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La classe media, vecchia e nuova

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Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

La classe media tradizionale era formata da artigiani(falegnami, elettricisti, idraulici, fabbri, sarti, barbieri, meccanici, muratori), da commercianti piccoli e medi, da liberi professionisti, da piccoli e medi imprenditori, piccoli e medi proprietari terrieri, contadini, pescatori piccoli e medi. Era l’espressione di un mondo contadino e poi industriale e capitalista della prima ora, e costituiva l’ossatura della società. Non erano ricchi e non erano poveri. Appunto medi. Erano lavoratori cattolici ed etici. Credevano in Dio, nella famiglia tradizionale, nella dignità umana, nell’onestà, nella parola data, nel rispetto reciproco, nel limite ad ogni cosa senza esagerare. Avevano un sistema di valori a cui tendevano. Durava da migliaia di anni, ed era arrivata sino ai nostri tempi, sino a dopo l’ultima guerra. Protetta dalla politica, dalla Chiesa, dalla Dc.

Oggi diremmo era anche l’espressione del primo capitalismo, quello solido, quello reale, che durò sino agli anni 70. Questo mondo oggi è invece attaccato duramente e destinato a diventare marginale e insignificante, superato. Man mano che si è sviluppata la tecnica, la nuova organizzazione del lavoro, i nuovi modi della produzione favorivano l’accentramento e la privatizzazione, insomma i grandi. Le grandi aziende. Prima a gestione familiare, poi manageriale e multinazionali apolidi. È a questo punto che la vecchia e tradizionale classe media entra in crisi, non trova più posto. La produzione in serie, il pret-à-porter, il prodotto già confezionato sostituisce il vecchio prodotto, originale di qualità ed unico. Il nuovo prodotto in serie è scadente, ma costa poco e si rivolge alle masse. I nuovi materiali, vedi la plastica, favoriscono questo processo. L’avvento prima della Tv e poi di internet, il pc, creano una massa di consumatori omologati, i costruiti in serie, tutti uguali, senza frontiere e senza limite, gente mediocre, scarsamente acculturata e in assenza di ogni capacità critica.

La vecchia scuola statale non serve più, non serve la cultura tradizionale e umanistica fatta di storia, filosofia, latino, greco, geografia. Il Liceo entra in crisi. Ai nuovi ricchi servono persone poco preparate, non intellettuali, ma gente del fare che svolga mansioni basse, esecutive e ripetitive. Così si allarga il mercato al mondo intero. Le nuove aziende sono multinazionali e vendono merci in tutto il mondo globalizzato, omologato e capitalistico. Il virtuale sostituisce il reale, il digitale sostituisce l’analogico. L’accentramento della ricchezza in poche mani è enorme, senza precedenti storici. I nuovi ricchi sono straricchi e mirano a possedere il mondo intero. Il processo di accentramento della ricchezza e la privatizzazione vanno di pari passo.Questi nuovi ricchi favoriscono il consumo, lo propagandano attraverso la Tv prima e internet dopo. Favoriscono l’assenza del limite, il godimento continuo, il mi piace individualistico, apatico, l’infantilismo, l’ateismo, il narcisismo. Per diffondere questa loro esigenza di mercato mondiale necessitano di nuovi collaboratori che diano risalto al consumo allegro e facile. Che diano voce ad un certo stile di vita edonistico e iper consumistico, egoistico e amorale oltre che ateo. Il nuovo cittadino viene creato come vengono create le merci. Chi si incarica di questo compito? Prima di tutto la Tv e quindi lo spettacolo. Tutto deve essere spettacolarizzato e reso allegro, superficiale, gaudente. Arriva la pubblicità per idioti. Arriva la superficialità mediocre. I nuovi lavoratori, la nuova classe media che sorregge i nuovi ricchissimi ha questo compito, diffondere uno stile di vita nuovo per certi aspetti opposto a quello tradizionale. Chi sono costoro? Gente dell’informazione e gente dello spettacolo. Essi costituiscono la nuova classe media che diffonde e veicola nel mondo capitalistico i nuovi valori del consumo, del godimento, dell’usa e getta sempre più veloce. Così si assiste al proliferare di presentatori, cantanti, ballerini, musicisti, commentatori, influencer. Ma anche sportivi. Anche il sesso viene utilizzato a questo scopo: arriva il porno ovvero il sesso senza amore, consumare edonisticamente e in modo apatico. L’altro è una cosa per me ed io la uso e poi la getto. Le relazioni umane diventano come le merci: usa e getta. L’amore non ha posto nella società dei consumatori amorali e senza Dio. La Famiglia tradizionale che deve durare per il resto della vita non trova più posto perché frena il mercato. Fare figli frena lo sviluppo ed ha un costo. No figli. Servono giovani ignoranti e senza pretese: gli immigrati del terzo e quarto mondo adatti a svolgere questi compiti pratici, materiali, esecutivi. Cosi arriva anche il divorzio facile, l’aborto facile. E sempre più veloce. E niente figli. Invece bisogna sostituire, cambiare tutto in maniera sempre più veloce, senza sensi di colpa. Il risparmio non ha senso. Il rispetto del prossimo non è previsto. La comunità soccombe. Solo Io. L’altro è il nulla, solo oggetto di consumo al mio servizio. Individualismo puro,narcisismo. Arriva Zan, arrivano gli Lgbtq.I nuovi diritti individuali servono anche a questo, a non porre limiti al consumo. La politica abdica al ruolo critico, abdica a indirizzare e governare e si limita a recepire e amministrare in periferia ciò che le banche e le multinazionali apolidi decidono in alto. Siamo ai nostri giorni. L’Uomo nuovo, svuotato di tutto viene riempito di merci scadenti e pazienza se soffre, se non è felice, se è vittima dell’angoscia del nulla, se si droga, se si riempie di psicofarmaci e di alcol, se cade vittima della ludopatia. Cosa vuoi che siano queste cose. Viviamo pur sempre nella migliore società che la storia abbia mai conosciuto.

