che si pronunciano per anticiparle mentre le loro associazioni spingono per spostarle in avanti, i dati, impietosamente certificano il fallimento di un sistema, quello dei saldi, obsoleto e non in linea con i tempi”.

Secondo i dati forniti da altra associazione di categoria e rielaborati da Confimprese, nel 2023, nella capitale della moda italiana (Milano), i saldi estivi sono stati un flop con un meno 50% nel primi giorni e, con un saldo negativo a fine stagione, stimato intorno al 20%. Un dato costante a livello nazionale, raffrontato con il 2022 che era già negativo rispetto agli anni precedenti.

Secondo Confimprese, “ora partiranno le previsioni sulle capacità di spesa dei consumatori, sulle percentuali di crescita rispetto agli anni passati, prefigurando scenari più o meno ottimistici che in realtà non si verificheranno e che servono come anestetico per portare nell’oblio un problema spinoso da affrontare”.

Per il Presidente di Confimprese Italia Guido D’Amico “E’ necessario un riordino complessivo delle regole del commercio e pur mantenendo le direttive comunitarie sulla libera concorrenza, bisogna inserire misure a tutela dell’equilibrio tra le varie forme commerciali e, soprattutto, garantire e promuovere il commercio di vicinato necessario in un Paese come l’Italia, dove i centri storici rappresentano una ricchezza e nei quartieri periferici, visto l’andamento anagrafico ed il crescere della popolazione over 60, diventa un servizio essenziale”. 

Confimprese quindi arriva alla conclusione che “nello specifico il sistema di promozione è diventato oramai una tecnica di vendita e non un sistema di smercio delle rimanenze.  In questo sistema, i saldi rappresentano solo un momento nel quale tutte le aziende hanno pari condizioni di comunicazione, nel senso che i consumatori sanno che in tutti i negozi, o quasi, troveranno merce scontata. Ma, davanti alla liberalizzazione di fatto, dove i vincoli sono solo per il commercio fisico e per i commercianti indipendenti, bisogna trovare nuove soluzioni”.

Chiosa Felice: “Fermo restando la specificità delle vendite di liquidazioni, meglio liberalizzarle e fissare un numero limitato, uno per stagione, di commercio Day, sull’esempio e sugli effetti che ha il black Friday”.

Le previsioni sui saldi estivi 2024? Stando a Confimprese “Sarà un miracolo ripetere i numeri dell’anno scorso, chi spera che  il mancato decollo delle vendite ordinarie, comunque sostenute da continue campagne promozionali, possa essere riequilibrato dai saldi rimarrà deluso.

Chiaramente noi ci auguriamo di sbagliare, ma prendere atto che in questo momento il commercio fisico è fortemente penalizzato da un sistema di regole che lo frena a vantaggio di altre forme di commercio può essere il punto di partenza per una riforma che dia pari opportunità a tutte le imprese, soprattutto alle microimprese”.

Ancora più pesante la situazione in Sicilia.  Incalza Felice: “Qui, una distorta interpretazione delle leggi in materia di concorrenza, come sono le leggi Bersani, a causa di una classe burocratica poco attenta e preparata ed una politica miope ed ignorante, ha impedito che le vendite promozionali fossero liberalizzate. Questo non significa che non si sono fatte, ma che i commercianti, soprattutto quelli che gestiscono attività in franchising, potevano  essere vittime di sanzioni ingiuste oltre che illegittime.

Per rendere chiara la questione facciamo un esempio. Un marchio nazionale decide una campagna promozionale, magari sostenuta da emittenti a livello Nazionale, e, secondo l’erronea interpretazione della legge, le promozioni dovevano fermarsi a Reggio Calabria.

D’altronde la politica Siciliana ha manifestato più volte l’avversità nei confronti delle microimprese commerciali, ed il servilismo nei confronti delle gradii strutture di vendita divenute i riferimenti di una classe politica e burocratica servile, con provvedimenti penalizzanti ed esclusivi. In ordine di tempo basta pensare alla legge che amplia il livello delle dimensioni dei piccoli esercizi commerciali fino a 600 metri quadrati, dove la piccola salumeria di quartiere viene, in termini autorizzativi, equiparata con un supermercato di nei confronti seicento metri quadrati, o quando i fondi dei sostegni sul Covid, sono stati trasferiti dagli Ambulanti ai Forestali

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Flash news

Danza, Maria Pia Bruscia entrerà a settembre alla “Peparini academy” di Roma

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Superando due complesse audizioni, Maria Pia Bruscia si è guadagnata l’ingresso alla “Peparini academy” di Roma, dove seguirà il corso Special class. Un grande traguardo per la giovane danzatrice gelese classe 2001, che rientra fra le 40 talentuose promesse della danza selezionate per l’accademia, tra una rosa che inizialmente contava quasi 400 candidati.

