Dopo due anni di pausa dovuta alla pandemia, la sagra del carciofo di Niscemi avrà una marcia in più, nonostante le intemperie che hanno messo in difficoltà il settore agricolo. Il carciofo di Niscemi cambia pagina e dimenticherà gli anni di abbandono dei campi. Oggi può contare su due produttori che hanno scommesso sulla sua coltivazione.
Su proposta della Condotta Slow Food di Niscemi e dopo una lunga e rigorosa istruttoria, il Carciofo “Nostrale” di Niscemi ha ottenuto il riconoscimento di Presìdio Slow Food. Si chiarisce che il “Nostrale” di Niscemi è una qualità di carciofo in via di estinzione che la Fondazione Slow Food, attraverso il riconoscimento di Presidio, intende recuperare e salvaguardare; il tutto in linea col documento programmatico di Condotta 2021 – 2022 inerente le attività svolte a tutela della biodiversità. Il Nostrale è un ecotipo particolare, quello autoctono della città: lo chiamano nostrale per distinguerlo dalle varietà che negli ultimi decenni hanno preso il sopravvento nei campi della zona, come il violetto di Provenza e il carciofo romanesco. È minacciato dall’agricoltura industriale, dal degrado ambientale e dall’omologazione.
Un tempo lo chiamavano “vagghiardu”, gagliardo. Giganteggia nei campi e si pavoneggia per il suo aspetto regale. Oggi è il prodotto Slow food siciliano numero 52. Una vittoria che ha meritato di essere diffusa dalle riviste specializzate più importanti come ‘cronachedigusto.it’- su cronachedigusto.it –
“Guardo sempre con favore a questi presìdi perché spero sempre che il ritorno a coltivare nuove specie fermi i ragazzi dal grande esodo al quale assistiamo impotenti da anni e li porti a rimanere sul territorio – afferma Fabio Di Francesco, presidente di Slow Food Sicilia – Quella di Niscemi è una zona in cui tutte le famiglie hanno terreni. Il nostro scopo principale era quello di non fare scomparire questo carciofo e lo abbiamo raggiunto. Adesso bisogna lavorare per dare un ritorno economico e per far aumentare il numero dei coltivatori, siamo disponibili a dare le piantine a chi le chiede”.
Intanto, a scommettere su questa pianta gagliarda e dolce sono stati Francesco Perticone e Marco Crescimone. Quest’ultimo, con Profeta, la sua azienda agricola, da oltre quarant’anni coltiva grano e carciofi. Da quando, poi, ne ha preso in mano lui la gestione, ha convertito tutto in biologico. Una volontà nata proprio dalla sua passione per i carciofi: “Non riuscivo più a mangiarne perché mi facevano malissimo, ma a me piacciono tanto. E allora un giorno mi sono detto che dovevo trovare un modo naturale di coltivarli”.
Tutto questo accadeva dodici anni fa, quando Crescimone ha dato il via al suo campo di carciofi con cinquecento piantine recuperate da un anziano del posto. Oggi gli ettari coltivati a carciofi sono quattro e le piante 15 mila. “Questo carciofo è buono e bello – dice – fino a tre giorni dal raccolto sembra una rosa” e per preservarne bellezza e qualità, Crescimone si è organizzato col suo furgone per fare consegne in tutta la Sicilia. Il prezzo varia da 65 centesimi ad un euro a carciofo “e la qualità – aggiunge – è indiscutibile. Di questo riesco a mangiarne anche dieci senza alcun problema – sorride -. Dal presidio mi aspetto il riconoscimento di tanti anni di lavoro ma anche e soprattutto di riuscire a creare una rete di coltivatori per dare forza economica alla nostra città”. Agricoltori di Niscemi, fatevi avanti.
“Ci abbiamo messo otto anni per arrivare a questo risultato – racconta Valentina Vacirca, fiduciario della condotta Slow Food di Niscemi – Il nostro carciofo, in questo territorio, si coltiva dal 1800, ma negli ultimi anni è stato trascurato a vantaggio di altre varietà meno delicate. Appartiene alla storia stessa di Niscemi, città del carciofo, i contadini lo mangiavano nei campi cotto alla brace e accompagnato con un po’ di tuma. È un carciofo delicato, senza spine, con pochi scarti perché è tenero e con pochissima barba e un sapore persistente, molto apprezzato anche dai ristoratori perché è facile da lavorare. Siamo molto contenti di essere arrivati ad ottenere il presidio. Adesso bisogna fare un lavoro di divulgazione e valorizzazione”.
Lezioni all’aperto Immersi nella natura per scoprire e approfondire le proprie conoscenze sulla diversità e bellezza della flora vascolare e della fauna della Riserva naturale orientata Biviere di Gela: è stata l’esperienza didattica entusiasmante e divertente condotta da 110 studenti del corso di laurea in Scienze biologiche del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania.
