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Cronaca

Sorpresi dai poliziotti mentre uscivano da un appartamento con il bottino

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Caltanissetta- I poliziotti della sezione volante della Questura di Caltanissetta, a seguito di diverse chiamate pervenute in sala operativa, sono intervenuti in via Serpotta, nel centro storico cittadino, poiché erano stati segnalati dei rumori provenire dal primo piano di un’abitazione.

Due persone, un 19enne e un 21enne, sono stati sorpresi dai poliziotti mentre uscivano dalla finestra dell’appartamento con un sacco. I predetti, alla vista degli agenti, hanno tentato di fuggire, ma sono stati bloccati e condotti in Questura. Gli stessi erano in possesso di diversi oggetti, tra cui un amplificatore radio, che sarebbero stati asportati dall’abitazione e che sono stati posti in sequestro. Secondo la ricostruzione eseguita dai poliziotti, sarebbero riusciti ad entrare nell’abitazione da una porta finestra, sfondata con un grosso vaso utilizzato quale ariete.

Entrambi sono stati tratti in arresto e, su disposizione del Pubblico Ministero presso la locale procura della repubblica, condotti agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il giudice, in sede di giudizio direttissimo, ha convalidato l’arresto per il reato di tentato furto in abitazione e disposto, per uno degli indagati, la misura cautelare degli arresti domiciliari

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Cronaca

Interdittive antimafia a due ditte gelesi una del settore edile e l’altra estrattiva

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Nell’ambito dell’azione di prevenzione amministrativa antimafia perseguita dalla Prefettura di Caltanissetta, il Prefetto Chiara Armenia ha emanato nei giorni scorsi due nuovi provvedimenti nei confronti di ditte con sede legale a Gela, una operante nel settore edile stradale (conglomerati cementizi e bituminosi) e l’altra nel settore estrattivo.


Si tratta, in particolare, per entrambe di un rigetto di iscrizione nell’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa – la cosiddetta White list – istituito presso la Prefettura, con annessa informazione interdittiva antimafia nei confronti delle ditte medesime.Il primo provvedimento è scaturito dall’evidenziata esistenza di un reale rischio di infiltrazione mafiosa, riconducibile alla vicinanza della ditta con elementi legati a sodalizi criminali locali.
L’altro è il risultato di un’istruttoria nell’ambito della quale sono emersi indizi rilevanti, come il trasferimento di quote societarie e la provata vicinanza con appartenenti a gruppi criminali del territorio gelese. Un quadro che, unitamente ad altri elementi “sistemici”, ha fatto ritenere sussistente il pericolo di infiltrazioni o condizionamenti mafiosi nella società, compromettendone scelte e indirizzi.


I due provvedimenti, dunque, si inseriscono nell’ambito della capillare azione di contrasto alla criminalità organizzata, attraverso l’utilizzo dello strumento della prevenzione amministrativa, svolta anche grazie al complesso lavoro di accertamento e analisi delle evidenze compiuto dal gruppo interforze antimafia operativo in Prefettura. Tale azione persegue l’obiettivo primario di preservare il tessuto economico sano dai tentativi di infiltrazione mafiosa, salvaguardare la libera concorrenza tra le imprese nel mercato e garantire il corretto utilizzo delle risorse pubbliche.

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Cronaca

Droga: un arresto a Niscemi

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Un pregiudicato cinquantacinquenne di Niscemi, è stato arrestato dai Carabinieri per detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

I militari dell’arma -insospettiti dal comportamento dell’uomo, intento ad armeggiare vicino ad un autocarro di sua proprietà – hanno deciso di sottoporlo a perquisizione personale, rinvenendo 6 dosi di cocaina e materiale vario per il confezionamento dello stupefacente. L’arrestato, dopo le formalità di rito, come disposto dal Pubblico Ministero è stato tradotto presso la propria abitazione in regime di detenzione domiciliare.

Il Tribunale di Gela su richiesta della locale Procura della Repubblica ha convalidato l’arresto e disposto la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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Cronaca

Indagato imprenditore agricolo. Sequestrati i beni

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Enna – I Finanzieri del Comando Provinciale di Enna, a seguito di un’indagine delegata dalla Procura Europea – sede di Palermo – hanno scoperto un’attività di frode e riciclaggio, per un valore pari a circa 170.000 euro, di un imprenditore del settore agricolo e zootecnico stabilmente operante nel territorio della provincia ennese.

Le indagini delle Fiamme Gialle ha portato all’esecuzione di un provvedimento di sequestro di denaro e beni immobili, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Enna, al termine di specifica indagine a contrasto delle frodi nel settore dei fondi elargiti dall’Unione Europea in favore dell’agricoltura.

Le investigazioni eseguite dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Enna, nell’ambito del più vasto ruolo di “polizia della spesa pubblica” a tutela del bilancio dell’Unione Europea, dello Stato e degli Enti Pubblici, hanno permesso di accertare l’acquisto di un vasto fondo agricolo da parte di un imprenditore “compiacente”, attraverso il reinvestimento dei proventi illeciti ottenuti grazie a truffe commesse da soggetti terzi a lui collegati.

A seguito di accurate indagini bancarie e mirate interrogazioni alle banche dati in uso alla Guardia di Finanza, gli investigatori delle fiamme gialle ennesi sono riusciti ad individuare le somme di denaro provento delle truffe perpetrate ai danni dell’AG.E.A. (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) da parte di taluni imprenditori agricoli, legati da vincoli di parentela con il destinatario del provvedimento di sequestro, utilizzate da quest’ultimo per l’acquisto di un vasto terreno agricolo.

Dalle indagini è emerso altresì che il terreno acquistato, veniva prontamente utilizzato e dichiarato “in conduzione” al fine di ottenere ulteriori fondi europei.

Sulla base degli elementi forniti dai militari delle Fiamme Gialle, il Gip del Tribunale di Enna, su richiesta del Procuratore Europeo Delegato alla sede di Palermo, Autorità Giudiziaria specificatamente incaricata a vigilare sul corretto utilizzo dei fondi europei e combattere episodi di frode, emetteva un provvedimento di sequestro preventivo di denaro e beni immobili, anche nella forma “per equivalente”, fino a concorrenza della somma di 170.000 euro, che è stato eseguito in questi giorni dai Finanzieri del Gruppo di Enna.

L’attività investigativa s’inquadra nel più ampio dispositivo di contrasto alla criminalità economico-finanziaria condotta dalla Guardia di Finanza, allo scopo di prevenire e reprimere gli illeciti in materia di spesa pubblica a tutela degli operatori economici onesti, dei cittadini e del territorio.

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