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Cronaca

Frode carosello per 2,5 milioni di euro. Blitz di Carabinieri e Gdf a San Cataldo: coinvolti 11 imprenditori, tre ai domiciliari

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I militari della Compagnia dei Carabinieri di Caltanissetta e del Gruppo della Guardia di Finanza nissena hanno eseguito a San Cataldo e nel territorio nazionale un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa del Gip di Caltanissetta nel corso delle indagini preliminari, nei confronti di undici persone, indagate a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.


L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta, ha avuto inizio due anni fa e ha consentito, attraverso un’attività congiunta dei militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Caltanissetta e dei Carabinieri della Sezione Operativa del Norm, di disarticolare un presunto sodalizio, composto da alcuni imprenditori che, attraverso la cosiddetta “frode carosello” avrebbero ottenuto, a vario titolo, un indebito risparmio d’imposta, simulando una serie consecutiva di vendite di prodotti mai usciti, secondo l’ipotesi dell’accusa, dai magazzini della prima società venditrice, che coinvolgevano anche società estere e italiane interposte, poi rivelatesi mere “cartiere”.

Così facendo, sfruttando il regime “di sospensione di imposta” la prima società venditrice avrebbe ottenuto detrazioni d’imposta, sia IVA che IRES, non spettanti. Il credito IVA, infatti, avrebbe tratto origine da una serie di operazioni inesistenti, certificate da fatture false, consistenti in compravendita di prodotti, di fatto, mai movimentati.
Le attività d’investigazione hanno consentito di accertare come la presunta organizzazione criminale avesse ramificazioni anche sul territorio della Repubblica Ceca, dove sarebbero stati creati fittizi soggetti giuridici necessari per la realizzazione delle frodi.
Secondo la ricostruzione investigativa, attraverso meticolose e accurate attività tecniche condotte dalla Sezione Operativa dei Carabinieri e complesse analisi contabili eseguite dal Gruppo della Guardia di Finanza di Caltanissetta, la frode sarebbe stata realizzata per favorire, in modo prevalente, una società di San Cataldo, la quale avrebbe omesso di versare imposte per circa 2.5 milioni di euro, scaturenti da un fittizio fatturato di circa 8 milioni di euro, consentendole, attraverso l’indebito vantaggio fiscale, di assicurarsi una posizione di supremazia nel mercato degli pneumatici, venduti al pubblico a prezzi notevolmente inferiori a quelli determinati dalle regole della concorrenza, a svantaggio delle imprese rivali.
Tre degli indagati, considerati costitutori, promotori e organizzatori del sodalizio, sono destinatari della misura degli arresti domiciliari mentre i rimanenti, residenti in varie parti del territorio nazionale, sono stati sottoposti alla misura dell’interdizione dall’esercizio delle attività di impresa e al divieto d’assunzione di uffici direttivi delle persone per la durata di un anno. Parallelamente, è stato eseguito un sequestro preventivo per l’importo complessivo di circa 2,5 milioni di euro.
L’indagine è stata eseguita anche con il contributo da parte di Amministrazioni Tributarie Estere per il tramite del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza (che ha consentito di accertare le ramificazioni della presunta associazione sul territorio della Repubblica Ceca) e dei Reparti dell’Arma dei Carabinieri dislocati sul territorio nazionale (per l’esecuzione di alcune misure cautelari).
L’attività, sviluppata mediante indagini di tipo tradizionale condotte dall’Arma dei Carabinieri e gli approfondimenti finanziari svolti dalla Guardia di Finanza, si inquadra nelle azioni della Procura di Caltanissetta anche per intercettare i fenomeni di frode fiscale maggiormente dannosi per l’Erario Pubblico, garantendo il funzionamento dei corretti sistemi di concorrenza dei mercati a vantaggio di tutta la comunità.

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Cronaca

Tirapugni in valigia, ennesimo caso all’aeroporto. Denunciato calatino

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Un tirapugni in metallo, possederne uno e tenerlo a portata di mano, sembra ormai essere di moda. Sono ancora molte le persone che continuano a portare al seguito, anche durante i viaggi, questi oggetti il cui porto è vietato dalla legge. È quanto accaduto all’aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” di Catania. Il personale preposto ai controlli di sicurezza si è accorto che, all’interno del bagaglio di un 36enne, originario di Caltagirone, in partenza per Madrid, era nascosto un tirapugni.A quel punto sono stati informati immediatamente gli agenti dell’Ufficio di Polizia di Frontiera che hanno denunciato l’uomo alla Procura della Repubblica per porto di armi o oggetti atti ad offendere. Solo nell’ultimo semestre sono stati sequestrati dalla Polizia di Frontiera di Catania diverse decine di oggetti vietati, in gran parte tirapugni.

