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Politica

M5S: “Antoci, candidato alle europee: la dirittura morale un esempio per tutti”

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Palermo – “La candidatura di Giuseppe Antoci alle prossime Europee col M5S per la circoscrizione isole, è una candidatura forte che, soprattutto, ci riempie di orgoglio”. – Lo afferma il coordinatore regionale  M5S per la Sicilia, Nuccio Di Paola

La sua personale storia, quella di un uomo che ancora oggi vive una vita blindata per avere sbarrato la strada al malaffare  e avere permesso di assestare pesanti colpi alla mafia dei pascoli, è la plastica testimonianza di una esemplare dirittura morale che non può che fare bene ad una politica sempre più malata, opaca e lontana dai cittadini, che non a caso disertano sempre più numerosi le urne”.


“La candidatura di Giuseppe Antoci, quale capolista M5S alle prossime elezioni europee per la circoscrizione isole rientra nel solco delle scelte già fatte dal M5S nel recente passato che ci hanno permesso di portare dentro le istituzioni importanti e validissimi soggetti, la cui carriera, dedicata alla lotta al malaffare, può essere certamente una garanzia per i cittadini onesti.

Quella dell’ex presidente del parco dei Nebrodi è una candidatura forte e altamente simbolica che conferma che la legalità per noi è un pilatro irrinunciabile.

Le azioni a difesa della legalità poste in essere da Antoci, al prezzo di pesanti ripercussioni sulla sua sicurezza personale, quando era presidente del Parco dei Nebrodi, sono sotto gli occhi di tutti e il suo Protocollo della legalità, che è diventato legge dello Stato, è stato apprezzato anche in Europa, dove il Movimento 5 Stelle farà sentire forte la sua voce anche nella prossima legislatura”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.

“Accolgo con grande favore la candidatura di Giuseppe Antoci come capolista del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni europee nella circoscrizione Isole. Si tratta di una mossa azzeccata per il Movimento 5 Stelle e di un profilo di altissimo livello”. 

A dichiararlo è l’eurodeputato siciliano, indipendente del gruppo Greens/EFA, Ignazio Corrao. 

“Con Antoci – spiega Corrao – condivido un percorso decennale che ci ha condotto a lavorare fianco a fianco a livello europeo per mettere a conoscenza della Commissione Europea e agli altri Paesi di come mafia e organizzazioni criminali abbiano intascato i fondi europei per l’agricoltura. Auguro a Giuseppe un caloroso in bocca al lupo, è un uomo che ha messo a rischio la propria vita per una battaglia che ha colpito dritto al cuore gli interessi della criminalità organizzata” – conclude Corrao.

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Cordaro difende l’assessore Franzone

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Caso Franzone – Cracolici: a difesa dell’assessore scende in campo Giulio Cordaro suo compagno in quella battaglia per portare fuori Gela da Caltanissetta.

“Qualche amico del centrodestra – dice Cordaro – contesta il fatto che l’assessore Franzone sia stato presente all’incontro col Presidente della Commissione Regionale Antimafia, Cracolici. Questo perchè Cracolici, nel 2011, affossò illegittimamente la proposta di legge popolare per la Provincia di Gela. Sull’arroganza e sull’ignoranza (da lui stesso ammessa) di Cracolici non ho dubbi e non ce ne dimentichiamo. Ma una cosa è il deputato Cracolici, un’altra è il suo ruolo istituzionale che lo ha portato a Gela. Bene quindi ha fatto Franzone ad essere presente, anche lui nel suo ruolo istituzionale di assessore. Tutto il resto sono solo chiacchiere da bar. Quello che pensavamo di Cracolici (ed ancora pensiamo) è chiarito in questo articolo del Corriere di Gela da me scritto nel 2011 link:http://www.corrieredigela.it/leggi.asp?idn=CDG121627&idc=2

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La memoria corta dell’assessore Franzone e del Pd