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Psichiatria: la direzione spiega l’organizzazione dei servizi

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In riferimento alle notizie diffuse a mezzo stampa, inerenti l’ipotesi di riduzione delle ore di assistenza di Psichiatria nell’Area Sud dell’Asp a beneficio del reparto del P.O. “S. Elia” che, secondo la dirigenza rappresentano parte della verita’ , riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del direttore Mdsm Area Sud
Giuseppe Arancio e del Direttore del Dipartimento Salute Mentale dell’Asp
Massimo Cacciola.

“La Direzione Strategica dell’Asp di Caltanissetta – si legge nella nota –
data la grave carenza di Medici Psichiatri, con atto deliberativo n. 989 del 30/12/24 ha prorogato gli incarichi libero professionali a 3 Medici Psichiatri, ciascuno a 38 ore settimanali;
dei tre Medici, i Dottori Lauria e Stuto sono stati destinati all’Area Sud e soltanto un Medico all’Area Nord; considerata la carenza di Psichiatri nel Dsm e vista la necessità di garantire i ricoveri nel Spdc del P.O. “S. Elia” anche dei pazienti provenienti dall’Area Sud, numero 12 su 38 ore settimanali dei Dottori Lauria e Stuto saranno impiegate per assicurare la turnazione diurna, nottura/festiva nel Presidio Ospedaliero; ciascuno dei due Medici, nelle restanti 26 ore settimanali, garantirà la copertura degli ambulatori centrale e periferici dell’Area Sud, che pertanto non subiscono alcun danneggiamento; in particolare, il Dott. Stuto con il Direttore del Modulo Dott. Arancio continueranno a coprire il servizio per l’intera settimana presso l’ambulatorio centrale di Gela, mentre il Dott. Lauria è previsto che assicuri settimanalmente il servizio negli ambulatori periferici di Mazzarino (2 giorni), Niscemi (2 giorni) e Butera (1 giorno); questa Direzione pertanto non soltanto non ha mai inteso depotenziare i Servizi dell’Area Sud, ma, al contrario, nonostante la grave carenza di Personale Medico, ha determinato la riapertura degli ambulatori periferici, chiusi in precedenza proprio dal Dott. Lauria durante il suo mandato di Direttore del Modulo Dsm Area Sud”.

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Il bilancio della Filcams Cgil

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Nuccio Corallo Segetario Generale Filcams Cgil Caltanissetta.

Fine anno tempo di bilanci, l’anno che si appresta a concludersi ha visto il nostro sindacato molto impegnato in molteplici iniziative, dalla raccolta firme pro referendum contro l’autonomia differenziata a scioperi e vertenzialitá territoriali al fine di mantenere centinaia di posti di lavoro .