Con il maestro Peparini, Maria Pia Bruscia aveva già preso parte al World combat games 2023 a Riyad, in Arabia Saudita. Adesso per lei, a partire da settembre, la possibilità di partecipare ad allestimenti teatrali del regista e direttore artistico romano.

Bruscia ha cominciato a muovere i primi passi nella danza in città presso la scuola diretta dalle maestre Viviana e Annalisa Perna. 

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Cucina

Lo chef Totò Catania propone: Sicurezza alimentare, hamburger ben cotto o al sangue?

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Torniamo su un argomento a me molto caro, quello della sicurezza alimentare. Qualche puntata scorsa abbiamo parlato di come mangiare pesce crudo in modo sicuro, adesso è il momento di parlare della carne. Le crudità di carne sono certamente una prelibatezza, personalmente servo nel mio ristorante tartare di carne e carpacci regolarmente. Per prima cosa partiamo dal tipo di animale da scegliere, perché non tutte le carni si possono mangiare crude. Il pollo ad esempio o il maiale non si possono assolutamente mangiare crudi, perché le loro carni potrebbero aver subito contaminazioni pericolose per l’uomo.

State tranquilli, è sufficiente la cottura per eliminare questo tipo di rischio. La carne di manzo invece si presta a poter essere consumata cruda, perché come avviene generalmente per le carni rosse, si tratta di un animale che non presenta i tipici rischi alimentari che possono avere invece carni come il pollo o il maiale. Dopo questa premessa è fondamentale sottolineare come sia necessario, se vogliamo mangiare una buona carne cruda, un rapporto di fiducia con il macellaio. Perché la carne deve essere anzitutto freschissima, tagliata in un ambiente pulito e sanificato, certificata per quanto riguarda origine e provenienza.

A questo punto è possibile gustare il nostro crudo di manzo. Non lasciatevi ingannare dalle dicerie che sostengono che la marinatura ammazza i batteri o robe simili perché è una falsità senza fondamento scientifico, solo la cottura elimina la carica batterica. Un discorso a parte va fatto per gli hamburger. Normalmente sulla carne, come su qualsiasi altra superficie organica compresa la nostra pelle, vive una colonia di batteri. Questi batteri tendono a riprodursi, in maniera molto lenta quando si rispettano le normali condizioni igienico sanitarie di conservazione come la refrigerazione, in maniera molto più veloce quando queste norme non vengono rispettate pedissequamente.

I batteri sono presenti solo sulla superficie e non dentro la bistecca, quindi quando andiamo a cuocere la bistecca, anche se dentro rimane al sangue se è così che la gradiamo mangiare, andremo a consumare un prodotto sano perché la cottura ha eliminato la carica batterica che oltre un certo livello di proliferazione può dare disturbi all’apparato gastro-intestinale. Quando invece si realizza un hamburger la carne viene macinata e questo processo porta i batteri dall’esterno all’interno dell’hamburger, dunque un hamburger al sangue e non ben cotto non è un prodotto sicuro da mangiare soprattutto se quel hamburger è stato conservato per più giorni perché non tutti i batteri moriranno con la cottura.

Tuttavia, in linea di principio, è possibile mangiare anche un hamburger poco cotto se sono state rispettate tutte le accortezze necessarie che avremmo usato per mangiare una buona tartare. Quindi in questo caso, se la carne è freschissima e certificata, la tritiamo al momento mantenendo una temperatura controllata e la cuociamo, anche se con una cottura al sangue, subito senza conservarla. Solo in questo caso avremo abbassato il rischio rendendolo accettabile. Da professionista mi preme sottolineare come non bisogna mai barattare il gusto e la succulenza con la sicurezza alimentare, dunque meglio un hamburger ben cotto che correre rischi, specialmente se viene dalla larga distribuzione.

Chef Totò Catania

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