“Le norme sono norme, di certo non sono abiti su misura che possono accorciarsi o allungarsi scegliendo il tessuto che più ci piace .Stesso principio vale per il Bando Ati sulla nomina del Direttore Generale”: lo sostiene l’esponente di Una buona idea Terenziano Di Stefano.
“C’è un principio solido dal quale non si può prescindere: le norme vanno seguite alla lettera in ossequio al principio della trasparenza e della legalità. Quel bando , così com’è , è illegittimo perché contrario alla normativa, contrario perché del nuovo DPR pubblicato ed entrato in vigore a luglio non c’è traccia, nonostante l’avviso fosse stato fatto mesi dopo ovvero a settembre.Nonostante la richiesta di ritiro pervenuta da più parti, sindacato e partiti politici , nessuno dei Sindaci è ancora intervenuto”.
Capiamo che i vari impegni istituzionali assorbono gran parte del piroio tempo ma è pur vero però che stiamo parlando di un bando illegittimo il cui mancato ritiro , qualora si perdesse ancora tempo, avvallerebbe comunque una procedura di nomina che è contraria alla normativa.I criteri indicati non sono contemplati né dalla statuto dell’Ati né dalla legge. Infatti il DPR 82 16 Giugno 2023 , che ha apportato modifiche alla disciplina originaria in tema di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione dei pubblici impieghi , è chiara e non ammette altra interpretazione nella parte nella quale non prevede più tra le modalità di accesso all’impiego, il concorso per soli titoli né per il tempo determinato né per l’indeterminato. La normativa , inoltre , prevede anche che lo stesso avviso debba essere pubblicato preliminarmente sul portale unico di reclutamento per le PA, cosa che è obbligatoria anche per gli enti locali da Giugno 2023. Avallare una selezione con modalità non contemplate dalla normativa e con criteri poco trasparenti , poco specifici restringono eccessivamente il campo dei potenziali interessati alla figura tecnica oggetto del bando e trasformano il bando in un abito su misura . Non solo è politicamente inopportuno ma è pure legalmente non consentito.Firmiamo protocolli di legalità anti frode per i fondi pubblici e poi , paradossalmente, consentiamo e non ritiriamo la pubblicazione di un avviso illegittimo?A cascata, inoltre, si rischierebbe e non è un’ipotesi da escludere che coloro i quali che pur avendo i requisiti , si vedessero impossibilitati a partecipare al bando proprio per la sua mancata conformità alle regole che lo sovraintendono, sarebbero inevitabilmente interessati a contestarlo formalmente . Per cui si aprirebbero inevitabilmente dei contenziosi.Se la normativa è chiara nel definire le modalità , per quale ragione non si segue e si pubblica un bando illegittimo? E non si ritira ?
“Non vogliamo arrivare a pensare che quel che è illegittimo può esser considerato legittimo per pura magia perché quel che è illegittimo resta tale. Chiediamo ai Sindaci ma in particolar modo al Sindaco di Gela, quale socio di maggioranza dell’Ati , garante dei principi di trasparenza e legalità, di far ritirare il bando per poi riproporlo così come indicato dalla normativa vigente”- conclude Di Stefano.