L’escursione guidata dal direttore dell ricerca Emilio Giudice e dal dott. Giovanni Puleo, componentj entrambi della Lipu, l’associazione ambientalista che gestisce la riserva , ha consentito agli studenti di approfondire le proprie conoscenze del territorio e del paesaggio, evidenziando l’importanza della conservazione delle aree umide costiere e dei complessi dunali.
Ad accompagnare gli studenti i docenti Saverio Sciandrello di Botanica e Carmelo Fruciano di Zoologia, entrambi del Dsgba dell’Università di Catania. A coadiuvarli i tutor didattici Giulia Miraglia, Manuela Porrovecchio, Claudio Maurici, Sebastiano Battaglia, Antonino Puglisi, Gabriele Calì e Luigi Fiorentino.
Una giornata ricca di contenuti osservando specie rare di flora e fauna e coniugando gli aspetti teorici e quelli pratici delle discipline che questi giovani studiano all’università.Per molti l’occasione di vedere per la prima volta una delle aree protette più interessanti della Sicilia pur se non conosciuta come meriterebbe.
Madrid – C’e’ il cuore di Gela nello spot del nuovo panino di McDonald’s pubblicato oggi in Spagna. Un insegnate di Gela che presta la sua idea ed immagine e scorci della città.
Da qualche ora, in tutta la Spagna, è partita la nuova campagna pubblicitaria di McDonald’s, visibile sia in rete che sui maxi schermi delle principali città del Paese. Il nuovo spot parla siciliano. Avrà infatti suscitato stupore soprattutto tra gli italiani all’estero, i siciliani in particolare, che nel video compare Gela.
Perché il volto scelto per rappresentare questa nuova campagna pubblicitaria di lancio del nuovo panino “McExtreme Tutti Pepperoni” è quello di Carmelo Averna, 38 anni, orginario di Gela, da oltre un decennio docente nelle scuole spagnole. Lo spot visibile sui canali social ufficiali di Mc Spagna (246 mila follower solo su instagram) e su youtube, in due versioni (una più breve ed un’altra più lunga) presenta il nuovo panino preparato dalla mamma del gelese Carmelo Averna nelle cucine spagnole di uno dei centinaia di punti McDonald che lo assaggia giudicandolo “molto buono” poco prima di incontrare la mamma e scoprire che a prepararlo è stato lei stessa.
“Per gli italiani la cucina è sacra. Quindi, per convincerli che è “sorprendentemente italiano”, siamo andati a cercare quella ricetta a cui nessuno di loro ha saputo resistere”, si legge nella descrizione dello spot. Una troupe spagnola infatti nei giorni scorsi è stata ospite in città per raccogliere le immagini della città ed immergersi nei profumi della sua cttà.Un breve video in cui grazie alle parole di Carmelo Averna traspare la delicatezza e l’autenticità del suo legame con la sua infanzia trascorsa a Gela, tra profumi, tradizioni e sapori che ancora oggi porta nel cuore.
Averna infatti non è un attore, ma un insegnante che in questo video incarna i valori di autenticità e vicinanza, sempre più centrali nella comunicazione moderna. A rendere il tutto ancora più emozionante, alcune immagini dello spot mostrano scorci suggestivi proprio della città siciliana, il mare, le stradine assolate, i volti delle persone. Un omaggio inaspettato, ma potente, che ha emozionato i cittadini gelesi e l’intera comunità italiana in Spagna. La campagna non si limita a promuovere un nuovo panino, ma diventa un vero e proprio racconto di identità, appartenenza e integrazione della Sicilia.
McDonald’s ha scelto una narrazione in cui tanti emigrati italiani possono riconoscersi: partire, cercare fortuna altrove, ma senza mai dimenticare da dove si viene. La notizia, che sta iniziando a girare anche a Gela, ha suscitato entusiasmo per questa campagna che restituisce dignità e bellezza al concetto di radici, dimostrando come l’identità possa viaggiare con noi, ovunque si vada.
Una bella notizia per la Gela che si candida nel mondo del turismo.
Con profonda commozione e sincero cordoglio, la Regione Siciliana si unisce al dolore della Chiesa cattolica per la scomparsa del Papa.
La notizia della sua morte ci colpisce nel cuore. Francesco è stato una guida spirituale illuminata, un faro di speranza, giustizia e umanità in un tempo segnato da divisioni, sofferenze, guerre e disuguaglianze. Con il suo magistero, ha saputo parlare a tutti, credenti e non, con parole semplici e gesti forti, capaci di risvegliare le coscienze e indicare la via del bene comune.
Alla Sicilia, terra che ha amato e visitato, lascia un’eredità preziosa: l’invito a guardare ai più fragili, ad accogliere con misericordia, a costruire una società più giusta e solidale. Che il Signore lo accolga nella pace eterna e che il suo esempio continui a ispirare le nostre comunità.