Le civiltà raccontate attraverso la storia del Mare nostrum che sembra assumere una connotazione specifica a seconda delle civiltà che lo solcano e che vi imprimono i propri usi, le fantasie, l’estro, il carattere ed anche le dicerie discutibili. Questa è la seconda edizione della “Storia dei Mediterranei ‘ raccontata ieri sera nella corte interna dove la Libreria Orlando ha ospitato lo storico Carlo Ruta su iniziativa del RotarAct di Gela presieduto da Roberta Rizzo. A fare gli onori di casa la docente Lina Orlando ed il rotaractiano distrettuale Gianni Cauchi. Il pubblico è stato trascinato per mare con la fantasia che poggia le radici nella storia dei popoli che hanno fatto la loro storia passando per il mare. E le testimonianze parlano chiaro: anche a Gela. Se i Fenici utilizzavano il mare per portare merci in otri commerciali, scarni, ‘industriali’, i Greci imprimevano nelle terracotte la loro arte che il mare ha restituito dopo secoli. Si, perché il mare dei popoli, i Mediterranei appunto, è stato anche la tomba di tanti marinai che con le loro imbarcazioni imponenti praticavano il commercio su larga scala e ci morivano pure. E la storia si imprime dell’acqua dei mediterranei e dà la svolta agli eventi dell’Europa e dell’Oriente con i riverberi che hanno tramandato i vincitori.
E la parola d’ordine di questo secondo Annale di Storia dei Mediterranei è guardare oltre e scrutare fra le pieghe della storia con occhio critico. I quattro studiosi della pubblicazione sono impegnati infatti, con i loro saggi, nella ricerca di strumenti interpretativi che possano contribuire ad innovare i profili della ricerca storiografica, metodologici e di contenuto. La storia dei Mediterranei, come il lettore può facilmente rilevare, va oltre se stessa,, ricollocandosi in una dimensione aperta. L’Europa, in particolare, finisce di essere il centro-motore del discorso storico e il modello di riferimento, per essere assunta invece come parte vitale, legittima ma non legittimante, della scena complessiva. Testi di Pamela Kyle Crossley, Clemente Marconi, Juan Carlos Moreno Garcìa, Carlo Ruta.
L’esito è quello di un’indagine plurale e sfaccettata ma allo stesso tempo coesa, attraverso un ordito che è stato voluto multidisciplinare, le fasi più emblematiche di una vicenda lunga, dalla protostoria al Medioevo, con l’adozione di metodologie affinate e innovative, allo scopo di identificare le ragioni e i progetti di vita sociale e civile di un Mediterraneo che è la somma sorprendente di tanti Mediterranei