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Il Viaggio nell’Universo femminile dell’8 marzo di Niscemi

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L’8 marzo dei clubs femminili di Niscemi e del Comune ha avuto tutto il sapore della cultura e delle arti. I club Fidapa diretto da Marianna Avila, Inner Wheel con Tiziana Alecci e Soroptimist con Marisa Mogliarisi,

insieme al Comune ed al Museo della civiltà contadina che ha ospitato l’evento, hanno dato vita ad un “Viaggio nell’Universo femminile’: una passeggiata fra le pieghe dell’animo della donna, attraversando la letteratura, la musica, lo spettacolo e l’arte. L’8 marzo a Niscemi è iniziato la mattina con l’installazione artistica a cui ha pensato il Comune nel belvedere: un’esplosione di mimose che fanno da cornice al verde della Piana. “Un simbolo di rinascita – ha detto il sindaco Massimilano Conti – uno dei ricordi più tristi del lockdown che porterò sempre nel cuore, è il cancello del Belvedere, chiuso a chiave. Adesso tutto sembra sperare nella normalità che assaporiamo giorno dopo giorno. Fra i corridoi del Museo ad accogliere il pubblico che è accorso numeroso, c’erano le opere artistiche di Mariella Aiesi, Evelyn Alario, Maria Stella Arcerito, Stefania Blanco, Cettina Callari, Daniela Cannia, Giulia Erba, Martina Giarracca, Gabriella Giugno, Cettina Martorana, Francesca Nanfaro, Marzia Nigito, Antonella Pardo, Carla Rummolino, Lydia Samperi, Cristina Venezia e Marisa Zafarana. Nella sala delle conferenze del Museo diretto da Franco Mongelli, dopo i saluti dei padroni di casa si sono alternati al microfono il docente di Lettere Filippo Alberghina che ha intrattenuto piacevolmente tratteggiando la figura della Beatrice dantesca. Il nome latino di età imperiale Beatrix, basato su beatricem (“colei che rende felici”, “colei che dà beatitudine”), a sua volta da beatus. Beatrice Portinari, detta Bice, coniugata de’ Bardi, la donna che Dante trasfigura nel personaggio di Beatrice, musa e ispiratrice del poeta. La sua morte causò a Dante una profonda crisi ma che lo salva in tutti i modi in cui una donna può salvare un uomo, ispirandogli predizioni che il docente ha spiegato con fonti storiche. La docente di Musica Lorena Mangiapane ha alternato performance musicali a interpretazioni letterarie classiche e moderne, passando da Paolo e Francesca alle accezioni antitetiche di vocaboli che dal maschile al femminile indicano un’unica donna, la meretix.

E poi la medical science Rossana Mandrà che ha svestito i panni consueti per tratteggiare la figura di Coco Chanel, la celebre stilista francese, capace con la sua opera, di rivoluzionare il concetto di femminilità e di imporsi come figura fondamentale del fashion design e della cultura popolare del XX secolo, dando un quadro di donna moderna che ha sdoganato il concetto di eleganza adattandolo alla comodità della donna che lavora.

Giulia Bertolucci al piano per dare un saggio della sua eleganza musicale e la giornalista Liliana Blanco ha condotto una passeggiata nella storia della letteratura scritta dagli uomini che parlano di donne che pure hanno popolato la storia anche se da posizioni discrete: da Cleopatra a Maddalena, da Beatrice a Maria di Nazaret fino ad arrivare alle donne vituperate delle cronache contemporanee. Donne forti e volitive che mettono in ginocchio l’uomo, il quale non accettando la loro emancipazione, arriva ad ucciderle.

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Attualità

Museo regionale chiuso per mancanza di personale

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Ragusa – Non solo a Gela, ma anche a Ragusa. Il problema del personale regionale destinato ai musei è generalizzato. E tutto resta uguale.


“Piove sul bagnato sul museo archeologico ibleo di Ragusa. Alle vecchie inefficienze che denunciamo da tempo inascoltati si aggiunge ora quella delle chiusure improvvise, come quella avvenuta ieri senza alcun preavviso, che ha reso, per la terza volta dall’inizio dell’anno, l’istituzione culturale off limits ai visitatori.

Tutto questo è inaccettabile. Le inefficienze sono ormai troppe e Comune e Regione continuano a dormire”. La denuncia è della deputata regionale M5S Stefania Campo.
“Ieri Il Museo Archeologico Ibleo di Ragusa è rimasto chiuso senza nessun avviso e preavviso, e non è la prima volta che succede. Dall’inizio dell’anno la mancata apertura si è verificata già due volte, e siamo ancora alle prime settimane di gennaio.

Lo stesso è accaduto anche sotto le festività natalizie. Solo facendo delle specifiche richieste abbiamo appreso che il motivo risiede nella mancanza di personale; un solo impiegato regionale e due lavoratori Asu, in effetti risultano al di sotto di qualsiasi ragionevole parametro. Eppure, per risolvere il problema, sarebbe bastato stabilizzare gli Asu, perché difatti tutti i siti museali in provincia di Ragusa, che fanno capo alla Regione, vantano un organico di 19 dipendenti regionali e di altrettanti Asu, ma evidentemente non sono distribuiti in maniera equa per garantire a tutti i siti archeologici la stessa possibilità di fruizione”.


