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Storie e luoghi della città: l’iniziativa dell’associazione Studenti sorridenti con il laboratorio di fotografia sociale

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Il mare, i luoghi, le persone. Momenti ed esperienze di tutti i giorni, narrate attraverso gli scatti fotografici che permettono all’arte di trasmettere il suo valore inclusivo. È il senso dell’iniziativa promossa dall’associazione Studenti sorridenti presieduta da Mariangela Tandurella: un laboratorio di fotografia sociale per ragazzi dai 12 ai 19 anni. Sono giovani e giovanissimi con Disturbi specifici dell’apprendimento e la fotografia riesce ad essere per loro uno strumento di comunicazione originale ed efficace, per abbattere ogni distanza di sorta raccontando storie e situazioni della quotidianità. A tenere le lezioni è Mauro Ferrara, fotografo gelese tornato da pochi anni in città dopo quasi un ventennio vissuto in Lombardia.

È lui a tirar fuori dai partecipanti il «desiderio profondo d’espressione», insieme alla capacità di scovare e valorizzare la bellezza guardando oltre le apparenze. Anche con un solo smartphone è possibile raccontare la realtà in maniera autentica, un messaggio chiaro per puntare sulla potenza comunicativa delle immagini. Il progetto, dicono i promotori dell’iniziativa, proseguirà ancora nei prossimi mesi: l’obiettivo è quello di portarlo nelle scuole per lanciare in maniera ancor più strutturata l’idea della fotografia sociale come strumento efficace di comunicazione.

(In foto, una delle immagini scattate durante il laboratorio di fotografia sociale)

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Attualità

Palloncini rossi in ospedale

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“Rompiamo il silenzio: ogni palloncino è una voce contro la violenza”, è stato il motto lanciato dalle dipendenti del Presidio Ospedaliero “Vittorio Emanuele” di Gela, che con una manifestazione mista di nuova consapevolezza e determinazione si sono mostrate unite contro ogni forma di violenza, davanti all’ospedale di Gela. È lì che vanno le donne col volto tumefatto e con i lividi. Quello è il luogo che raccoglie le storie e lì si deve parlare.

Un momento di riflessione e sensibilizzazione ieri mattina presso il PO di Gela.
L’ospedale rappresenta spesso il primo luogo dove le donne che subiscono violenza arrivano…spesso anche piccoli segni che prendono l’atto di violenza eclatante. Ma la violenza colpisce anche chi sta attorno alla donna soprattutto i bambini testimoni di atti violenti e portatori nella loro vita futura di un bagaglio di sofferenza che li segnerà tutta la vita. Violenza assistita quella di cui spesso ci dimentichiamo Sanitari ed istituzioni insieme per dire no alla violenza ma anche per lanciare un grido di speranza….per sollecitare la donna a chiedere aiuto.


Il lancio del palloncino rosso è stato un momento emozionante. Il palloncino ha un duplice significato da un lato ricordo delle vittime di violenza dall’ altro simbolo di speranza e di libertà. La libertà a cui la donna deve mirare sia economica che di consapevolezza di sé per poter allontanarsi da chi è causa di violenza

L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con le insegnanti del reparto di Pediatria, che hanno promosso un momento di riflessione e solidarietà in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle celebrata ieri 25 Novembre.

Alle 11:30 tutte le dipendenti delle U.O. hanno raggiunto l’ingresso dell’ospedale, allestito dalle maestre, per lanciare insieme un palloncino, simbolo di libertà.

L’evento ha voluto ispirare ogni donna a credere nelle proprie capacità e nella possibilità di realizzarsi, diffondendo una cultura di crescita personale per dire NO alla violenza. Sono intervenuti : il Direttore Sanitario P.O. “V. Emanuele” di Gela Akfonso Cirrone Cipolla, Valeria Cannizzo, Dirigente Medico Direzione Sanitaria P.O. “V. Emanuele” di Gela, Viviana Altamore vicesindaco del Comune di Gela, Floriana Cascio Presidente commissione Sanità del Comune di Gel, Rosa IudiciPresidente Ass. Diritto & Donna Emanuele ManigliaPresidente Comitato Pari Opportunità presso l’ Ordine degli Avvocati di Gela, M.L. La China dirigente scolastico Istituto Comprensivo “San Francesco” di GelaPromotrici dell’ evento: N.Vella, Dirigente Medico U.O.C. Pediatria P.O. “V.Emanuele” di Gela, Marika Cascino ed Ester M.C. Lombardo, Psicologhe P.O. “V.Emanuele” di GelaMaestre Messina e Salemi”Rompiamo il silenzio: ogni palloncino è una voce contro la violenza “

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Arredare casa: meglio variare o rivolgersi a un unico brand?

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Arredare casa rappresenta una delle sfide più stimolanti e personali nella vita di chiunque. La scelta dello stile, dei materiali e dei complementi d’arredo è fondamentale per creare uno spazio che sia non solo bello da vedere, ma anche funzionale e accogliente. Uno dei principali dilemmi che molti affrontano riguarda il criterio di selezione dei mobili: è meglio puntare su un unico brand per uniformità e coerenza stilistica, oppure variare, scegliendo elementi da marchi diversi per dare un tocco più originale e personalizzato? Entrambe le soluzioni presentano vantaggi e svantaggi, e la scelta dipende in gran parte dal gusto, dal budget e dalle esigenze individuali.

