I risultati di una ricerca che lo psicologo gelese Vincenzo Cascino ha condotto sul tema del Burnout del docente, sono stati pubblicati sulla prestiosa rivista scientifica OIKIA.
Il titolo della ricerca è “Teacher burnout. Dallo stress alla promozione del bene-essere”.
Vincenzo Cascino, docente di Storia e filosofia al liceo G.D. Cassini di Sanremo e docente di Pedagogia della devianza all’Università di Genova è autore di numerose pubblicazioni e studi di ricerca specialistica. Questa volta si é occupato dello stress dell’insegnante, categoria professionale che l’ autore conosce bene in quanto lo osserva da vicino da un trentennio circa.
“Lo stress dell’ insegnante può essere definito come una risposta aspecifica dell’organismo per ogni richiesta effettuata su di essa dall’ambiente esterno – scrive -.
” Le richieste – sostiene Cascino – si riferiscono alle numerose e diversificate attività che l’insegnante è tenuto a svolgere quotidianamente, mentre le minacce si riferiscono alle azioni altrui che possono nuocere a vari livelli (comportamentale, fisiologico o psicologico). Si tratta quindi di un processo, il risultato dell’interazione tra l’insegnante e l’ambiente in cui è inserito . in particolare
a) Fattori legati alla famiglia e alla comunità.
Fattori istituzionali.
Fattori organizzativi.
Fattori legati alla classe.
Sostegno sociale.
Il burn-out, dunque, conclude Cascino, non è un tratto di personalità né una caratteristica di alcune persone; piuttosto, può essere rappresentato lungo un continuum che varia di intensità, dal burn-out leggero al burn-out grave .
Partendo da un’attenta analisi della letteratura nazionale ed internazionale su questo tema, la ricerca si è posta l’ obiettivo di comprendere se età e sesso influiscono sulla percezione dello stress.
Durante l’anno scolastico 2018-2019, presso numerose scuole del Nord Italia (primaria e secondaria), si è svolta la nostra ricerca su un campione di 840 docenti (400 F e 440 M) la cui età varia da 24 a 60 anni. Il numero medio degli anni d’insegnamento risulta 19, con un’oscillazione che va da 1 a 37 anni. Le variabili testate sono:
i punteggi dei soggetti nelle due dimensioni “sintomi del distress” e “sorgenti dello stress”:
l’età/sesso,
TABELLA 1
Composizione del campione
Sesso Età
N 24-30
N 31-40
N 41-50
N 51-60 .
Femmine
100
100
100
100
Maschi
110
110
110
110
Legenda: N= Numerosità campionaria
Lo strumento di misura che abbiamo somministrato è stato “Inventario dello stress dell’insegnante” costruito dall’equipe di P. Meazzini in seguito ad approfonditi studi riguardanti numerosi articoli di giornali inglesi di diversi anni.
Il test “Inventario dello stress dell’insegnante” è costituito da quattro sezioni.
Le scale e il questionario sopra menzionati sono stati somministrati in forma collettiva
Dai dati analuzzati, emerge che:
– non esiste una differenza significativa (p 0,05) né tra i punteggi totali del test e l’età e il sesso, né tra i punteggi riguardanti la parte del test “sorgenti di stress” e le variabili indipendenti, né tantomeno tra i punteggi riguardanti la parte del test “sintomi del distress” e le variabili indipendenti.
– Per quanto riguarda la sola variabile età non è risultata esserci differenza significativa tra le medie dei punteggi ottenuti a differenti livelli di età.
Esiste l’ipotesi di un “trend”, che si muove in direzione della nostra ipotesi di ricerca tra le prime due classi di età riguardanti solamente le medie dei punteggi del test in generale e la parte “sorgenti di stress”.
Questi risultati sicuramente non ci permettono di inferire un effetto della variabile età sul livello di stress nei soggetti del nostro campione..
Anche per quando riguarda la variabile sesso è possibile azzardare l’ipotesi di un “trend”, che si avvicina alla nostra ipotesi di ricerca, però tra le medie dei punteggi ottenuti dai soggetti maschi (contrariamente a quanto ci si aspettava) sia al test in generale che alle due parti del test (sorgenti di stress e sintomi del distress) prese singolarmente.
