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Il Comune va verso il dissesto,refezione scolastica addio ma la Filcams Cgil non ci sta

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Il Conune si avvia verso il dissesto economico e il servizio di refezione scolastica non sarà garantito in quanto definito non essenziale dalla normativa in materia.

Per il segretario provinciale Filcams Cgil Nuccio Corallo “da sempre questo servizio è stato maltrattato dalle varie amministrazioni comunali che si sono susseguite, non tenendo conto dell’importanza e del valore dell’educazione alimentare verso i bambini e del servizio a supporto alle famiglie e non per ultimo di oltre cinquanta lavoratrici e lavoratori che hanno prestato il loro servizio eche oggi sono senza lavoro”
“Ci giungono voci che parlano di servizi mensa alternativi- aggiunge il sindacalista – vorremmo capire nell’interesse dei bambini se questi sono autorizzati e nel rispetto di ciò che prevede la normativa sulla tracciabilità degli alimenti, sulla preparazione e sulla corretta distribuzione, chi distribuisce i pasti ha le conoscenze e la formazione adeguata per poterlo fare, vengono rispettate grammature, variabilità alimentare nei vari giorni delle settimane oltre la manipolazione e il trasporto.
Noi abbiamo a cuore le lavoratrici che ormai sono ex in questa fase, oltre che la salubrità dei bambini e pertanto pretendiamo ogni risposta per tutte le domande si qui poste”.
“Chiederemo un incontro al provveditorato agli studi di Caltanissetta per capire se tutto ciò rientra nel rispetto sia della legge sia dei bambini e se così non fosse sicuramente non ci gireremo dall’altra parte.Facciamo inoltre un appello alle forze sane di questa città affinché ognuno con le proprie competenze e dalla propria parte si spenda per poter dare una speranza a queste lavoratrici ferme da troppo tempo non solo per l’imminente dissesto economico anche per disamore verso un servizio come quello della refezione scolastica è centrale e moralmente essenziale verso i bambini così come accade nel resto della nostra nazione”

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Cronaca

Anziane fiutano la truffa, Polizia individua gli autori

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Sono due gli episodi che si sono verificati negli ultimi giorni in provincia, in cui la Polizia è intervenuta per persone sospette che avevano contattato anziani che vivono da soli, presentandosi quali appartenenti alle Forze dell’Ordine.

Questi finti carabinieri o poliziotti, che a volte possono presentarsi anche quali finti avvocati, avevano chiesto soldi, gioielli o altre utilità alle vittime, per risolvere contenziosi nati a seguito di incidenti stradali causati da familiari ad altre persone. Nei due casi specifici le anziane vittime hanno fiutato subito la truffa, interrompendo i contatti, e allertando la Polizia. Il rapido intervento delle Volanti e della Squadra Mobile ha consentito di individuare i presunti autori delle condotte, condurli in Questura e identificarli. Al momento le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, sono rivolte ad individuare la rete di truffatori che si cela dietro l’organizzazione di questo tipo di odiosi delitti. La Polizia di Stato è impegnata quotidianamente nel prevenire e contrastare questo fenomeno con la campagna #chiamatecisempre, che ha lo scopo di non far sentire soli gli anziani e di fornire loro una serie di consigli utili per aiutarli a difendersi.

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Cronaca

Abusivismo commerciale, la Finanza accende i fari nel Nisseno. Sequestrati merce e carte prepagate

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La Guardia di Finanza di Caltanissetta, nell’ambito dell’azione di contrasto ai traffici illeciti, ha avviato un piano di interventi finalizzato al contrasto della vendita di merce contraffatta e, più in generale, di forme di abusivismo commerciale pubblicizzate a mezzo social network o tramite noti siti di annunci online.