Coerenza e uniformità: scegliere un unico brand

Scegliere un unico brand, come Febal Casa, può semplificare il processo di arredamento e garantire un risultato esteticamente omogeneo. Questo approccio è ideale per chi desidera uno stile definito e coordinato, con elementi che si integrano perfettamente tra loro. Marchi affermati offrono ampi cataloghi per ogni ambiente, garantendo una qualità elevata e una cura per il design che soddisfa anche i clienti più esigenti. Rivolgersi a un unico brand consente inoltre di risparmiare tempo, poiché si può completare l’arredamento della casa in un solo showroom o attraverso un catalogo unico, senza dover coordinare fornitori diversi.

Multi brand per uno stile unico

D’altra parte, optare per una combinazione di brand diversi permette di ottenere un arredamento unico e altamente personalizzato. Variare significa mescolare stili, epoche e materiali, creando ambienti che riflettono la propria personalità. Questo approccio è particolarmente apprezzato da chi ama sperimentare e cerca un risultato che si discosti dai canoni tradizionali. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione all’armonia complessiva, evitando di sovraccaricare gli spazi con stili troppo contrastanti o elementi discordanti. Un buon consiglio è scegliere un tema guida o una palette colori che funga da filo conduttore, mantenendo così un senso di coerenza anche in presenza di pezzi provenienti da mondi diversi.

Arredare casa: occhio al budget

Un altro aspetto da considerare è il budget. Rivolgersi a un unico brand può essere più conveniente, grazie a pacchetti promozionali o sconti per acquisti multipli; tuttavia, variare permette di scegliere pezzi di design anche a prezzi più accessibili, alternando arredi di alta gamma a soluzioni più economiche senza rinunciare allo stile.

Tempistiche e assistenza

In termini di praticità, la scelta di un unico brand garantisce una maggiore uniformità nei tempi di consegna e nel servizio post-vendita. I rivenditori di marchi unici, infatti, offrono spesso assistenza dedicata, occupandosi di ogni dettaglio, dall’ordine all’installazione. Al contrario, arredare casa con più fornitori può comportare una maggiore complessità logistica, con il rischio di ritardi e difficoltà nella gestione di eventuali problematiche legate agli arredi.

A conti fatti, non esiste una risposta universale alla domanda se sia meglio variare o affidarsi a un unico brand per l’arredamento della casa. La decisione dipende dalle preferenze personali, dal budget e dall’effetto finale che si desidera ottenere. Qualunque sia la scelta, l’importante è che ogni ambiente rifletta il carattere e lo stile di chi lo vive.

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Violenza contro le donne, convegno dei Carabinieri

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Oggi, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, nell’ambito delle iniziative di comunicazione e responsabilizzazione intraprese dall’Arma dei Carabinieri mirate a rafforzare la consapevolezza e l’impegno sul delicato tema, il Comandante del Reparto Territoriale di Gela, Tenente Colonnello Marco Montemagno è intervenuto presso l’Istituto Carlo Maria Carafa di Riesi, dove si è svolto un convegno di alto profilo etico e morale organizzato dalla Scuola e dal Lions Club di Riesi.L’iniziativa, rivolta agli alunni delle classi terze, quarte e quinte dell’indirizzo alberghiero e del liceo scientifico, ha suscitato grande interesse e partecipazione. Durante il suo intervento, il Tenente Colonnello Montemagno ha illustrato il lavoro svolto quotidianamente dall’Arma dei Carabinieri nella lotta contro la violenza di genere, offrendo una chiara distinzione tra i vari tipi di violenza – fisica, sessuale, psicologica ed economica – e spiegando la differenza tra atti persecutori e stalking. Un momento particolarmente significativo del convegno è stato dedicato alle cause delle difficoltà incontrate dalle donne nel denunciare violenze subite, e a come poterle superare. L’Ufficiale ha poi evidenziato l’importanza dell’attività di prevenzione e contrasto messa in campo dall’Arma, sottolineando come, sia a livello nazionale che locale, i Carabinieri siano al fianco delle vittime, pronti a offrire supporto e protezione.Il Tenente Colonnello Montemagno ha lanciato un forte appello alle donne affinché trovino il coraggio di uscire dal silenzio, affidandosi alle istituzioni, ai servizi sociali e alle forze dell’ordine. Ha inoltre ricordato l’importanza di utilizzare strumenti come il Numero Unico di Emergenza 112 e il 1522, attivo per fornire assistenza alle vittime di violenza e stalking.Nell’ambito delle iniziative legate alla giornata Orange the World promossa dal Soroptimist International, anche la caserma dei Carabinieri di Gela è stata illuminata di arancione. Questo gesto simbolico, che sottolinea l’importanza dell’impegno condiviso contro la violenza di genere, rappresenta un segnale di speranza e di solidarietà verso tutte le vittime.Per il Soroptimist, illuminare la caserma di arancione significa evidenziare il ruolo fondamentale delle forze dell’ordine nella tutela delle donne e delle fasce più vulnerabili della società. La scelta del colore arancione, simbolo di un futuro senza violenza, intende rafforzare il messaggio che le istituzioni, insieme alla società civile, sono impegnate in un’azione concreta per prevenire e contrastare ogni forma di abuso.L’evento ha rappresentato un’occasione preziosa per sensibilizzare i giovani e la comunità sull’importanza di denunciare, sulla centralità delle istituzioni e sul valore di gesti simbolici che rafforzano il dialogo tra cittadini e forze dell’ordine nella lotta alla violenza di genere.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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