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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

I “Chimici del ’68” di nuovo insieme

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Insieme dopo 55 anni. Prima riuniti in una chat di whatsapp denominata “I Chimici del ’68” e poi con una “rimpatriata” al ristorante. Sono gli ex compagni di scuola del corso A dell’istituto industriale di Gela che per ritrovarsi, domenica scorsa, a pranzo, hanno sfidato il tempo e il maltempo con allerta meteo arancione; hanno superato le distanze, dato che provenivano da comuni delle province di Agrigento, Enna, Catania, Caltanissetta e Ragusa; hanno risolto l’irreperibilità di molti; hanno sopportato gli inevitabili acciacchi dell’età avanzata, visto che sono quasi tutti pensionati 75enni. Una signora ha persino preparato delle paste di mandorla per l’occasione.

Così la “rimpatriata” di 15 ex compagni di scuola (con coniugi) è stata coronata da pieno successo. Anche se fisicamente cambiati e qualcuno difficilmente riconoscibile, si sono ritrovati tutti in gruppo come quando si stava a scuola. All’appello ne mancavano 4 che vivono al Nord, 3 indisponibili e 7 che nel frattempo sono deceduti. A questi ultimi è andato il pensiero commosso dei presenti. Il raduno è stato un susseguirsi di emozioni e di sentimenti, un risveglio di ricordi, il racconto multiplo e inesauribile di esperienze lavorative e di vita, l’elencazione del numero di figli e di nipoti, l’esibizione di foto e video della propria famiglia. Sembrava che in poche ore si volessero rivivere i cinque anni di studio e riempire col racconto i 55 anni di distacco dal diploma a oggi. L’euforia ha coinvolto anche le mogli che hanno socializzato con facilità, come se si conoscessero da tempo. A ciascuna di loro l’omaggio di una rosa.

Alla fine l’immancabile taglio della torta che riproduceva la foto di classe col maggior numero di studenti. E poi si è deciso di ripetere periodicamente il conviviale e di farlo diventare itinerante nelle nostre province, approfittando magari della presenza durante le ferie di quanti domenica scorsa non hanno potuto partecipare.

Negli anni ’60, l’industriale di Gela ebbe un “boom” di iscritti perchè era uno degli appena tre istituti chimici esistenti in Sicilia. Gli studenti venivano da ogni parte dell’Isola e prendevano camera in affitto. L’obiettivo, ovviamente, era quello di acquisire il diploma per essere poi assunto al petrolchimico dell’Eni. Poche, allora, le ragazze che sceglievano di venire all’industriale. La presenza femminile in 5^ A, nel ’68, fu di due sole studentesse: Lucia Accolla e Carla Speziale. E domenica scorsa i colleghi le hanno voluto omaggiare offrendo loro in segno di stima e di affetto un vaso di orchidee ciascuna, quasi a premiarle per il coraggio dimostrato.

I nomi de “i chimici del ’68”:  Lucia Accolla, Carla Speziale , Franco Infurna, Filippo Pernicano, Giacomo Militello, Roberto Giarracca, Peppe Luparello, Antonio Prestia, Toto’ Amico, Ignazio Condorelli, Onofrio Barbaro,Vincenzo Savoca, Vincenzo Cali’, Lillo Manazza, Filippo Di Gloria.

Franco Infurna

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“Hanno tolto le Royalties alle formiche per consegnarle alle cicale!”

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Dal nostro lettore Alfio Agró, riceviamo e pubblichiamo

Le Royalties, in realtà’, sono milioni di euro che l’Eni versa, annualmente, alla nostra città, quale compenso sia per le migliaia di persone morte di tumore, che quelle in cura, sempre di tumore, che lottano e resistono per allungare ancora di qualche anno, la loro vita. Di questo accordo fanno parte anche i tanti bimbi gelesi nati con malformazioni. Forse, è in virtù di questo accordo che il Comune di Gela, non si è mai costituito parte civile contro l’Eni, nelle controversie intentate dai familiari delle vittime.

Ciò fa pensare ad un mero accordo, di non belligeranza siglato tra Eni e politica gelese, per velare questi imbarazzanti motivi contrattuali che si sarebbero potuto rivelare autolesivi per l’immagine di entrambi ed allora si è ripiegato su una versione pubblica più compiacente per addolcirne la motivazione di concessione di queste Royalties, che in sintesi, ufficialmente, è questa: l’Eni esaurita la sua opera estrattiva dei prodotti del nostro territorio, purtroppo, dovrà andare via da Gela, causando il gravissimo crollo dello sviluppo economico occupazionale industriale della città.

A questo punto è venuta fuori la genialità che con questo accordo, si voleva salvare (almeno) l’economia di Gela, grazie sia all’interessamento responsabile della politica che a quello generoso dell’Eni. Per questo scopo si regolamentava che l’utilizzo delle Royalties venisse consentito unicamente per la promozione di nuovi sviluppi occupazionali per la città, che compensassero la futura dipartita dell’Eni da Gela.

In questi termini, le Royalties venivano associate all’Eni ed alla politica, come un regalo per la città e non più come rimborso per cause di morte.

Bene o male l’Eni paga, ancora, i suoi danni alla città, mentre la politica gelese non sazia della morte di tanti cittadini (che non ha saputo proteggere) decide di appropriarsi dell’utilizzo di queste compensazioni, contro gli accordi stipulati, per sperperarle come si è fatto in passato, a danno di sviluppo, lavoro e occupazione giovanile per questa città.

