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Mozione di Una buona idea: un comodato d’uso dell’ex casa albergo per fare partire i corsi universitari

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L’ ex casa albergo di Eni  è stata ristrutturata ed è pronta dal 2020 per creare uno spazio di coworking e come sede di corsi universitari. Ma è inutilizzata.

Nelle more e considerato che l’Amministrazione dichiarava di essere impegnata a perfezionare con Eni la modalità di trasferimento dell’immobile nonché la scelta del negozio giuridico più opportuno, l’Università Kore ha iniziato i primi corsi presso lo youth Center a Macchitella, nonostante l’immobile fosse stato riqualificato e ristrutturato.

Da allora, Kore ha lasciato lo Youth center e l’università a Gela è un miraggio benché ci sia un immobile i cui lavori sono stati conclusi già nel 2020. Da allora ad ora, il tempo ha risucchiato il tema e questa Amministrazione non ne ha più fatto cenno.

Lo mettono in evidenza in una mozione che sarà discussa il 25 luglio i consiglieri di Una Buona idea, Davide Sincero e Rosario Faraci che chiedono al sindaco di voler procedere con prioritaria urgenza, in ottemperanza al protocollo ed alla destinazione d’uso contenuta nell’accordo sopra menzionato, a sottoscrivere con Eni un contratto di comodato d’uso per 15 anni nonché, nelle conclusione della definizione di acquisizione dell’immobile ad attingere dai 12 milioni di euro di royalties introitate qualche giorno fa ed in ossequio allo stesso contenuto del protocollo già menzionato, a volere utilizzare la somma di 600 mila euro, per gli arredi delle aule nonché per ogni altra attività utile all’apertura ufficiale di Macchitella Lab. <Le soluzioni sono sotto i nostri occhi, basta solo guardare dalla parte giusta se non si vuole sottoscrivere un epitaffio da apporre sulla facciata di Macchitella lab che reciterebbe: qui, Gela avrebbe potuto avere l’Università ma è morta prima di nascere> – concludono i due consiglieri.

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Presentato “Il Manifesto della Vita”, progetto di Farm Cultural Park e Civico 111

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Si chiama “Il Manifesto della Vita” ed è il nuovo progetto di Farm Cultural Park e Civico 111. Dopo l’esperienza del Padiglione Off della mostra “Abbiamo tutto Manca il resto” e la seconda edizione del Festival “Ué – Eventi Urbani”, ecco una nuova iniziativa per dare continuità al percorso di rigenerazione urbana attraverso l’arte e la cultura avviato ormai da oltre un anno anche in città. 

Con “Il Manifesto della Vita”, diverse vie e zone della città verranno abbellite e arricchite di nuove opere d’arte, che trasformeranno gli spazi destinati ai manifesti mortuari, tipici del Sud Italia, in un mezzo di espressione artistica e rinascita creativa.

«Insieme ai ragazzi del Civico 111 presenteremo la prima “Call for Artists” – dice il direttore di Farm Cultural Park Alessandro Cacciato, presente a Gela per annunciare la nuova iniziativa –, che verrà lanciata a livello internazionale per reinterpretare il manifesto mortuario e realizzare così una mostra d’arte collettiva itinerante a cielo aperto». 

L’assessore al Patrimonio, Simone Morgana, ha espresso la disponibilità dell’amministrazione a collaborare al progetto, sostenendolo anche attraverso la possibilità di mettere a disposizione alcuni pannelli per l’affissione tra quelli di proprietà comunale. I punti in cui esporre le opere verranno individuate nelle prossime settimane. L’obiettivo, una volta avviata la “Call for Artist” attraverso i canali social di Farm e Ué, è quello di procedere alle prime affissioni nei primi giorni del nuovo anno.

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Consorzio per l’Italia contrario a ridurre la frequenza dei controlli obbligatori agli ascensori

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“La proposta di ridurre la frequenza dei
controlli obbligatori semestrali e biennali sugli ascensori a un anno e tre anni non ci trova assolutamente d’accordo”. E’ quanto
dichiara all’agenzia Italpress Salvatore Nasca, imprenditore palermitano, da oltre 35 anni nel settore, co-fondatore del
“Consorzio per l’Italia”, organismo no profit al quale aderiscono oltre 120 imprese del settore ascensoristico.


La proposta di alcuni deputati altoatesini prevede di modificare il Decreto del Presidente della Repubblica numero 162 del 20 aprile 1999 passando così a controlli annuali per gli ascensori, biennali per i montacarichi e da due a tre anni quelli dell’ente super partes, nominato dai proprietari, che si occupa della
verifica sulla sicurezza.