L’operazione ha preso avvio da un ampio monitoraggio del commercio di beni a mezzo internet all’interno della Provincia, con particolare riguardo a numerose posizioni risultate irregolari sotto il profilo del rispetto degli obblighi tributari e, in alcune circostanze, costituenti reato. Le attività di analisi sono state orientate su due filoni investigativi, il primo riguardante il crescente fenomeno della vendita di prodotti di abbigliamento contraffatti, spesso pubblicizzati a mezzo “dirette” attraverso i più noti social network. A tal proposito sono stati individuati numerosi profili pienamente operativi di soggetti indiziati dei reati di vendita di merce contraffatta e ricettazione. I capi sottoposti a sequestro, convalidati dall’Autorità Giudiziaria, sono risultati circa 1000, assieme a carte prepagate utilizzate per le transazioni con gli utenti, per un giro di affari che ammonta ad oltre 50.000 euro.Il secondo filone, invece, ha consentito di tracciare, dopo acquisizione di annunci sulle più importanti piattaforme dedicate in rete, le attività di vendita svolte da privati cittadini, totalmente sconosciuti al fisco, i quali, per quantità e qualità di beni venduti in un breve lasso temporale, hanno esercitato in modo professionale attività commerciali in assenza di partita Iva e delle necessarie autorizzazioni di legge. I settori merceologici maggiormente pubblicizzati sono risultati quelli del commercio di autovetture, moto e scooter, abbigliamento ed allevamento di animali, con volumi d’affari, in alcuni casi, di oltre 100.000 euro. Le posizioni dei venditori sono state sottoposte alla locale Agenzia delle Entrate al fine di ottenere l’apertura d’ufficio delle partite Iva ed avviare controlli fiscali utili ad attrarre a tassazione gli eventuali introiti incassati in evasione di imposta. L’operazione di servizio condotta dalla Guardia di Finanza conferma il costante impegno del Corpo nell’attività di prevenzione e repressione degli insidiosi fenomeni della vendita e distribuzione di prodotti contraffatti e all’abusivismo commerciale, a tutela del mercato, delle imprese regolari, della libera concorrenza e dei consumatori finali.

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Cinema

Aggredisce la sua ex dentro un bar, arrestato pregiudicato gelese

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Un pregiudicato gelese di 56 anni, è stato arrestato dalla Polizia per inosservanza della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e del divieto di comunicare con la stessa, sua ex. Nonostante il divieto, la donna è stata raggiunta dall’uomo che l’ha aggredita all’interno di un bar della città. L’immediato intervento degli agenti delle Volanti ha permesso di bloccare sul nascere l’aggressione commessa nei confronti della vittima, avvenuta nella serata di mercoledì scorso.

A chiamare il numero unico per le emergenze, 112, sono stati alcuni avventori dell’esercizio commerciale che hanno scelto di non voltarsi dall’altra parte, segnalando alla Polizia una coppia che stava litigando animatamente. L’aggressore ha continuato il suo comportamento aggressivo, fisico e verbale, verso la donna anche alla presenza del personale di Polizia. Le immagini acquisite dal sistema di videosorveglianza dell’esercizio commerciale hanno inoltre dimostrato che nella prima fase dell’incontro, e ancor prima dell’intervento della Polizia, l’uomo era arrivato persino a tappare più volte la bocca della vittima, nel tentativo di non consentirle di chiedere aiuto. L’identificazione di entrambi i soggetti ha permesso di accertare che a carico dell’aggressore era in atto la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e del divieto di comunicare con la stessa. Questa misura vale anche nel caso in cui sia la stessa vittima a dare il consenso ad un incontro, così come anche di recente statuito dalla Suprema Corte di Cassazione, che ha stabilito che l’indagato risponde della violazione della misura cautelare anche solo consentendo che la vittima gli si avvicini volontariamente, nell’ottica di dare priorità alla sicurezza delle vittime e delle persone in pericolo, garantendone l’incolumità, anche contro la volontà della stessa persona offesa. In ragione di ciò, e alla luce dei tanti episodi di cronaca, è molto importante per le vittime di simili reati rifiutare il cosiddetto “ultimo incontro”. Infatti, il persecutore utilizza questo sotterfugio, adducendo a finti buoni propositi di chiarimento, per poi giungere, invece, a mettere in atto gesti di violenza spesso sfociati nell’omicidio. L’arrestato è stato condotto al Commissariato e, su disposizione del Pm di turno, posto agli arresti domiciliari.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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