Super green pass per i mezzi pubblici e stop alla quarantena per i vaccinati con terza dose o seconda da meno di quattro mesi, se asintomatici, che sono entrati in contatto con un positivo. Dopo il via libera del Comitato tecnico scientifico, la cabina di regia riunita oggi dal presidente del Consiglio Mario Draghi ha deciso di azzerare la quarantena per chi ha ricevuto tre o due dosi da meno di 120 giorni di vaccino anti Covid e ha avuto un contatto con un positivo. Chiaramente nel caso di comparsa di sintomi scatterebbero tutti i protocolli del caso. Ora la palla passa al Consiglio dei ministri.
Ricapitolando, in cabina di regia si sarebbe ipotizzata la divisione in tre categorie:
i non vaccinati, per i quali continueranno a vigere le attuali regole (quarantena di 10 giorni) vaccinati o guariti da oltre 120 giorni, per le quali la quarantena si ridurrà a 5 giorni e alle quali, al termine di questo periodo, sarà richiesto un tampone con esito negativo vaccinati con terza dose o seconda da meno di 120 giorni (o guariti da meno di 120 giorni), per le quali non sarà più prevista la quarantena ma una forma di autosorveglianza (se asintomatici) e, al quinto giorno dal contatto con il caso positivo Covid-19, l’effettuazione di un tampone con esito negativo Il parere del Comitato tecnico scientifico Gli esperti del Cts si sono riuniti per oltre quattro ore oggi. Alla fine hanno dato parere positivo all’azzeramento della quarantena per chi ha avuto contatti con una persona positiva ma è vaccinato con tre dosi ed è impiegato nei servizi essenziali. Per gli altri che hanno ricevuto il booster, ma non sono impiegati in servizi essenziali, secondo il Cts la quarantena doveva essere ridotta a cinque giorni. Periodo al termine del quale gli esperti indicavano sempre come necessario un tampone negativo.
Dal Vangelo (Gv 15,1-8): In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
«Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia,e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto».
Si potrebbe dire che questo agricoltore taglia sempre, a prescindere dal fatto che la vite porti o non porti frutto! Dal punto di vista esteriore è così.
Cambia tutto, invece, se si considerano le conseguenze del taglio: c’è un taglio che porta alla morte del ramo e un taglio che porta a un frutto più abbondante.
La vita è fatta inesorabilmente di “tagli”, in cui perdiamo a volte ciò che abbiamo di più caro: dai familiari agli amici, dalla salute al lavoro… Ma nel vangelo di oggi Gesù ci vuole aiutare a capire che ci dovremmo preoccupare non tanto del rischio che arrivino dei “tagli” – anche perché non possiamo fare nulla per evitarli! – ma della nostra capacità di mettere in campo la fede quando i tagli arrivano. Ciò che fa la differenza è la nostra FEDE IN GESù!
Se, infatti, abbiamo fede e rimaniamo uniti a Gesù, come il tralcio alla vite, ogni taglio diviene una “potatura” che porterà frutti di amore, letizia e pace. Chi si fida di Gesù sa bene che «tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio» (Rm 8,28) e che “non perdiamo ciò che amiamo in Colui che non si può perdere”, come insegnava sant’Agostino.
È la logica della Pasqua, per cui ciò che sembra una perdita diviene un guadagno e ciò che sembra una disgrazia diviene una grazia più grande. Tutti i “santi”, cioè gli amici di Gesù, hanno vissuto in questa logica.
Ciò che conta, ciò che è davvero “vitale”, è mantenersi ancorati a Cristo e la via migliore per farlo è la santissima Eucaristia, ricevuta tanto più spesso possiamo. Gesù, infatti, ha detto: «Colui che mangia me vivrà per me» (Gv 6,57)
Palermo – Anche questa settimana i dati sono confortanti. Sono scesi del 21,47% i nuovi positivi al Covid-19, rispetto a sette giorni fa, con un’incidenza di 6 casi ogni 100.000 abitanti.
Palermo è la provincia che ha fatto segnare il numero maggiore, 100, quasi un terzo del totale regionale, seguita da Siracusa e Caltanissetta. Tutti i dati di quest’ultima rilevazione sono contenuti nel nuovo bollettino settimanale redatto dal Dasoe, il dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato regionale della Salute.
Palermo – Prosegue la discesa delle infezioni da Covid-19 in Sicilia. Nella settimana dal 26 giugno al 2 luglio il sistema sanitario regionale ha registrato 358 nuovi casi di positività al virus, con un lieve decremento rispetto ai sette giorni precedenti (-3,76%). L’incidenza media nella regione si attesta a 7 casi su 100.000 abitanti. Tutti i dati di quest’ultima rilevazione sono contenuti nel nuovo bollettino settimanale redatto dal Dasoe, il dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato regionale della Salute.