Non finisce qui il trionfo dell’opera politica, che con lo sblocco delle Royalties e il loro nuovo utilizzo, si attribuisce il merito eroico di poter tappare i danni economici (dissesto) da loro stessi causati ed annuncia il proposito (non ci crede nessuno) di riabbassare quelle tasse che hanno appena triplicato!

Infine con queste Royalties, o meglio col sangue dei cittadini gelesi, si giocano, anche, il consenso elettorale dei tifosi del Gela Calcio, mettendo la minoranza politica alla gogna ed alle possibili contestazioni dei tifosi, per il fatto che quest’ultima ha preteso il rispetto delle regole ed il rispetto del sacrificio delle vittime di tumore.

Tutto questo non è un bene, che il Sindaco e la sua maggioranza stanno facendo alla città, anche se nell’immediato, sembrerebbe una “buona idea”.

Purtroppo bisogna anche fare i conti a medio e soprattutto, a lungo termine dove i risultati saranno disastrosi per la gestione dilettantistica di investire queste nuove risorse economiche in attività ed opere non produttive come testimoniano i numerosi ripetitivi fallimenti economici del passato sia del Comune di Gela che della sua squadra di calcio. Le esperienze passate, a quanto pare, non servono a niente e poi si ha la faccia tosta di addebitare la colpa dei loro fallimenti al destino o alla sfortuna e non alla loro incompetenza professionale a gestire settori non compatibili con la loro professionalità lavorativa.

Mi riferisco agli Assessorati al Turismo, allo Sport, all’Agricoltura che sono gestiti da insegnanti o medici; la delega dell’Agricoltura assegnata ad ingegneri e la delega alla Sanità assegnata ad agronomi…
Questa è la potenza della politica!

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“Stop ad auto e moto in via XXIV maggio”

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Riceviamo e pubblichiamo una nota del rappresentante del Comitato Interporto, Marco Fasulo. Vuole essere una proposta all’Amministrazione comunale per migliorare la citta’, valorizzando un angolo storico.

“Le auto, le moto e altri veicoli non devono parcheggiare in via XXIV Maggio, che invece dovrebbe essere dichiarata zona a traffico limitato (ZTL), con l’installazione di fioriere, illuminazione adeguata e telecamere di sorveglianza, poiché rappresenta un’area di grande valore storico, affacciandosi sulle mura federiciane, un patrimonio storico e artistico di inestimabile valore per la città di Gela.

Questa strada, estremamente stretta, ostacola la libera fruizione da parte dei pedoni e crea gravi disagi alla circolazione. È urgente intervenire con l’installazione di un sistema di illuminazione adeguato e di telecamere per monitorare eventuali attività illecite che potrebbero passare inosservate.

Inoltre, è imprescindibile un presidio costante delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. In via XXIV Maggio 70, ha sede legale Interporto Gela Aps, un organismo che opera attivamente per lo sviluppo della città senza chiedere nulla in cambio, ma con l’obiettivo di contribuire concretamente al miglioramento della vivibilità e al futuro di Gela.

Inoltre, nella via XXIV Maggio dovrebbero essere organizzate sfilate di moda in partnership con la città di Milano, per promuovere la cultura e l’economia locale, creando sinergie di prestigio internazionale”.

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“La burocrazia impedisce ai siciliani di trovare farmaci, anche salvavita”

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Palermo – “Esattamente un anno fa ovvero il 10 aprile 2024, avevo depositato un’interrogazione al governo Schifani e ottenuto su mio sollecito, una audizione all’ARS per capire come la Regione intendesse risolvere i continui ritardi della Centrale Unica di Committenza nella gestione delle gare per rendere disponibili i farmaci ai pazienti siciliani. Oggi la situazione è la stessa. In Sicilia sono indisponibili anche alcuni farmaci oncologici. Indecente che i nostri concittadini non possano curarsi perché la burocrazia regionale è lenta. Ho depositato una nuova interrogazione all’Assessore Alessandro Dagnino e all’assessore alla Salute Daniela Faraoni. La CUC và implementata”. 

Lo denuncia il vice presidente dell’ARS e Coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola.

“Nonostante la disponibilità di nuove terapie – spiega Di Paola – ed il puntuale aggiornamento dell’Assessorato alla Salute, del prontuario Regionale, la CUC fatica a rispettare le tempistiche richieste per l’approvvigionamento e la distribuzione, agendo con estrapolazioni discrezionali di farmaci, azioni che alla pubblica amministrative comportano un dispendio economico anche perché nel frattempo possono giungere sul mercato farmaci meno costosi”. 

Il vicepresidente dell’ARS sollecita quindi un’azione immediata per accelerare i processi di approvvigionamento e per attuare le riforme necessarie all’interno della CUC per migliorarne l’efficienza e garantire che tutti i pazienti abbiano accesso a trattamenti innovativi senza inutili ritardi, così come avviene nel resto d’Italia.

“E’ evidente – conclude Di Paola – che la CUC andrebbe implementata di nuove

energie professionali perché, allo stato attuale non è nelle condizioni di poter svolgere il suo compito in tempi certi e cadenzati. La salute dei siciliani non può soccombere alla burocrazia regionale. Anche per questa ragione ho depositato una nuova interrogazione al governo Schifani

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