“Il Consorzio per l’Italia si sta battendo per bloccare questo scempio! È a rischio la sicurezza di 6 milioni di persone –
afferma Nasca -. Tra l’altro, parliamo di un risparmio di una manciata di euro a famiglia. E’ una scelta che non si giustifica.
Ricordiamo che l’Italia è il secondo paese al mondo con circa 500 incidenti in un anno e che circa la metà degli ascensori presenti,, possono essere considerati obsoleti, quindi i controlli andrebbero fatti ancora più spesso. L’ascensore è a
tutti gli effetti un mezzo di trasporto, così come dice lo stesso decreto e quindi in un momento in cui si parla tanto di patente a
punti e di aumentare la sicurezza in tutti i settori dimezzare i controlli sarebbe un controsenso”.

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Eni illustra il futuro di Versalis. Chiuderà il sito di Ragusa e sarà riconvertito quello di Priolo

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Milano – Nel corso della presentazione dei risultati del terzo trimestre 2024, i vertici Eni hanno illustrato il Piano di trasformazione e rilancio, anche in ottica di decarbonizzazione.

Eni ha messo a punto il Piano di trasformazione e rilancio, che punta alla decarbonizzazione del business della chimica.Il piano è stato illustrato oggi, nel corso della presentazione dei risultati del terzo trimestre 2024.Il gruppo energetico italiano investirà nei prossimi 5 anni 2 miliardi di euro nei siti Versalis in Italia, con l’obiettivo di recuperare profitti dall’azienda, e realizzare un saldo occupazionale positivo.

Eni abbandonerà i prodotti di origine fossile per puntare su prodotti chimici rinnovabili, circolari e speciali realizzati con materiali non fossili.Il piano di trasformazione si propone il taglio in termini di emissioni di circa 1 milione di tonnellate di CO2, circa il 40% delle emissioni di Versalis in Italia, con nuovi impianti industriali coerenti con la transizione energetica e la decarbonizzazione dei vari siti industriali, nell’ambito della chimica sostenibile ma anche della bioraffinazione e dell’accumulo di energia.Eni punta a ridurre drasticamente l’esposizione di Versalis alla chimica di base, settore che versa in una crisi strutturale e ormai irreversibile a livello europeo, e che ha comportato perdite economiche che, in termini di cassa, hanno sfiorato i 7 miliardi di euro negli ultimi 15 anni, di cui 3 nell’ultimo quinquennio.

Per consentire di realizzare i nuovi impianti, cesseranno le attività degli impianti cracking a Brindisi e Priolo, e del polietilene a Ragusa.Per gli stabilimenti di Brindisi e di Priolo è prevista la riconversione degli impianti, per Ragusa si prospetta invece la chiusura del sito.A Priolo è prevista la realizzazione di una bioraffineria per SAF e di un impianto di riciclaggio chimico che impiega la tecnologia HOOP.A Brindisi si punta a continuare la produzione di polimeri utilizzando materie prime importate a costi vantaggiosi, mentre parte del sito sarà convertita nella costruzione di un nuovo stabilimento per la produzione di batterie stazionarie in rete.

Per Eni, al termine del processo, la trasformazione porterà un impatto positivo dal punto di vista occupazionale, contrastando le inevitabili conseguenze negative che la crisi strutturale e consolidata del settore a livello europeo avrebbe in questo ambito. Il Piano, che sarà implementato entro il 2029, punta a investire nello sviluppo delle nuove piattaforme della chimica da rinnovabili, circolare e per prodotti specializzati, i cui mercati sono in crescita e nei quali Versalis ha già una posizione di leadership.

L’Amministratore delegato di Versalis, Adriano Alfani, ha sottolineato la fiducia nel raggiungimento degli obiettivi.“La nostra risposta è sia di ristrutturazione che di trasformazione.

Le future piattaforme di Versalis avranno profili significativamente diversi: una focalizzata su un portafoglio downstream di compounding e polimeri specializzati ad alto valore, una sulla biochimica e sull’economia circolare, un portafoglio più coerente con la strategia tecnologica di Eni focalizzata su attività con vantaggi competitivi nella transizione.Questa trasformazione può sfruttare le risorse di una forza lavoro altamente qualificata, ma dedicarla ad attività di maggior valore e più sostenibili”.Il piano prevede anche la creazione di una nuova struttura societaria sviluppata secondo il modello satellitare: la Biochimica (inclusa Novamont), il Downstream (con le acquisizioni di Finproject e Tecnofilm), la Circolarità (attraverso lo sviluppo del riciclo chimico e meccanico), e la chimica di base (risultante dalle azioni di razionalizzazione e riposizionamento sui polimeri). Da WebMarte

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