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In due ore trattata la “mozione di palazzo”: Greco congelato fino al 12 giugno

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La fretta dei pro Greco di mettere fine alla seduta sulla sfiducia votando il rinvio al 12 giugno proposto da Luigi Di Dio, ha suscitato la reazione del centrodestra. Grisanti ha contestato il voto del rinvio subito senza dibattito.

Il consigliere della nuova Dc Gabriele Pellegrino ha parlato del fallimento politico ed amministrativo del sindaco rinfacciandogli di avere fatto promesse che non avrebbe potuto mantenere, ad esempio che avrebbe cacciato Caltaqua.

“La sfiducia va votata – ha detto Pellegrino – per porre fine a questa carneficina politica”. Il consigliere Totò Scerra ha urlato : “È un attacco alla democrazia impedire il dibattito”. Dal fronte del centrosinistra e dei progressisti che le settimane scorse avevano detto si al voto favorevole alla sfiducia, dopo la scelta di Cascino, c’è stata una modifica della posizione.

Il Pd Orlando ha spiegato che pur essendo all’opposizione non se la sente di non attendere i 30 giorni per verificare se la città si può salvare. “Mi asterrò”.

Virginia Farruggia per il M5S e per i progressisti ha parlato “di una mozione che è del centrodestra che oggi è confuso e non unito, che arriva mentre c’è una proroga. Do fiducia alla Corte dei Conti e non all’amministrazione che finora non ha saputo cogliere alcuna opportunità. Ci asterremo”.

Giuseppe Spata per la Lega ha annunciato il no al rinvio al 12 giugno perché Gela è già commissariata sul bilancio.

“Noi non abbiamo messo sulla sedia Lucio Greco e non abbiamo responsabilità”- ha detto. “Non è vero – ha detto Alessandra Ascia – il sindaco è di centrodestra e si sta ragionando di bandierine politiche. Alla gente questa politica fa schifo. Bisogna pensare agli interessi dell’ente e della città”.

Il capogruppo di FdI Vincenzo Casciana ha fatto presente che “già anni addietro la Corte dei Conti aveva evidenziato che i conti non erano a posto e questa amministrazione non ha fatto nulla. Che deve fare ora?”

Casciana ha fatto l’elenco delle inadempienze su scuola, il porto, i finanziamenti persi.

Davide Sincero, capogruppo di Una buona idea, si è chiesto come fanno certi consiglieri che hanno avuto assessori in Giunta a bocciare l’azione amministrativa. “Noi abbiamo messo in cantina l’esperienza Greco ma non ce la sentiamo di non dare un’altra opportunità alla città”.

Per Un’altra Gela ha parlato il capogruppo Giuseppe Morselli che ha definito la mozione di sfiducia di palazzo. “Tra il pubblico in aula non c’è la città che non la vuole la sfiducia. Essa non nasce per il bene della città ma perché qualcuno cioè 9 consiglieri temevano di andare a casa non votando il rendiconto con il parere negativo dei revisori. Per le loro carriere politiche hanno pensato di mandare a casa Greco e salvarsi loro”

Il rinvio è stato approvato con 11 si, 8 contrari e 4 astenuti.

Scerra ha detto che per il rinvio serviva la maggioranza qualificata cioè il 60% dei voti favorevoli e quindi gli astenuti dovevano essere inseriti tra i contrari. La segretaria generale ha contestato questa interpretazione: per la dott.Ferro la maggioranza qualificata serve per votare la sfiducia e non per votare un rinvio.

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Trufolo difende la scelta del sindaco all’Oiv e accusa la maggioranza di pensare alle poltrone

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Sul caso dell’incarico all’Oiv nessuno degi alleati ha preso la parola per difendere l’operato del sindaco. Una lancia la spezza invece Grazio Trufolo. L’esponente liberale candidato alle Amministrative a sostegno di Totò Scerra definisce stupide ed inutili le polemiche per la nomina dell’avvocato Anna Comandatore a componente dell’OIV,organismo di valutazione indipendente.