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L’Amministrazione Di Stefano controllata a vista ed ogni occasione è buona per mettere in evidenza errori e incoerenze nell’azione corale o dei singoli componenti. Stavolta i riflettori sono stati puntati sull’assessore Filippo Franzone e la battaglia condotta per portare Gela fuori dal Libero Consorzio di Caltanissetta che avviò in testa ad un gruppo civico 11 anni fa e che ora è stata ripresa con una delibera di Giunta da lui proposta con cui si è affidato un incarico legale contro la Regione che ha affossato il referendum del 2014. Due giorni dopo Franzone era seduto da assessore in aula consiliare con colui che anni prima aveva accusato pubblicamente per aver ucciso la democrazia cancellando il sogno di Gela di uscire dal Libero Consorzio di Caltanissetta per migrare alla cittá metropolitana di Catania. Vero è che l’accusato cioè l’esponente PD Antonello Cracolici ieri era a Gela in altra veste cioè di presidente della Commissione Antimafia ( non c’era la commissione) ma lo era anche come vertice del Pd siciliano. Ma è legittimo far notare che la veemenza delle accuse che Franzone lanciò verso di lui in quegli anni avrebbero imposto, per ragioni di opportunità, una sua assenza dall’aula.

Franzone dalla memoria corta era invece presente e questo ha fornito l’occasione ai suoi avversari di pubblicare le sue dichiarazioni di quegli anni dirette senza peli sulla lingua contro Cracolici.

A farlo sui social sono stati due esponenti forzisti cioè Carlo Varchi che in quegli anni era impegnato accanto a lui in quella battaglia prima di rompere i rapporti e Enzo Cirignotta anche lui sostenitore dell’azione del gruppi Franzone. Entrambi accusano l’assessore oggi di incoerenza o come minimo di azioni inopportune.

In quegli anni le accuse erano rivolte pure verso l’on Arancio deputato all’Ars. Ma il tempo cambia le cose e in politica tutto può succedere.Così Franzone oggi è in Giunta a braccetto con il PD guidato da Arancio e il PD ha dimenticato il suo no secco alla battaglia di Franzone e ha votato la delibera sull’incarico legale contro la Regione. Se lo ha fatto perchè crede che non si caverà un ragno dal buco è ancor peggio.Si avalla la tesi di una delibera che è servita solo a pagare una cambiale elettorale a Franzone con i soldi pubblici impegnati in un momento di dissesto finanziario e in un’azione giudizia non obbligatoria. In tutte queste polemiche il dato certo è che la città non sente più quella battaglia, sono accadute tante cose nel frattempo e divorziare da Caltanissetta non è più un argomento attuale come nel 2014 in città se non per Franzone e il suo gruppo.

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Unità siciliana plaude all’incarico legale per difendere il referendum

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Unità Siciliana il gruppo di Filippo Franzone che di recente ha aderito a Sud chiama Nord, accoglie con grande favore l’iniziativa dell’assessore Filippo Franzone e del Sindaco Terenziano Di Stefano di incaricare un avvocato per difendere le ragioni democraticamente assunte dai gelesi nel referendum del 2014 sul passaggio di Gela con Catania.

Un punto programmatico assunto in fase di ballottaggio dal candidato a sindaco Terenziano Di Stefano con il gruppo civico di Filippo Franzone “Gela nel Cuore”.

Unità Siciliana ritiene che il voto dei gelesi che al ballottaggio si è riversato portando alla vittoria il candidato Terenziano Di Stefano, che ha accettato di farsi carico di difendere l’esito del referendum del 2014, a differenza dell’altro candidato che si è rifiutato di farlo, dimostra senza ombra di dubbio come sia ancora grande l’aspirazione dei gelesi di rompere le catene che li legano a Caltanissetta.

Naturalmente l’incarico legale all’avvocato è un primo passo per raggiungere l’obiettivo!

Unità Siciliana confida comunque sul fatto che alla fine la magistratura non potrà che fare valere il diritto dei gelesi di passare liberamente con Catania, che l’Ars finora gli ha negato, semplicemente perché questa possibilità è prevista dalla legislazione siciliana.

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