“In pieno mese di agosto – continua Campo – avevamo già denunciato pubblicamente le condizioni di abbandono del museo ed erano subito arrivate rassicurazioni per una maggiore attenzione e per una serie di provvedimenti, ma ad oggi nulla sembra essere cambiato, se non in negativo, come l’aumento del costo del biglietto. E così il museo Archeologico continua a non venire valorizzato e a rimanere in balìa dei continui rimpalli di responsabilità e oneri fra l’amministrazione del Parco di Kamarina e Cava d’Ispica, soggetto gestore, e il Comune di Ragusa, a guida Cassì, proprietario dell’immobile”.

“Ieri – racconta la deputata – non siamo riusciti a entrare per fare un ulteriore sopralluogo ma sappiamo di certo, che le problematiche denunciate in estate non sono state affrontate e ci riferiamo, solo per fare qualche esempio, alla mancanza di collegamento internet fisso, all’assenza di una biglietteria elettronica, alla mancanza di un impianto di condizionamento climatico, alla totale assenza di un sistema di efficiente allarme e di opportuna videosorveglianza, e si potrebbe continuare. Ciliegina sulla torta, ci risulta che non sia stata ancora restituita al sito ragusano l’intera collezione ‘Il ripostiglio di Castelluccio’ trasferita, si diceva, momentaneamente, al Convento della Croce a Scicli. Pertanto, i visitatori, che pagano per intero il biglietto a Ragusa, troveranno ben tre teche ancora vuote e senza alcuna spiegazione”.

“L’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Scarpinato – conclude Campo – ci aveva promesso lo scorso agosto che sarebbe venuto a constatare di persona, ma finora non lo ha fatto. Ci piacerebbe che la stessa solerzia che l’assessore ha avuto nell’intitolare il museo all’archeologo fascista Pace, senza confrontarsi con la città di Ragusa, l’avesse anche per la buona conduzione del museo

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Utin non attivato,il sindaco e Franzone scrivono alla Regione e l’assessore convoca un incontro

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L’assessore regiomale alla Sanità Giovanna Volo ha convocato una riunione sull’Utin del Vittorio Emanuele non attivato da 15 anni per il 23 gennaio a Palermo.

Questo il testo della lettera scritta dal sindaco Di Stefano e dall’assessore Franzone ai vertici del governo regionale e alla depurazione nazionale e regionale:

“Siamo venuti a conoscenza,tramite la stampa, della richiesta formale fatta al Tavolo tecnico per la rimodulazione ospedaliera, per prevedere una Utinpresso il Presidio Ospedaliero Sant’Elia di Caltanissetta.  Premesso che l’Utinè già prevista all’interno del territorio dell’ASP CL 2, più precisamente all’interno del Presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele III di Gela, sin dal 2010 (D.A. 25 maggio 2010) e perennemente riconfermata fino all’ultimo riordino ospedaliero. Che i cittadini e le associazioni del gelese hanno più volte manifestato, negli anni, a sostegno dell’attivazione dell’Utin, finanche presentando esposti, interrogazioni al Ministro della Salute, persino facendo venire a Gela la troupe di Mi Manda Raitre per un servizio sulla mancata apertura dell’Utin.

Ad oggi, dopo 15 anni, quella di Gela rimane l’unica Utin siciliana a non essere in funzione.

L’utin venne individuata a Gela nel 2010, dopo l’intervento della Commissione Parlamentare di Inchiesta sugli errori Sanitari, allora presieduta dall’On. Leoluca Orlando, a seguito dei dati fatti pervenire ad esso dal CSAG (Comitato per lo Sviluppo dell’Area Gelese), tali dati indicavano tre precisi punti, ancora oggi attuali:

  • 1) L’area Gelese ha un numero di nascite notevolmente superiore alla zona di Caltanissetta.
  • 2) A Gela c’è una altissima incidenza di malformazioni neonatali, superiore a qualunque altra area della Sicilia.
  • 3) Gela (70.856 ab) dista 80 km dall’Utin più vicina, Caltanissetta (58.353 ab.) dista appena 15 KM in linea d’aria dall’Utin più vicina, localizzata ad Enna (25.332 ab.).

Inoltre, ogni Libero Consorzio siciliano ha al proprio interno una sola Utin, i Liberi Consorzi di Siracusa, Trapani e Agrigento, con circa 400.000 abitanti hanno una sola Utin, quindi, non ci spieghiamo perché si dovrebbe discutere di una ulteriore Utin nel Libero Consorzio di Caltanissetta che ha appena 247.000 abitanti, per giunta in una zona dove già insiste un’altra Utin che dista pochissimi KM.

Come amministrazione di questa città, vogliamo ribadire la nostra posizione, che coincide con quella dell’intera comunità gelese: non siamo disponibili, dopo 15 anni, a tollerare nuove individuazioni di Utin in Sicilia se prima non viene attivata l’Utin di Gela.


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Attualità

Sotto la pioggia davanti all’ufficio postale

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Stretti, come le sardine in scatola, su un marciapiedi angusto sotto la pioggia. Sono gli utenti dell’ufficio postale di via Verga. La foto scattata stamattina si commenta da sola.

Non va meglio per chi ci lavora. Lo scarico di lettere e pacchi avviene in una zona priva di parcheggi e in condizioni non di sicurezza. Quando piove la situazione si complica.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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