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I sindacati convocati per l’11 Giugno alla Regione su riforma forestale

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Fai-Flai-Uila Sicilia sono state convocate per martedì 11 alle 10 nella sede della Presidenza della Regione, all’ordine del giorno la riforma forestale.  Lo rendono noto i segretari generali delle tre organizzazioni sindacali Adolfo Scotti, Tonino Russo e Nino Marino che commentano: “Dopo le proteste di questi mesi, in cui avevamo chiesto più volte l’incontro con il presidente della Regione e assessore ad interim all’Agricoltura Renato Schifani, adesso speriamo di ottenere le risposte necessarie alla nostra richiesta di tempi, risorse e contenuti certi su una proposta di legge ormai irrinviabile.

 I siciliani hanno già dovuto aspettare abbastanza per un provvedimento indispensabile alla tutela ambientale, a partire dalla prevenzione degli incendi boschivi e del dissesto idrogeologico”. 

“In modo responsabile e propositivo – aggiungono Scotti, Russo e Marino – abbiamo sempre, con questo come con i passati governi regionali, offerto la nostra disponibilità al confronto sulla riforma forestale. Esiste ormai da mesi una proposta di legge cui abbiamo offerto il nostro contributo di esperienze e idee, ma resta in attesa di esame in Giunta prima dell’esame definitivo in Aula. Rivendichiamo una norma che faccia uscire l’Isola da un’eterna gestione dell’emergenza che, ribadiamo, non sappiamo a chi faccia comodo ma certamente è disastrosa per i siciliani”.

Ricordiamo, infine, alcuni punti-chiave della bozza di riforma su cui Fai-Flai-Uila hanno espresso apprezzamento: più giornate lavorative per i forestali e più competenze al servizio del territorio e dei siciliani; la creazione di un’Agenzia pubblica regionale con capacità di intervento anche al di fuori del bosco per la tutela e il miglioramento ambientale, la prevenzione del dissesto idrogeologico e degli incendi, la cura di parchi e siti archeologici oltre che di fiumi, torrenti e laghi.

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Cronaca

Comune in dissesto e riscaldamenti nelle scuole accesi h24

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In un Comune in dissesto dove le risorse economiche sono limitatissime non è edificante vedere che i riscaldamenti delle scuole dove funzionano, sono lasciati accesi h24. Oltre al danno economico per i contribuenti abbiamo un danno ambientale non indifferente.

La segnalazione viene dal dirigente e vice segretario regionale del laboratorio PeR ing.Pellegrino Cannizzo

” Chiediamo che l’amministrazione si attivi per attivare dei temporizzatori evitando lo spreco di risorse. Ci risultano segnalazioni da parte dei dirigenti scolasticki nella stessa direzione.

nella foto: l’ambiente caldaia della scuola Pirandello

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Cordaro difende l’assessore Franzone

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Caso Franzone – Cracolici: a difesa dell’assessore scende in campo Giulio Cordaro suo compagno in quella battaglia per portare fuori Gela da Caltanissetta.

“Qualche amico del centrodestra – dice Cordaro – contesta il fatto che l’assessore Franzone sia stato presente all’incontro col Presidente della Commissione Regionale Antimafia, Cracolici. Questo perchè Cracolici, nel 2011, affossò illegittimamente la proposta di legge popolare per la Provincia di Gela. Sull’arroganza e sull’ignoranza (da lui stesso ammessa) di Cracolici non ho dubbi e non ce ne dimentichiamo. Ma una cosa è il deputato Cracolici, un’altra è il suo ruolo istituzionale che lo ha portato a Gela. Bene quindi ha fatto Franzone ad essere presente, anche lui nel suo ruolo istituzionale di assessore. Tutto il resto sono solo chiacchiere da bar. Quello che pensavamo di Cracolici (ed ancora pensiamo) è chiarito in questo articolo del Corriere di Gela da me scritto nel 2011 link:http://www.corrieredigela.it/leggi.asp?idn=CDG121627&idc=2

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La memoria corta dell’assessore Franzone e del Pd

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L’Amministrazione Di Stefano controllata a vista ed ogni occasione è buona per mettere in evidenza errori e incoerenze nell’azione corale o dei singoli componenti. Stavolta i riflettori sono stati puntati sull’assessore Filippo Franzone e la battaglia condotta per portare Gela fuori dal Libero Consorzio di Caltanissetta che avviò in testa ad un gruppo civico 11 anni fa e che ora è stata ripresa con una delibera di Giunta da lui proposta con cui si è affidato un incarico legale contro la Regione che ha affossato il referendum del 2014. Due giorni dopo Franzone era seduto da assessore in aula consiliare con colui che anni prima aveva accusato pubblicamente per aver ucciso la democrazia cancellando il sogno di Gela di uscire dal Libero Consorzio di Caltanissetta per migrare alla cittá metropolitana di Catania. Vero è che l’accusato cioè l’esponente PD Antonello Cracolici ieri era a Gela in altra veste cioè di presidente della Commissione Antimafia ( non c’era la commissione) ma lo era anche come vertice del Pd siciliano. Ma è legittimo far notare che la veemenza delle accuse che Franzone lanciò verso di lui in quegli anni avrebbero imposto, per ragioni di opportunità, una sua assenza dall’aula.

Franzone dalla memoria corta era invece presente e questo ha fornito l’occasione ai suoi avversari di pubblicare le sue dichiarazioni di quegli anni dirette senza peli sulla lingua contro Cracolici.

A farlo sui social sono stati due esponenti forzisti cioè Carlo Varchi che in quegli anni era impegnato accanto a lui in quella battaglia prima di rompere i rapporti e Enzo Cirignotta anche lui sostenitore dell’azione del gruppi Franzone. Entrambi accusano l’assessore oggi di incoerenza o come minimo di azioni inopportune.

In quegli anni le accuse erano rivolte pure verso l’on Arancio deputato all’Ars. Ma il tempo cambia le cose e in politica tutto può succedere.Così Franzone oggi è in Giunta a braccetto con il PD guidato da Arancio e il PD ha dimenticato il suo no secco alla battaglia di Franzone e ha votato la delibera sull’incarico legale contro la Regione. Se lo ha fatto perchè crede che non si caverà un ragno dal buco è ancor peggio.Si avalla la tesi di una delibera che è servita solo a pagare una cambiale elettorale a Franzone con i soldi pubblici impegnati in un momento di dissesto finanziario e in un’azione giudizia non obbligatoria. In tutte queste polemiche il dato certo è che la città non sente più quella battaglia, sono accadute tante cose nel frattempo e divorziare da Caltanissetta non è più un argomento attuale come nel 2014 in città se non per Franzone e il suo gruppo.

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