Nei settori pertinenti la Filcams Cgil (refezione scolastica, sosta a pagamento, società partecipate, vigilanza privata, turismo e commercio, servizi di pulizia, distribuzione).
Non per ultimo ciò che dovrebbe vedere luce i primi mesi del 2025 cioè il nuovo contratto dei servizi tra Comune di Gela e Ghelas Multiservizi, per il quale abbiamo avuto svariati incontri sia con la partecipata che con la proprietà al fine di monitorare l’iter e poter ottenere nuovi diritti e tutele e nel contempo contribuire a dare servizi di qualità al Comune di riferimento; altra vertenza storicamente problematica è quella che riguarda la refezione scolastica ad oggi ferma da oltre 3 anni, dopo un paio d’incontri con la nuova amministrazione comunale sembra muoversi qualcosa nel verso giusto, il Sindaco ha chiesto un sopralluogo dei centri cottura e si dovrebbe avviare l’iter per la nuova gara o per affidamento; abbiamo appena inviato una richiesta incontro alla dirigenza generale e amministrativa dell’azienda sanitaria provinciale per affrontare l’atavica situazione degli ausiliari dipendenti della ditta Rekeep (a nostro parere con un parametro orario assolutamente insufficiente) per i quali chiediamo un imminente innalzamento delle ore contrattuali; rappresentiamo anche le lavoratrici ed i lavoratori della grande distribuzione, che anni rivendicano una sana regolamentazione sulle aperture festive e domenicali, come anche il settore del commercio, sotto sforzo in questo periodo; altro settore importante è la vigilanza privata, dove abbiamo in itinere diversi cambi appalti tra Asp e Tribunali, tra i settori che mi stanno più a cuore c’è il Multiservizi ovvero servizi di pulizie dove siamo presenti negli ospedali, in raffineria, nelle poste, in prefettura, questura, vigili del fuoco, arpa, IPM di Caltanissetta, Cefpass. settore dove tante lavoratrici e lavoratori sono accomunati dalla forte parcellizzazione del lavoro, e sovente lavorano per 45 minuti al giorno con 4 ditte diverse con un impegno spalmato per tutta la giornata, lavoratori poveri pur lavorando… facendo incastrare anche l’impegno familiare
Molte le vertenze che abbiamo affrontato in tutto il territorio provinciale, che stiamo affrontando, che affronteremo.


L’impegno parte nella rappresentanza degli ultimi e quindi proprio il Comune di Gela, ad oggi in dissesto, avrà un 2025 diverso e sicuramente migliore grazie all’impegno della Regione per consentire l’uscita dal dissesto mio pensiero và alla città, e quindi l’aumento dei servizi e l’abbassamento dele tasse.
L’impegno sindacale anche nel 2025 sarà concentrato nell’aumentare la qualità della vita di tutti i cittadini della provincia di Caltanissetta che potrebbe vivere anche di “economia turistica ” storico e balneare, invece continua ad essere residuale .
Il 2024 ha registrato una grave perdita per un valido e storico dirigente della Filcams CGIL , Aurelio Massimo al suo ricordo la prosecuzione di tante battaglie di quotidianità!!!
Verso, l’anno che verrà…

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“Teatro comunale a porte chiuse”

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Dal pittore Giovanni Iudice, riceviamo e pubblichiamo

A Gela, la cultura è l’esclusiva di una società anziché inclusiva di un’altra, quella delle pari opportunità. Mi dispiace farlo notare, come debba giustamente essere (di tutti per tutti …cit.), quindi, aperta al confronto per comparti più democratici possibili, questa è Cultura. Ma nel pratico, al teatro comunale (pubblico), accade che in pochi giorni , i biglietti si sono volatilizzati, e non si garantiscono più quei posti riservati o di pari opportunità ai vari settori della società. Per esempio, in molte città italiane, diversi teatri pubblici ma anche privati, hanno riservato alcuni posti a detenuti “modello” proprio per le feste natalizie. Insomma non vi sono esempi eccelsi in città, non ne vedo la direzione. Lo chiedo e mi chiedo, ma il Sindaco, che in questo caso dovrebbe essere il garante “morale e non” sulla vicenda, che vede il malcontento molto diffuso tra i cittadini, non dovrebbe manifestare la sua preoccupazione e controllare sull’accaduto, o chi per lo meno, ne fa le politiche culturali (assessore al ramo…). Mi dispiace ma il messaggio che ne esce è aberrante, quello di usurparsi le opportunità pubbliche per un agio che tanti non hanno, quei cittadini (che peraltro testimoniano) di un “link prenotazioni del comune” immediatamente rimosso… Gli spettacoli in itinere al teatro Comunale, risultano già a “porte chiuse”. Mi chiedo, se è giusta questa discriminazione nei confronti di chi non ha avuto possibilità tra “primi” rispetto ai “secondi cittadini normali” , trovare un biglietto in tempi brevi e manco lunghi…Sembrerebbe, che risultasse numericamente e molto partecipe il comparto dei club service accaparrarsi molti posti(capisco che sul fronte del municipio di Gela-forse l’unico caso in Italia-sfoggia pure una bandiera di tale ambito, oltre a quella europea, Siciliana e Italiana, insomma, un ente non riconosciuto costituzionalmente…). La nostra quotidianità locale , sembra oramai assuefatta alla regola del “far finta di nulla” o “fatti i fatti tuoi…” ma questo parossismo così contraddittorio della Cultura in ambito pubblico per il “tutti perché di tutti” , è diventato un lusso, un vezzo , quello di un luogo pubblico pagato con i soldi dei gelesi, che sembra il racconto di Cenerentola.

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