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Termovalorizzatori tra divergenze e scontri a distanza

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Si va verso l’ultima settimana di campagna elettorale e tra i temi che creano polemiche a distanza tra i candidati vi è quello dei termovalorizzatori.

Ormai è chiara la posizione di Caterina Chinnici che è favorevole per quella parte di rifiuto che non si può riciclare a impianti di ultima generazione ad emissioni zero o di poco conto.  Si al termovalorizzatore pulito anche se la Chinnici non dice dove va fatto e dove no.

Una posizione comunque chiara e che non è la stessa dei Dem  locali che da più di  un anno dicono ai gelesi con loro al governo  il termovalorizzatore non si farà.

Sul tema dej termovalorizzatori a distanza Cateno De Luca attacca Renato Schifani. 

“Lo abbiamo spiegato a Musumeci e cerchiamo di spiegarlo anche a Schifani – dice De Luca – nei termovalorizzatori non si brucia il sacchetto dell’immondizia perché ha un basso potere calorifico e serve più energia per farla bruciare di quanto ne produrrebbe; anzi non ne produrrebbe affatto.Negli impianti di valorizzazione energetica dei rifiuti ci va la frazione secca. I termovalorizzatori non sono dunque la soluzione e non servono certo ad eliminare i rifiuti in strada.Inoltre, realizzare un impianto prevede un progetto, un bando, delle autorizzazioni e poi l’appalto ed i lavori. Ad oggi non si sa nemmeno dove farli.Si tratta di demagogia allo stato puro di uno Schifani che propone la parola termovalorizzatore perché non ha idea di come superare l’emergenza a breve termine.A conferma che Schifani ignora quanto fatto dal suo predecessore vorrei ricordare che è Musumeci a firmare, neppure due anni, fa il piano regionale dei rifiuti. E nel piano viene disposto che le frazioni di raccolta indifferenziata vadano nelle discariche disponibili. Non è possibile produrre alcun bando finché questo piano non viene modificato. Qualsiasi azione contraria sarebbe soggetta ad impugnativa ed eventuale condanna davanti al tribunale amministrativo».

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