“Avere scelto una professionista per la sua competenza e capacità- dice Trufolo- è stata cosa buona e giusta ,scelta condivisibile oltre che lungimirante. Mi permetto di suggerire alle forze politiche che sostengono questa Amministrazione di smetterla con queste polemiche e di occuparsi di più dei tanti problemi della città,a partire dalla mancanza d’acqua per usi civili ed agricoli invece di preoccuparsi a spartisi incarichi di sottogoverno ed incarichi assessoriali”

“Un problema molto serio è la carenza di organico per consentire alla macchina amministrativa di ripartire e portare a termine progetti in corso ed eventuali nuovi progetti per migliore la qualità della vita dei cittadini e progetti di crescita economica e di sviluppo”- conclude.

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Incarico Oiv: il sindaco la scarica sul Ministero ma la sua versione non fila liscia.

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“Se errore c’è stato lo ha fatto il Ministero a cui è stato chiesto l’elenco delle professioniste da poter nominare per l’Oiv.Solo donne perché per la parità di genere potevo nominare solo una donna. Domani si faranno le verifiche e se errore c’è stato si revoca l’incarico, altrimenti resta”: questa la dichiarazione di oggi del sindaco sul caso della nomina dell’avv.Anna Comandatore ex candidata di Forza Italia, come componente all’Oiv.

Il sindaco ha ricevuto centinaia di telefonate di alleati e non che gli sottineavano che quella nomina non la poteva fare. E non per motivi politici (per tanti è un regalo all’on. Marco Falcone a cui l’avvocatessa fa riferimento ) ma perchè nell’atto di incarico da lui stesso firmato viene citato il DPR del Presidente della Repubblica del 2016 in cui si fa espresso riferimento al requisito di 6 mesi di iscrizione all’albo per essere nominati

Basta poi una semplice consultazione on line dell’albo nazionale degli iscritti all’Oiv per dedurre che quel requisito per l’avv.Comandatore non c’è. L’iscrizione della Comandatore risale al 15 luglio scorso

Nella fretta di affidare l’incarico nella determina del sindaco non é stato inoltre indicato il nome esatto dell’incaricata che è Domenica Anna Maria e non Anna Maria. L’atto dovrà comunque essere corretto, se il sindaco dovesse decidere di non revocare l’incarico. Deduciamo anche dalle parole del sindaco che non è stata fatta una verifica preventiva sul requisito dei 6 mesi di iscrizione attingendo all’albo nazionale facilmente consultabile on line. Tutto fatto in fretta, chissà perché. E le verifiche si faranno domani dopo che è scoppiato il caso per motivi politici. Motivi che Di Stefano respinge sostenendo che si tratta di una scelta tecnica. Ma viene difficile credergli. Tanti elementi sommati portano verso altra direzione compreso il fatto che l’incaricata non ha fatto mai mistero su quale dei due sindaci ha sostenuto al ballottaggio e i contatti documentati in campagna elettorale tra il sindaco e l’on.Falcone.

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Lorefice (M5s) contesta la politica su acqua e rifiuti del duo Meloni-Schifani

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Ormai rimango basito davanti al menefreghismo e alle prese in giro smaccate di questo Governo che ha attribuito, nel delirante DL omnibus, superpoteri al governatore Schifani nella gestione dei rifiuti. L’emergenza in Sicilia, e non è un segreto ormai anche a livello internazionale, non è certo quella rifiuti, ma è quella idrica. 

Cercherò di farmi capire meglio da Meloni e compagnia: 2 milioni di siciliani aprono il rubinetto e non c’è acqua. Cosa devono fare i siciliani per avere il minimo sindacale per poter vivere? Chiedere il risarcimento danni a Schifani? Alla Meloni?  

Servono investimenti statali e strutturali,  e 15 miliardi devono andare dritti dritti si in Sicilia, ma non per il Ponte sullo Stretto bensì per la conclamata emergenza idrica. 

Caro asse Meloni-Schifani, vogliamo chiedere direttamente ai siciliani, rispettando davvero la democrazia, come vogliono che questi 15 miliardi vengano spesi: se in un Ponte sull’acqua o nel ritorno dell’acqua nelle proprie case?.” 

Lo ha affermato in una nota il Senatore e Segretario di Presidenza e capogruppo M5S in commissione Politiche UE di Palazzo Madama Pietro Lorefice.

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