Sicuramente un limite della nostra ricerc è il ridotto campione, è la poca numerosità dei soggetti in esame
Concludendo possiamo affermare, con sicurezza, che il rapporto tra sesso, età e livello di stress è alquanto complesso. Probabilmente altre variabili, non considerate nel presente studio, potrebbero avere un’influenza determinante in questo processo”.
Il Comune di Gela ha celebrato la Libertà, la Democrazia, il coraggio di donne e uomini che hanno lottato per consegnarci un’Italia libera dall’oppressione e dalla dittatura con un raduno di associazioni e rappresentanze istituzionali per la classica deposizione della corona d’alloro al monumento dei caduti .
Gela ha ricordato ed onorato la memoria di caduti della Resistenza e di tutti coloro che, con il sacrificio e l’impegno civile, hanno reso possibile la nascita della nostra Repubblica.
” L’Amministrazione Comunale – ha sottolineato il sindaco Di Stefano- ribadisce con forza il valore dell’antifascismo e della partecipazione democratica come fondamenti imprescindibili della nostra comunità.
Il 25 Aprile non sia solo una data da ricordare, ma un impegno da rinnovare ogni giorno, per costruire una città più giusta, libera e solidale”.
Peccato che questa testimonianza è stato ascoltato da uno sparuto numero di cittadini adulti! Messaggi di questo tipo dovrebbero essere destinati alle giovani generazioni.
Il 25 aprile in Italia si celebra la festa della Liberazione dal nazifascismo. L’occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno, ma il 25 aprile è considerato una data simbolo perché nel 1945 coincise con l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della Repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato per riprendere il controllo delle città.
La decisione di scegliere il 25 aprile come “festa della Liberazione” (o come “anniversario della Liberazione d’Italia”) fu presa il 22 aprile del 1946, quando il governo italiano provvisorio – il primo guidato da Alcide De Gasperi e l’ultimo del Regno d’Italia – stabilì con un decreto che il 25 aprile dovesse essere “festa nazionale”.La data fu fissata in modo definitivo con la legge n. 269 del maggio 1949, presentata da De Gasperi in Senato nel settembre 1948. Da allora, il 25 aprile è un giorno festivo, come le domeniche, il primo maggio, il giorno di Natale e la festa della Repubblica, che ricorre il 2 giugno. La guerra in Italia non finì il 25 aprile 1945, comunque: continuò ancora per qualche giorno, fino agli inizi di maggio.
Durante la seconda guerra mondiale furono molti i volontari, uomini e donne, che rischiarono tutto per sconfiggere il nazifascismo. Il secondo conflitto mondiale ha infatti due facce. La prima è quella rappresentata dalle schiere degli eserciti regolari, di cui sono noti i nomi dei generali e dei capi di stato, dei luoghi delle battaglie decisive. La seconda è invece la guerra clandestina dei popoli vinti, combattuta nell’ombra dalle formazioni partigiane. La Resistenza in Europa assume caratteristiche che variano da paese a paese, ma il fine è ovunque identico: la liberazione del territorio nazionale, da cui dipende l’avvenire di tutti
Caltanissetta- Il fornitore di sovrambito Siciliacque ha comunicato nella tarda serata di ieri che, a causa di un guasto riscontrato lungo la condotta Ancipa – Blufi, ha dovuto interrompere la fornitura destinata ai comuni di Caltanissetta, San Cataldo e Serradifalco.
Caltaqua – Acque di Caltanissetta SpA, gestore del servizio idrico integrato per il territorio della provincia di Caltanissetta, ha consequenzialmente rimodulato la programmata distribuzione come di seguito indicato in dettaglio:
Caltanissetta: restando operativa solo la fornitura dall’acquedotto Madonie per circa 75 l/s, non sarà possibile garantire l’erogazione H24 ad eccezione delle utenze Ospedale e Carcere che saranno regolarmente servite. Distribuzione garantita altresì nel centro storico Sant’Anna e Centro Balate.