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Flash news

I teatri chiusi da un anno. E importa a pochi

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Un anno dalla chiusura dei teatri. Quando tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo del 2020 anche in città la programmazione nei teatri fu costretta ad arrestarsi, nessuno immaginava quello che sarebbe accaduto in seguito. La rassegna del teatro Eschilo e quelle del teatro Antidoto, sia quella prodotta dalla compagnia omonima che il progetto “Epicicli”, furono rinviate a data da destinarsi. Quella data ad oggi non è ancora arrivata. Un brevissimo squarcio nella tenebra la scorsa estate, una parziale riapertura delle strutture con pochissimi eventi e quella che sembrava una timida parvenza di ripresa fu in realtà l’inizio di una tempesta ancor più forte. Nel campo sono giorni di grande fermento in tutta Italia. L’iniziativa promossa dall’Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo, “Facciamo luce sul teatro”, ha fatto da prologo ad una manifestazione di protesta degli operatori del settore tenutasi ieri in molte città italiane.

La domanda resta sempre la stessa: perché i teatri non possono riaprire? Distanziamento, dispositivi di protezione individuale e le altre misure di sicurezza potrebbero essere applicate in maniera più semplice che altrove (e la stessa cosa vale ad esempio per i cinema). Ma continua a resistere il luogo comune degli assembramenti da evitare, mentre basta fare un giro nelle “zone gialle” per vedere come i comportamenti della maggior parte dei cittadini e l’assenza dei controlli generino di fatto un “liberi tutti” pericolosissimo per la salute pubblica in tempo di pandemia. Nel frattempo si prosegue con la chiusura ad oltranza dei luoghi della cultura, senza se e senza ma, così i teatri e le associazioni impegnate nell’arte si reinventano in qualche modo, con impegno e creatività, grazie al web. Perché la cultura non muore anche se soffre, soffre tantissimo. E importa a pochi, in realtà.

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Cronaca

Tirapugni in valigia, ennesimo caso all’aeroporto. Denunciato calatino

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Un tirapugni in metallo, possederne uno e tenerlo a portata di mano, sembra ormai essere di moda. Sono ancora molte le persone che continuano a portare al seguito, anche durante i viaggi, questi oggetti il cui porto è vietato dalla legge. È quanto accaduto all’aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” di Catania. Il personale preposto ai controlli di sicurezza si è accorto che, all’interno del bagaglio di un 36enne, originario di Caltagirone, in partenza per Madrid, era nascosto un tirapugni.A quel punto sono stati informati immediatamente gli agenti dell’Ufficio di Polizia di Frontiera che hanno denunciato l’uomo alla Procura della Repubblica per porto di armi o oggetti atti ad offendere. Solo nell’ultimo semestre sono stati sequestrati dalla Polizia di Frontiera di Catania diverse decine di oggetti vietati, in gran parte tirapugni.

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Attualità

La discarica abusiva di amianto è servita

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La strada che dall’Aias di Borgo Manfria porta alla diga Comunelli è una pattumiera a cielo aperto.

Sui cigli a destra e a sinistra solo rifiuti: plastiche, sacchi con materiali di vario tipo, resti di edilizia e tanto altro.

Dopo il bevaio si è creata una discarica abusiva di materiali in amianto che cresce di giorno in giorno. Uno squallore pericoloso per ambiente e salute.

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Flash news

M5S presenta all’Ars la norma sull’ecotassa a favore dei Comuni in cui vi sono discariche

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Il Movimento 5 Stelle Sicilia deposita la norma sulla “ecotassa”, una tariffa a carico dei proprietari delle discariche ed in favore dei Comuni nei cui territori insistono questi impianti. Gli introiti serviranno anche ad intervenire per implementare i modelli di raccolta differenziata. 

“In un momento storico – spiega il coordinatore regionale Nuccio Di Paola – in cui i Comuni sono costretti a pagare le conseguenze di una pessima gestione regionale dei rifiuti che provoca danni non solo in termini economici, legati agli extra costi per il conferimento degli stessi, ma anche e soprattutto sotto il profilo della tutela dell’ambiente, si pensi ai territori nelle cui prossimità sorgono discariche, ci è sembrato doveroso intervenire con una norma che quantomeno offrisse un minimo di ristoro. La nostra proposta sulla ‘ecotassa’ nel recepire la norma nazionale, interviene aumentando la tariffa in modo progressivo per i prossimi tre anni nei confronti dei titolari delle discariche, aumentando l’aliquota a favore dei Comuni, premiando quelli che riciclano di più e colpendo anche i termovalorizzatori che in questo modo anche loro saranno tenuti a pagare una tassa a favore dei Comuni nei quali dovrebbero sorgere”. 

La legge è al vaglio della Commissione Ambiente “ma vi è una iniziativa simile proposta dalla maggioranza – sottolinea la deputata Cristina Ciminnisi – che risulta poco coraggiosa. Servono aiuti concreti per i Comuni in difficoltà che ospitano nei loro territori questi impianti. Di certo la nostra battaglia a difesa di un’economia ‘rifiuti zero’ non si limita e non si conclude con questa iniziativa, anzi serve ancora molto altro da fare. Il Governo Schifani in due anni ha prodotto quasi zero e gli effetti di questo lassismo si vedono ovunque” – conclude la deputata.

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