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Cervelli in fuga dalla Sicilia: 365mila giovani in 7 anni

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I giovani se ne vanno: 365 mila in sette anni hanno fatto le valigie, una emorragia di 50 mila all’anno, per la maggior parte laureati. Anche intere famiglie partono per cercare lavoro. È quesra la fine ingloriosa di una regione dalla storia antica e ricca di bellezze storiche e naturali, ma senza idee e senza lavoro.

Una regione piegata che incarna la predizione di Tomasi di Lampedusa: i siciliani si crogiolano nel sonno e non vogliono essere svegliati.

Qualche anno fa, nel 2013, in Sicilia c’ erano 200 mila giovani circa, un quarto dei quali nella città metropolitana di Palermo. Le crisi economiche hanno dato il via al grande esodo; i giovani siciliani in età compresa fra i 15 e i 34 anni sono andati via, fino a raggiungere, nel 2023, un calo del 15,3% nell’arco di un decennio: più del doppio rispetto alla flessione in Italia.

scala nazionale, pari a -7,4% per quasi un milione di persone in meno della stessa fascia d’età”. I dati sono stati diffusi ieri dalla Cgia di Mestre in un report su denatalità e occupazione “che nella triste classifica del vuoto generazionale under 34 posiziona il territorio siciliano al quinto posto, superato, in termini percentuali solo da Sardegna, Calabria, Molise, Basilicata”. Non c’e’ famiglia che non conti due, tre o tutti i figli fuori dal loro paese di origine. Gela da quinta città della Sicilia per popolazione è passata a settima. Colpa anche della chiusura delo stabilimento pwtrolchimico avvenuto nel 2014. Si va in alta Italia o anche all’ estero: tutto pur di lavorare senza sperare in un ‘ aiutino’.

I giovani in cerca di successo se ne vanno. Una parte di quelli che restano si attaccano alla politica nella speranza di una risoluzione alle loro velleita’.

“In valori assoluti, però, l’Isola risulta addirittura prima, con (esattamente) 190.205 giovani in meno in dieci anni, mentre tra le province italiane, e stavolta per variazione percentuale, nella top 20 del deficit più alto troviamo Messina (-19%), Enna (-18%), Caltanissetta (-17%) e Siracusa (-16,8%). Seguono a stretto giro Agrigento e Palermo (entrambe a -16%), Catania (-13,8%) e Trapani (12,3%), con Ragusa, invece, più distaccata, a -9%. Ma anche in questo caso, se si considerano i numeri assoluti, il ranking quasi si ribalta, tanto che il Palermo, con un ammanco di 50.094 giovani, risulta prima provincia in Sicilia e seconda a livello nazionale dopo Napoli, che supera quota 90 mila”.

“Le cause del vuoto? Il dossier è incentrato sulla denatalità, ma in un’Italia sempre più vecchia, la Sicilia, come dimostrano i numeri diffusi recentemente dall’Istat, rispetto al tasso di fecondità tricolore, pari a 1,24 figli per donna, continua a difendersi con un 1,35, una quota superata solo dal ben più ricco (per reddito) Teentini. Dunque, più che la frenata del baby boom, nell’Isola, sottolinea Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi dell’associazione artigiana, ‘l’ammanco è stato provocato dalla fuga di braccia e cervelli verso altre regioni o verso l’estero: persone andate via e mai più tornate.

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Attualità

Crisi idrica: nuova stretta all’erogazione. Suppliscono i pozzi del Nisseno ed ennese

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Palermo – Al via la seconda fase del piano predisposto dall’Autorità di Bacino:
da lunedì riduzione dei prelievi dall’Ancipa
 Siciliacque informa che, come da indicazioni della Cabina di Regia per l’emergenza idrica e dell’Autorità di Bacino della Regione Siciliana, lunedì darà seguito all’ulteriore fase programmata di razionamento dei prelievi d’acqua dalla diga Ancipa, secondo le medesime modalità applicate nella fase precedente.


La riduzione sarà compensata in misura pari a circa il 50% dalle nuove risorse idriche provenienti dai pozzi del Nisseno e dell’Ennese, ripristinati dai rispettivi gestori d’ambito. La misura interesserà Acquaenna, Caltaqua, Consorzio di Bonifica 4 Cl, Consorzio Bonifica 6 En, Comune di Capizzi, Comune di Gangi e altri utenti minori.


Alla luce della programmazione già nota e nell’ambito delle rispettive competenze e responsabilità operative, spetterà ai gestori fornire indicazioni a Siciliacque su come distribuire le riduzioni definite nei punti di consegna presenti sui vari territori.

A Gela invece l’acqua si spreca con ke perdite ed il dissalatore è dismesso da anni.

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Domani ‘La serva padrona’

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Ragusa – Un’atmosfera intima ha abbracciato il pubblico presente ieri sera a cava Gonfalone per la seconda serata del festival Barocco in tutti i sensi.”Bach, father and sons”, il tema della serata, declinato dal Valletta Baroque Ensemble, il ViBE, in formazione quartetto ad accompagnare il pubblico in un tempo morbido e confortevole.

Le ‘incursioni’ profonde de ‘I sonnambuli’ prima, ma anche di Isabella Candeloro e Marco Brugaletta – organizzatori del festival – hanno fornito spunti di riflessione sul senso del tempo e della famiglia, sull’amore incondizionato di un padre per i suoi figli, sul calore di un desiderio da realizzare per dare il senso compiuto ad una perdita inaccettabile.

E poi l’ospite a sorpresa, Gabriele Dovis, la sua paura di morire a 40 anni e 140 chili, il suo percorso di crescita personale e il cambiamento che lo ha portato a correre come testimonial la maratona alle Olimpiadi di Parigi e a promuovere un progetto di inclusione.

Domani sarà una serata leggera e divertente. Il palcoscenico naturale di Cava Gonfalone sarà calcato da artisti, anche questa volta, di fama internazionale.Una tappa di un tour che porta in scena “La serva padrona” di Pergolesi, un intermezzo buffo, che sarà musicalmente narrato dall’Insieme strumentale di Roma diretto dal Maestro Giorgio Sasso e che vedrà come interpreti il soprano Minni Diodati, il baritono Roberto Abbondanza e il giovane attore Sergio Del Prato.

Ragusa rientra tra le date di un tour ‘riservato’ a manifestazioni di grande spessore artistico e musicale nel campo della musica barocca. “La serva padrona” ha fatto tappa al Festival di musica antica all’Aventino a Roma, e prima della partenza per Ragusa, gli artisti sono andati in scena a Proceno al festival Itinerari Musicali Francigeni. Al termine della rappresentazione, l’appuntamento con la cena-degustazione curata da Delicatessen.

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La discarica abusiva di amianto è servita

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La strada che dall’Aias di Borgo Manfria porta alla diga Comunelli è una pattumiera a cielo aperto.

Sui cigli a destra e a sinistra solo rifiuti: plastiche, sacchi con materiali di vario tipo, resti di edilizia e tanto altro.

Dopo il bevaio si è creata una discarica abusiva di materiali in amianto che cresce di giorno in giorno. Uno squallore pericoloso per ambiente e salute.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
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