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Cronaca

Controlli a tappeto della Polizia

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Modica – La Polizia ha intensificato i servizi di controllo del territorio nel centro storico di Modica sia con i poliziotti delle Volanti sia con personale in servizio di polizia giudiziaria.

I realizzare i controlli, coordinati dal Dirigente il Commissariato di Modica, sono state impiegate anche le pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Catania, specializzato nel contrasto al fenomeno della microcriminalità e dei reati contro il patrimonio.

Le operazioni preventive a vasto raggio seguono le direttive della Questura con la richiesta al Dipartimento di Pubblica Sicurezza delle unità di supporto secondo un programma prestabilito e costante.

Particolarmente rilevanti sono i risultati conseguiti lo scorso fine settimana con il controllo di 600 persone, 200 veicoli fra cui 30 ciclomotori.

L’attività, sia preventiva che repressiva, ha riguardato vari profili, infatti sono stati effettuati anche mirati servizi di polizia giudiziaria, all’esito dei quali sono stati tratti in arresto in flagranza di reato due soggetti, uno straniero ed un italiano (il primo per detenzione ai fini di spaccio, il secondo per evasione) e sono state segnalate alla Prefettura 8 persone. 

Sono state effettuate 14 perquisizioni personali e 5 locali, a seguito delle quali sono state sequestrate 25 dosi di stupefacente, in gran parte hashish ma anche cocaina, bilancini di precisione e il provento economico dello spaccio. 

I controlli sono stati estesi anche alle persone sottoposte a misure detentive e di sorveglianza speciale nonché agli stranieri soggiornanti in città ed hanno riguardato in particolare le zone del centro storico di Modica, quali il corso Umberto, la via Vittorio Veneto, la via Medaglie d’oro, via Grimaldi e via Castello, la via Marchesa Tedeschi, il Pizzo Belvedere e le vie adiacenti di Modica Alta.

In merito alle verifiche dei permessi di soggiorno, in relazione agli 80 cittadini extracomunitari controllati, 2 sono stati espulsi in quanto irregolari, mediante trattenimento presso il centro per i rimpatri di Caltanissetta e successivo accompagnamento nel paese di origine.

Le attività di polizia giudiziaria fra l’altro seguono il recente deferimento alla Procura della Repubblica per minaccia aggravata ed interruzione di pubblico servizio del 19enne gambiano che era andato in escandescenza la settimana prima brandendo un bastone di legno, individuato e deferito all’A.G. dopo poche ore dalla denuncia resa in Commissariato. 

A corollario dell’attività integrata con i Reparti Prevenzione Crimine di Catania sono state contestate 14 violazioni al codice della strada, di cui 6 a carico di conducenti di motoveicoli.

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Lite in un supermercato

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Comiso – La Polizia ha denunciato all’Autorità Giudiziaria due coniugi tunisini rispettivamente di 56 e 39 anni, ritenuti responsabili del reato di lesioni personali aggravate in quanto hanno aggredito un familiare con l’uso di un coltellino; i fatti sono avvenuti presso un noto supermercato di Comiso.

Il personale del Commissariato di Comiso, con l’ausilio del personale del Commissariato di Vittoria, è intervenuto nel supermercato dove era stata segnalata una rissa con feriti; i poliziotti giunti sul posto hanno rintracciato un tunisino che presentava delle ferite superficiali, compatibili con arma da taglio, il quale ha riferito di essere stato accoltellato dal fratello. 

Gli agenti hanno avviato un’indagine, basata anche sull’analisi dei video registrati dalle telecamere di sorveglianza, che ha permesso di ricostruire la dinamica dei fatti; più in dettaglio i poliziotti hanno accertato che la lite che era stata determinata da acredine tra le parti, verosimilmente per problemi ereditari e che la persona offesa era stata aggredita dal fratello e dalla cognata.

Al culmine dell’aggressione, il fratello aveva sferrato alla vittima un fendente con un coltellino, procurandogli una ferita da taglio.

Gli operatori di Polizia hanno effettuato i dovuti approfondimenti e denunciato all’Autorità Giudiziaria i due coniugi ritenuti responsabili di lesioni personali aggravate in concorso tra loro.

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